Il sacro Canada diventa secolarizzato: chiudono 9mila chiese
Il responsabile del progetto di rigenerazione del Ntc, Robert Pajot, dice a Cbc News che ogni comunità del Paese vedrà almeno uno dei vecchi edifici ecclesiastici chiusi, venduti o demoliti. Insieme a loro andranno persi non solo notevoli esempi di sacralità e la bellezza secolare, ma anche l’inestimabile senso di comunità che rappresentano.
Le chiese infatti non sono un semplice punto di riferimento domenicale, ma ospitano senzatetto, rifugiati, alcolisti anonimi, lezioni di pianoforte e incontri politici. Oltre, ovviamente, a matrimoni e funerali.
“I luoghi di fede sono stati, per generazioni, i centri di gran parte della vita comunitaria. Svolgono de facto un ruolo di hub comunitario, un ruolo di servizio alla comunità”, confessa Pajot.
Nelle zone rurali le comunità si stanno riducendo a causa del passare degli anni e dell’abbandono delle campagne. Nelle città, invece, i luoghi di culto restano deserti per via della secolarizzazionedella società, unita alla comparsa di nuove pratiche spirituali. Con meno persone sui banchi e meno soldi nelle casse, l’aumento dei costi di manutenzione dei vecchi edifici ha costretto molte congregazioni ad alzare bandiera bianca. Tante altre, invece, si stanno arrangiando.
Detto dell’esperimento delle chiese-circo, il National Trust for Canada sta collaborando con un gruppo no-profit di Toronto chiamato Faith & the Common Good per tenere sessioni di formazione e insegnare alle congregazioni come gestire il patrimonio immobiliare a disposizione. Sulla scia di questi insegnamenti il reverendo Victoria Scott della chiesa anglicana di St. Luke a Ottawa ha deciso di demolire un’intera ala dell’edificio per far spazio ad appartamenti e garage. Così le messe della domenica, pur ristrette, sono sopravvissute e il piano interrato è stato riallestito a mensa per poveri e centro per programmi diurni per il supporto degli emarginati.
Detto dell’esperimento delle chiese-circo, il National Trust for Canada sta collaborando con un gruppo no-profit di Toronto chiamato Faith & the Common Good per tenere sessioni di formazione e insegnare alle congregazioni come gestire il patrimonio immobiliare a disposizione. Sulla scia di questi insegnamenti il reverendo Victoria Scott della chiesa anglicana di St. Luke a Ottawa ha deciso di demolire un’intera ala dell’edificio per far spazio ad appartamenti e garage. Così le messe della domenica, pur ristrette, sono sopravvissute e il piano interrato è stato riallestito a mensa per poveri e centro per programmi diurni per il supporto degli emarginati.
È il messaggio che intende promuovere il National Trust for Canada, per cui qualsiasi riutilizzo resta bene accetto pur di evitare la demolizione.
“Vedere un edificio che viene abbattuto finisce per essere un momento straziante per la comunità – conclude Pajot -. A volte c’è si percepisce un misto di vergogna, imbarazzo e rabbia. Si tratta di un vero e proprio cocktail volatile, un mix di emozioni che deve essere, molto delicatamente, elaborato e gestito”.