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New Delhi capitale mondiale dello stupro



I  principali giornali  indiani, come il The Times of India e il Deccan Herald di Bangalore stanno dedicando da giorni lunghi articoli ad una storia di violenza che si e’ verificata a Delhi.
Una giovane di 23 anni con un amico è salita su un autobus. Un gruppo di sei uomini,compreso il guidatore, si è avventato sulla coppia. La ragazza è stata violentata per ore e massacrata a colpi di mazza ferrata. I due sono stati poi scaraventati fuori del bus dove sono stati soccorsi dai passanti. La giovane ha già subito cinque operazioni di cui l’ultima per l’asportazione di un tratto di intestino. Tre dei criminali sono stati catturati e si cercano gli altri.
L’India ha una popolazione di un miliardo e 241 milioni di abitanti. Nonostante questo paese stia diventando uno dei protagonisti della scena economica internazionale, le sue dimensioni, il conflitto perenne tra diverse culture ancorate a religioni tutt’ora in contrasto, la povertà che affama centinaia di milioni di senza diritti mentre cresce il numero di coloro che escono dal proletariato per entrare nella classe media, fanno di questo paese-continente  un esempio costante di contraddizioni sociali.
La più imponente è ancora il ruolo della donna nella società indiana. Per fortuna non si immolano più le spose bambine sulla pira del vecchio marito deceduto. Ma la donna indiana resta ancora relegata in una dimensione di sottomissione per colpa di una cultura maschilista che considera la donna più come un oggetto che come un individuo di pari dignità.
Una legge recente autorizza la ragazza che dovrà sposarsi in un matrimonio concordato dai genitori, a chiedere almeno che la casa del futuro marito sia dotata di un angolo per i bisogni igienici. Questo per evitare che la giovane debba uscire di casa nel campo dove potrà essere violentata da qualche sconosciuto.
Delhi, non è solo la capitale indiana, ma anche la capitale dello stupro.
Secondo il  National Crime Records Bureau (NCRB), nel 2010 sono stati riportati 414 di violenza sulla donne nella sola Delhi. Ma le analisi rivelano che per ogni stupro denunciato almeno 50 sono quelli che non sono stati riportati evidenziando la grandezza di un problema che ha ormai assunto dimensioni incontrollabili. O forse sarà meglio dire che solo adesso, con l’interesse dei media, emerge una realtà sociale fatta di violenza animale nei confronti delle donne che per secoli è stata sottaciuta e accettata come un fatto naturale.
La colpa dell’aggravarsi di questa situazione è attribuita all’immigrazione di uomini da regioni come Haryana, Uttar Pradesh e Rajasthan caratterizzate da culture feudali.
Ma nel coro di indignazione che commenta sui giornali questi episodi si scorgono anche tentativi di parziale giustificazione. Si dice per esempio che queste storie derivano dal comportamento delle donne che dovrebbero essere totalmente coperte e non uscire dopo le nove di sera anche se accompagnate. Affermazione ridicola se si pensa che le donne indiane indossano pantaloni e una sorta di veste, una fascia intorno al collo che può essere messa sulla testa, escono in strada in gruppi per recarsi al lavoro, non si azzardano ad entrare nei locali frequentati dagli uomini. Che succederebbe se i comportamenti fossero quelli delle ragazze occidentali?
Anche nei malls all’americana le donne indiane si accompagnano con mariti e fidanzati,madri e nonne.