Era il 1961. L'Antico Martini a Venezia, raffinato ristorante ma soprattutto uno tra i più esclusivi night-club italiani.
Fasce di pubblico che cambiavano a seconda dell'ora.
Con il mio quartetto avevamo un contratto che ci impegnava per circa quattro mesi, quelli invernali che dovevano tamponare il calo dei turisti nella città lagunare.
In pedana dalle 10 di sera sino alle quattro del mattino, non stop, ovvero senza mai fermarci, incluso anche il floor show, lo spettacolino della mezzanotte con le ballerine che si aggiustavano il seno con lo scotch trasparente prima di scendere sul parquet per fare il loro numero.
A mezzanotte facevano il loro ingresso i contrabbandieri, giovani, simpatici, azzimati nei loro doppi petti.
Siccome ti consideravano un loro amico venivano poi a confessarti di aver preso qualche stimolante dell'epoca per arrivare al record della sesta ragazza da 'fare fuori' quella sera.
Le entraineuse erano di nazionalità diverse. Le slave, secondo il direttore del locale erano quelle che reggevano meglio l'alcol e riuscivano a far bere ai clienti danarosi (soprattutto arabi) bottiglie di champagne. I camerieri ci mettevano del loro versando nelle fioriere la metà delle bottiglie per poi farle riordinare al cliente.
Ovviamente, oltre a far bere, le ragazze potevano (sarebbe meglio dire: "dovevano") andare poi con il cliente in qualche albergo vicino.
Cinzia era una cavallona friulana sempre sorridente, innamorata pazza del capocameriere Giordano al quale aveva regalato un Rolex d'oro.
Era sparita per qualche giorno. Quando era riapparsa portava sul volto ancora i segni dei cazzotti che il suo amante le aveva dato perché lei si era rifiutata di andare a letto con un cliente di un paese islamico, un politico di alto rango che aveva bloccato il night-club per alcune ore spendendo un fiume di dollari. Ma lei voleva bene solo al suo Giordano.
Dopo di noi sarebbe arrivato un quintetto già abbastanza noto a livello nazionale grazie al suo cantante, Fred Bongusto, che stava scalando le statistiche discografiche con le sue canzoni romantiche.
Mancavano due giorni all'inizio di un nuovo contratto in un night-club di Rimini.
Così decisi quella sera di spenderla come un cliente qualsiasi ascoltando Fred Bongusto che sembrava essere avviato sulla strada di un grande successo personale.
Il giovane cantante fece il suo ingresso sul palco dell'orchestra verso le 11. E incominciò a inanellare le canzoni del suo repertorio già apprezzate da stuoli di adolescenti.
Fred aveva realmente una marcia in più, sapeva comunicare con il suo timbro vocale emozioni e disegnava situazioni nelle quali era facile ritrovarsi.
Dopo quella sera all'insegna del Bongusto mi resi conto che, anche se col mio quartetto avevo raggiunto un buon livello professionale, io, come cantante, non avevo il "quid" di quel coetaneo.
Fu così che decisi di lasciare la musica da musicante e, forte (si fa per dire) di una laurea in giurisprudenza appena conquistata, cominciai la ricerca di un lavoro quasi normale.
Ogni volta che mi sottoponevo a una intervista presso l'ufficio personale di qualche azienda inevitabilmente arrivava la domanda: "Ma lei fino ad ora che cosa ha fatto?"
Rispondevo che avevo lavorato come musicista nelle balere, night-club, radio e tivù.
Al che invariabilmente calava il sipario della attenzione di chi mi stava interrogando complice il fatto che, come succedeva nel medioevo, musicisti, clowns e puttane non potevano essere sepolti in terra consacrata ma solo al di fuori delle mura della cittadella.
Comunque sia e col senno di poi non mi resta che dire con affetto: "Grazie, Fred Bongusto".
Oscar
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Bravo Oscar! Bei tempi!👏👏
Franco B.
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Grandeeee. Con la Tua penna leggera e raffinata hai descritto non solo i luoghi del 1961 ma hai trasmesso il sentimento e le emozioni del giovane Oscar che dall'esperienza di musicista trarrà quell'armonia della vita e della professione che han fatto di Lui, Oscar Bartoli
Grazie perchè è sempre un piacere leggerTi.
Saluti da una piovosa Rimini .
Gianluca Riguzzi.
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Bel ricordo caro Oscar...
Le mie ultime sere all'Antico Martini invece erano inizio anni Novanta con pianola Bontempi,
buon we
Marco Benedetti
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Ma che bella storia Oscar!
Complimenti!
Baci,
Fiorenza C.
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Caro Oscar,
Coinvolgente il tuo amarcord. E' vero che Buongusto ci ha fatto tutti sognare quando ballavamo appiccicati alla ns. bella di turno sentendo la sua calda voce.
Come musicista avresti avuto un buon successo, ritengo. Ricordo soltanto la volta che ti esibisti, me presente con tanti altri, nella balera domestica della tua stupenda villa dell'Olgiata. Era il 1991 ed eravamo una ventina di ospiti a casa tua. Dopo la solita ottima cena di Franca ed abbondanti libagioni, scendemmo nella taverna e tu mettesti mano alla strumentazione ed al sottofondo d'accompagnamento iniziando col tuo repertorio. Il massimo fu quando ti esibisti con My Way! Forse sarà stato il vino, ma più di uno di noi aveva qualche luccicone.
Un abbraccio
Aldo N.
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mi unisco al tuo amico Riguzzi perché’ non saprei dirla meglio !!!
Un bacio al nostro Oscar!
MLuisa M.
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Che storia!...rimesso su Fb, un
abbraccio da Atene
Angelo Saracini
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Si una bella storia. Una vita nelle balere o una nei fori? Ai posteri l’ardua sentenza
Un abbraccio
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Si una bella storia. Una vita nelle balere o una nei fori? Ai posteri l’ardua sentenza
Un abbraccio
Maurizio F.
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Grazie Oscar!
Che bel pezzo che ci hai regalato per questo
weekend!
Un abbraccio,
Emanuela A.
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Grande Oscar,
Fred un cantante gentile le cui canzoni sono state la colonna sonora di quante nostre storie…
Abbracci
Sandro
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Grande Oscar,
Fred un cantante gentile le cui canzoni sono state la colonna sonora di quante nostre storie…
Abbracci
Sandro