Ci svegliamo la mattina a Bangalore e leggiamo i titoli dei giornali con la storia della ulteriore carneficina operata da un giovane fuori di mente che ha ucciso venti bambini e sei adulti tra i quali anche la madre insegnante nella stessa scuola, per poi suicidarsi. Un tragico deja vu, che punteggia periodicamente la vita di questa nazione grande in tutti i sensi. Anche nell'orrore.
Le quasi undici ore di fuso orarrio sono oggi annullate da Internet che ci permette di partecipare dal vivo alle vicende mondiali. E, sia pure tanto lontani, siamo sconvolti.
Ogni nazione, come ogni individuo, ha una caratterizzazione di immagine che spesso scade nel luogo comune e nella estrema semplificazione. Per gli italiani (e non solo) gli americani sono i cowboy, sempre pronti a ingaggiare duelli con le loro pistole e fucili. Gente rude che ha conquistato un continente a spese di milioni di altri individui che vivevano da sempre in quelle terre. Da qui l'accusa di genocidio che spesso anche gli stessi americani rivolgono ai comportamenti delle avventurose generazioni che li hanno preceduti.
Noi italiani siamo invece conosciuti come quelli del 'double standard', il popolo che non riesce a finire una guerra dalla parte in cui l'ha incominciata, specialisti nell'entertainment, giullari di talento, spesso oltraggiati con l'espressione 'chicken' che significa vigliacco. Purtroppo le vicende del teatrino politico nostrano di questi giorni ne sono la tragicomica conferma.
Ma l'America fa piu' paura, perche' i suoi moti di follia rivelano delle tare profonde le cui schiume arrivano a sboccare in maniera drammatica coinvolgendo tanti innocenti.
In America conta soprattutto il business. E quello delle armi rappresentato dalla potente National Rifle Association e' il piu' attivo in termini di lobby esercitata sui membri del Congresso, siano essi soprattutto repubblicani che democratici.
Forti del secondo emendamento della Costituzione che consentiva ad un popolo di contadini e straccioni di portare armi per la propria difesa, i fanatici di oggi della pistola sotto l'ascella o del mitragliatore da guerra si oppongono ad ogni pur minima restrizione che rappresenti un controllo nella vendita delle armi.
Questo spiega perche' un ragazzo di venti anni fosse armato di due potenti revolver con centinaia di munizioni. Alla stessa maniera dei folli che lo hanno preceduto nei mesi e anni passati sfogando le loro rabbie represse e frustrazioni su compagni e insegnanti indifesi.
Poi c'e' il business dello svago che va dai film ai giochi elettronici. Sugli schermi, nelle case, sulle play station si alternano storie che si assomigliano le une alle altre perche' si basano solo sulla violenza, su uccisioni a catena, sull'uso di armi sempre piu' potenti, sulla sopraffazione dell'individuo che, si cerca di far credere, e' in grado di farsi giustizia da solo. Un traslato moderno appunto della cultura alla John Wayne del Mezzogiorno di Fuoco.
Le lacrime del Presidente Obama quando si e' rivolto alla nazione sulla scia dell'onda emozionale determinata dall'eccidio di Newtown, non sono una 'captatio benevolentiae' esercitata per fare pressione psicologica sulle masse. Sono invece l'espressione di impotenza dell'uomo piu' potente del mondo che a casa propria non riesce a dare una regolamentazione ad un fenomeno assurdo come quello della diffusone delle armi.
I cittadini degli Stati Uniti sono 311 milioni di persone. Secondo le ultime statistiche le armi in loro possesso superano i 450 milioni per difetto.
Ma la diffusione delle armi si allea, purtroppo, a Intenet e a quei siti che inneggiano alla violenza, al satanismo, all'istigazione al suicidio e via citando.
Ne sono vittime soprattutto gli adolescenti americani che trascorrono molte ore della loro giornata chattando e collegandosi in rete su questi web site.
Il fenomeno dell'adolescenza inquieta e malata psicologicamente sta ormai assumendo proporzioni di grande evidenza.
Citiamo a titolo di esempio quello di una scuola media superiore della Virginia, nota per il livello dell'istruzione impartita da nsegnanti molto qualificati. Bene: su 2000 studenti, 800 sono considerati a rischio e sono oggetto di periodici controlli degli psicologi. Di questi circa 150 sono ad alto rischio. Al punto che le famiglie devono firmare dele liberatorie di responsabilita'. Tra questi studenti numerosi i casi di tentato suicidio, aggressioni, comportamenti violenti.
Ed anche questa e' America, purtroppo.