Carissimo Oscar,
gli articoli con i quali avevi evidenziato la "rivoluzione" proposta
da Matteo Renzi erano certo dettati dalla speranza di vedere l'Italia che
finalmente inalberava la bandiera della libertà, dell'equità, della solidarietà
e della freschezza giovanile, alzando le vele e prendendo la rotta.
Ma il concetto più rigido del "centralismo democratico" di bolscevica
memoria ha avuto la meglio: Bersani ha vinto di larga misura; la macchina di partito
è forte e salda ! Non è quindi il nuovo che avanza, ma è il vecchio che si
consolida e afferma il principio che "l'anzianità fa grado". Il che è
anche vero nel senso che l'esperienza è un valore necessario.
Ha vinto il vecchio filosofo Bersani (laureato in Filosofia) contro il
giovane giurista Renzi (laureato in Giurisprudenza). L'esperienza del
"vecchio" è quella di esser stato più volte Ministro; quella del
"giovane", più volte Presidente di enti locali.
Il cursus honorum depone a favore del primo. Non parliamo più di
rivoluzione/rottamazione, ma di conservazione/restaurazione !
La bistecca fiorentina che ora pesa il 40% sarà spolpata fino all'osso (Renzi)
e tutto cambierà affinché tutto resti (Tomasi di Lampedusa docet) come
prima.
Nel frattempo l'Italia si risolleverà, nonostante tutto, grazie alle sue
positive forze endogene che, attraverso i secoli, hanno saputo renderla una
culla di civiltà e di arte.
Nihil sub sole novi (Qohelet, 1,9).
Ciao, buona permanenza in India,
Dario