Carissimi,
il tempo per noi,di essere .... indiani, sta per scadere ed il 2013 ed il 4 gennaio, (data del nostro rientro a Washington) si stanno avvicinando a passi da gigante..
I giorni sono volati, ed eccomi qui nuovamente, per augurarvi un bellissimo Nuovo Anno. Dire di conoscere l`India in 30 giorni, vi sembrera` un po` eccessivo, ma vi voglio raccontare in breve, e con piccole testimonianze significative, l`India dal mio modesto punto di vista.
O meglio, come io vedo Bangalore e la sua gente.
Una citta` che e` solo un microcosmo nel grande Pianeta India (anche se ha otto milioni di abitanti). La vedo nei suoi dettagli, nei minimi particolari della vita quotidiana. non con l`occhio del turista, ma con l`occhio di chi ci abita,se pur provvisoriamente,con l`occhio di chi deve affrontare giornalmente problematiche di immediata sopravvivenza.
Ed essere straniero.
L`immersione nel traffico, alla ricerca di un oggetto specifico che a Marco (mio figlio) serve per tutti i computer acquistati per gli impiegati e quindi del negozio che qualche locale ti ha indicato, per poi, perdersi nei meandri della citta` nelle strade senza nome, dove non esistono indirizzi precisi, dove nessuno sa darti un`indicazione, nemmeno approssimativa, nemmeno il taxista, nemmeno il titolare del negozio che stai cercando, e nemmeno il passante a cui ti sei rivolto e che gentilmente ha telefonato al negozio in questione e nemmeno il conduttore del riscio` sul quale sei salito e ti sei fatto guidare.
Mentre la pollution ti morde la gola e ti graffia i polmoni.
E poi trovarlo, ma e` quasi solo per caso.
Il tecnico con il quale hai preso l`appuntamento, non e`, come di indiana prassi, puntuale e mentre ti riempiono di promesse e rinvii, di bugie, il famigerato in questione,si presenta dopo quasi 2 ore e mezza.
La causa e` sempre del traffico e tu lo sai, ma sai anche che la puntualita` non e` proprio una qualita` indiana,..
Ma ci devi credere perche` anche tu sei gia` stremato.
I vicini di casa sono persone stupende, hanno affittato una villa di poco piu` piccola della nostra, ma il loro salotto,e` vuoto, i letti non esistono, per camminare vanno frequentemente a piedi nudi, o usano i sandali infradito e per dormire hanno, secondo la cultura dell`indiano " povero", i materassi per terra, e le bambine,7 e 13 anni,giocano con una lavagna dove ci fanno dei disegni.
Frequentano la scuola locale ed hanno una bella divisa bianco candido e blu, calzettoni bianchi e scarpe scure.
Due lunghe trecce nere come il carbone , degli occhi profondamente scuri. La piu` grandicella parla un inglese che, se pur con accento indiano, e` sicuramente meglio del mio.
Ed anche a voi,come a me sembrera` strano.
Il padre,fa il rappresentante di macchinari e gira tutta l`India. Ma i quattro, hanno un cuore,grande cosi`.
Uno di voi, mi ha chiesto di parlare dei profumi dell`India.
Sfortunatamente, quelli non li ho mai sentiti. Quelle sono sensazioni da turisti.
Il turista,frequenta grandi alberghi, usa il taxi e fa i tour organizzati, vede le cose piu` belle e sente i profumi dei fiori, il canto degli uccelli, visita i famosi Templi e le grandi foreste e vede il volteggiare delle scimmiette tra le fronde degli alberi centenari.
Ed e` quella quindi l`India, che colpisce, affascina,e fa rendere il viaggio indimenticabile, e mentre torni alla tua dimora, non fai altro che sognare di ritornare.
Il giorno di Natale, mamma e figlie, le vicine di casa, come tre Re Magi, hanno portato doni da loro cucinati.
Siamo rimasti molto colpiti.
Giorni fa abbiamo visto volare un vigile urbano, preso in pieno da un giovane motociclista sbadato o forse soltanto ancora non abbastanza esperto conoscitore del traffico, come gia` vi ho detto,da cardiopalma.
Il soccorso e` stato immediato. Decine di uomini si sono precipitati sul corpo sanime, raccogliendolo per braccia e gambe,i ncuranti di procurare ulteriori danni all`investito e lo hanno portato via dalla strada.
Ci sarebbe ancora tanto da dire. Il controsenso di una civilta` in cui solo una minima parte corre alla velocita` del vento. Frequenta i Malls all`americana, i Mdonalds, mangia quasi sempre solo con la mano destra,perche` dell`altra fa un diverso uso, usa piu` la mano che le posate,veste con i jeans, ma non disdegna la divisa nazionale.
Regna il saahari dai mille colori e le tuniche munite di pantaloni larghi o a fuseau e rigorosa sciarpa che cade all`indietro su entrambe le spalle.
Poi c`e` la categoria che si muove con piccole utilitarie, e quella che si muove con motociclette ascquistate ai negozietti dell`usato, con i riscio` che sono muniti da un piccolo tassametro, ma fanno finta di dimenticarsi e una multitudine di uomini,donne,bambini che riempiono i vecchi autobus a grappoli, che riempiono le strade a gruppi,a fiumi.
E poi ci siamo noi, occidentali, guardati come se fossimo ufo, ma ci guardiamo a vicenda, entrambi incuriositi gli uni degli altri, che ci muoviamo timorosi in quelle strade che di civilta` hanno ben poco, cercando di sopravvivere ai disagi, agli odori di immondezza, di sterco e di diossina.
Buon Anno a tutti!
un abbraccio,
Franca
Bangalore (India)