Chiedo aiuto a qualche intelligente italiano residente in Italia per suggerire al vostro attempato redattore che vive a Washington D.C. quale partito o movimento-partito votare alle prossime elezioni nazionali che, almeno a leggere le gazzette italiane, dovrebbero tenersi nel maggio prossimo causa la deflagrazione annunciata dell'attuale governo Conte Bis.
Voglio chiarire subito, a sostegno di qualche volenteroso pronto a scrivermi, che il sottoscritto è stato per 10 anni consigliere comunale per il Partito Liberale Italiano a Palazzo Vecchio, Firenze (che non è l'ultimo dei comuni italiani), segretario comunale e poi membro del consiglio nazionale del Pli.
Credo quindi, senza alcuna presunzione, di poter essere considerato un liberale autentico anche se di annata.
Sono in molti, considerando l'arco politico dello Stivale, a suonare l'arpa e la cetra (qualcuno anche il trombone) per catturare la mia adesione in quanto liberale visto che si fa un gran parlare del tentativo delle forze politiche di blandire i voti di centro disorientati dal caos che ha sterilizzato tanti liberali senza una casa politica, dopo l'estinzione del Pli.
Spazzolando proposte e atteggiamenti degli esponenti politici cominciamo con il considerare Matteo Salvini che gode del sostegno della maggioranza dei votanti italiani.
Non c'è dubbio che debba essere riconosciuta una particolare capacità organizzativa a questo politico professionista che è riuscito a convertire un partito del 4% portandolo ad oltre il 30% dell'elettorato attivo.
Salvini dopo gli atteggiamenti da gerarca fascista, petto in fuori (gli manca solo il salto nel cerchio di fuoco), ha iniziato un'operazione pulizia nel tentativo di costruire di sé un'immagine che sia meno estremizzante, addirittura aperta all'Europa.
Matteo Salvini spera di recuperare anche i voti del centro liberale autentico per consolidare e garantirsi la supremazia politica nazionale. Non so perche' ma Salvini mi fa venire il mal di stomaco e mi mette in agitazione psicomotoria.
Accanto a Salvini ci sono i Fratelli d'Italia, organizzazione in grande spolvero grazie alla leader, Giorgia Meloni, che ha introdotto nell'agone politico il linguaggio stile Rugantino che le sta dando molte soddisfazioni considerando le indagini di mercato che le attribuiscono un costante e interessante aumento delle adesioni.
C'è da dire però che la signora Meloni e i suoi soci non possono chiedere impunemente il voto a noi liberali, visto che si esaltano in realta' nella riesumazione del fascismo mussoliniano.
Segue Forza Italia un partito padrone che annaspa nelle sue ultime convulsioni dietro quel Berlusconi che ha mandato in malora un'intera generazione di persone che volevano credere in lui per difendere i loro principi democratici e la richiesta di moralità, affidandosi ad un puttaniere, laido modello di comportamento, pronto a pugnalare (ultimo episodio) il suo grande amico Marcello dell'Utri, collegamento, come sembra, con la mafia.
C'è poi Italia Viva, creazione di Matteo Renzi, che sta muovendo i primi passi sperando di convincere la gente come me a trovare rifugio nelle loro braccia visto che si sono liberati dal condominio del Partito Democratico.
Ammesso che ne sentissimo bisogno, il signor Carlo Calenda sta dando vita ad un altro movimento chiamato Azione, anch'esso rivolto al centro dello scenario politico.
Ovviamente il signor Carlo Calenda non ricorda la definizione di Benedetto Croce riferita al partito d'Azione i cui dirigenti secondo il filosofo "non sanno quello che vogliono, ma lo vogliono subito."
Azione si pone come diretto antagonista di Italia Viva. Per chi dovrei votare, please?
Dopo l'uscita di Matteo Renzi, il Partito Democratico dovrebbe rappresentare comunque una solida isola di salvezza per i liberali.
Ma l'amoreggiamento con i ritornati esponenti della super sinistra, ex comunista, non è che sia una specifica garanzia.
Ci sono poi quelli del Movimento Cinque Stelle, caratterizzato da scontri all'arma bianca al suo interno e da una costante perdita di consenso confermata dalle elezioni regionali.
Con tutto il rispetto per chi si agita all'interno del M5S e per coloro che lo hanno votato, non ci sentiamo di affidare la nostra scelta (plurale maiestatis) a chi ha imposto nel Parlamento italiano la presenza di incompetenti, impreparati, incolti.
Chiedendo scusa al lettore per le pennellate di pessimismo sovraesposte, restiamo in attesa di qualche lucida indicazione sul come muoverci quando saremo chiamati, noi emigranti, ad esprimere il nostro voto nella speranza di un rinsavimento nazionale che collochi di nuovo la nostra amata Italia nel ruolo internazionale che merita e metta a posto i propri conti.
Oscar (Una sardina transatlantica)
_______________________________________________
Ottimo e competente Oscar
Io non mi so spiegare come un popolo che scende in piazza per svariati motivi, talvolta anche assurdi, non scenda in piazza per liberarsi di questi politici inetti e corrotti che vivono alle spalle del cittadino, privandolo delle più elementari misure di sicurezza, onestà e fiducia. Cose che dovremmo avere da una classe dirigente, se fosse onesta.
La nostra Patria e’ diventata lo zimbello di tutta Europa e, purtroppo, anche nel resto del mondo.
Quando si dice il nome Italia e’ simultaneo il sorrisetto sotto i baffi a significare che il nostro e’ un paese che non si può prendere sul serio, solo buono per il passato storico e artistico che rappresenta ma oggi solo per farse, sceneggiate, pizza e buon vino.
A me si stinge il cuore pensando a quanto abbiamo contribuito per arricchire culturalmente tante nazioni ed oggi veniamo derisi per colpa dei politici che ci governano.
Se ne Potrebbe parlare per ore, ma già ho preso troppo del tuo tempo, scusami.
Riccardo B. (Annapolis)
_______________________________________________
Eccezionale come sempre,non concordo per i 5 stelle,
un abbraccio
Angelo S. (Atene)
_______________________________________________
Caro Oscar,
la specificità del ‘caso italiano’ anch’io penso che stia innanzitutto nella mancanza di un’area liberal democratica vera, non rappresentata oggi da nessuno dei partiti di centro destra esistenti, per palese mancanza di una visione europea, ma soprattutto di rispetto per lo Stato di Diritto, che è il diritto dei cittadini - di qualsiasi cultura (le razze infatti non esistono), religione e appartenenza siano – di non essere discriminati da politiche, leggi e provvedimenti illiberali.
Non è poi nella ‘politica’ (che è cosa bella e nobile) il nodo. Ma è nei ‘politici’ quando non sono all’altezza del ruolo, per impreparazione e incapacità (5 stelle)o interesse particolare (Italia viva) o illiberalità (Lega). Forza Italia non si sa più cosa sia. Quindi il nodo non è nemmeno tra ‘politici e ‘tecnici’ (quali sono stati ad es. Ciampi e poi Monti). Ma tra ‘politici’ con competenze anche tecniche e ‘politici’ senza.
Per quanto mi riguarda, come sai, il 5 marzo del 2018 (pomeriggio), all’indomani cioè della sconfitta elettorale del PD, rimasta unica forza di opposizione democratica, gli tolsi la delega che gli avevo sempre dato in quanto sinistra democratica del nostro Paese, e mi ci iscrissi, per riprendermela questa delega. E, nel piccolo ambito della mia sezione territoriale,contribuire a ricostruire un’identità di partito fondata sulla solidarietà, le cultura, l’ambiente sostenibile e naturalmente sul sistema delle imprese, essendoci stato per una vita, come dai 20 in Confindustria, poi 10 nel Gruppo IRI (grazie e a te) e infine nell’università LUISS.
Voterò quindi PD alle prossime elezioni perché ‘essere di sinistra’ per me è essere socialdemocratici (come lo era forse il primo Renzi segretario del PD, prima di sbarellare per egocentrismo). Ed ‘essere di sinistra’ ha ancora un senso se significa avere una Passione e un Progetto indirizzati a fare il mondo più umano; ma coltivando questa Passione, mettendo a punto i Progetti, senza astute ipocrisie.
Grazie del tuo come sempre acuto e centrato articolo
Abbracci
Caro Oscar,
concordo con la tua lucida analisi sull’offerta politica italiana. Io credo che bisognerebbe votare in base a chi vuole risanare il Paese o meno. Per esempio,l’unico che parla di debito pubblico è Carlo Calenda e secondo me finché l’Italia non avrà dimostrato di volerlo ridurre seriamente non potrà invertire l’interesse degli investitori stranieri, che naturalmente se ne stanno alla larga dal nostro Paese anche per altri motivi, soprattutto per la giustizia che non funziona. Oltre naturalmente per la vasta corruzione e criminalità. In questa situazione il Paese è terra di conquista dei marchi internazionali più importanti. E qui ci sono altre responsabilità da parte della Banca d’Italia che ha sempre favorito un sistema bancocentrico, considerando residuale la Borsa.
Il Paese ha bisogno disperato di gente competente e onesta che il sistema delle preferenze e uninominale potrebbe contribuire a individuare.Ma anche qui non siamo sulla buona strada. Ti invito a leggere il libro di Ricolfi, La società signorile di massa, che spiega come il paese vive di rendita, (coloro che non lavorano hanno superato gli occupati!). Penso, infine, che una patrimoniale finalizzata alla riduzione del debito pubblico sia la cosa più giusta da fare. Altre idee si potrebbero copiare dal Portogallo che ha uno spread pari a un terzo di quello italiano!
Un caro saluto da Lisbona,
Un caro saluto,
Ottorino Maggiore van Beest
______________________________________________
Caro Oscar,
Sempre lucida la tua analisi del "fatto italiano". Da quando sta accadendo da noi, io evinco che al momento abbiamo solo due isolati animali politici: i due Matteo. Di essi, l'uno (il Salvini) è troppo dirigista ed arruffapopoli per i miei intendimenti, l'altro (il Renzi) troppo chiacchierone e di umus berlusconiano. Ma tra i due quasi-mali sceglierò al momento il minore.
Vale l'ultima intervista fatta a Prodi (non invitato dal PD ai tre giorni di Bologna) dal Corriere. Il Professore ha messo in chiaro la dissoluzione del PD : continua a parlare per una nicchia di radical schic, che si concentrano nei quartieri ricchi di Milano, Roma ed altri capoluoghi, parlando di diritti gay, di ius soli e ius culturae, quando l'Italia sta affogando nell'acqua, nel disfacimento delle infrastrutture, nella dissoluzione dell'impianto industriale del paese, nella continua superburocratizzazione dello Stato. ll Professore rimarca che agli operai e pensionati del paese poco interessa dei gay, di ius soli e quanto altro, Essi, preoccupati per i figli ed il loro avvenire, adesso vedono in Salvini uno che parla di lavoro con loro nelle fabbriche e nelle piazze, lasciando agli altri i discorsi dei diritti gay.
Aldo
_________________________________________________
Caro Oscar,
As I think you know, I do not read your blog regularly – too much reading to keep up with. However, every once in a while Efrem, who is a regular reader, brings one of your pieces to my attention. The most recent was your lamentela on the deplorable state of Italian politics. Since my retirement from the Consiglio two years ago, I have not been able to keep abreast of the Italian political scene as closely as in the past, and that is something I miss. Thus, your comments on the Italian political scene and the dilemmas you face in selecting your party of choice in the next election were most welcome. I found them instructive, interesting, and insightful. Ti ringrazio!
Now that you have parsed the complexities of Italian politics, can we hope you will do the same for the Democrats’ efforts to come up with a viable nominee go take on Trump? I hope so!
Un caro saluto!
Michael
_______________________________________________
Caro Oscar,
la specificità del ‘caso italiano’ anch’io penso che stia innanzitutto nella mancanza di un’area liberal democratica vera, non rappresentata oggi da nessuno dei partiti di centro destra esistenti, per palese mancanza di una visione europea, ma soprattutto di rispetto per lo Stato di Diritto, che è il diritto dei cittadini - di qualsiasi cultura (le razze infatti non esistono), religione e appartenenza siano – di non essere discriminati da politiche, leggi e provvedimenti illiberali.
Non è poi nella ‘politica’ (che è cosa bella e nobile) il nodo. Ma è nei ‘politici’ quando non sono all’altezza del ruolo, per impreparazione e incapacità (5 stelle)o interesse particolare (Italia viva) o illiberalità (Lega). Forza Italia non si sa più cosa sia. Quindi il nodo non è nemmeno tra ‘politici e ‘tecnici’ (quali sono stati ad es. Ciampi e poi Monti). Ma tra ‘politici’ con competenze anche tecniche e ‘politici’ senza.
Per quanto mi riguarda, come sai, il 5 marzo del 2018 (pomeriggio), all’indomani cioè della sconfitta elettorale del PD, rimasta unica forza di opposizione democratica, gli tolsi la delega che gli avevo sempre dato in quanto sinistra democratica del nostro Paese, e mi ci iscrissi, per riprendermela questa delega. E, nel piccolo ambito della mia sezione territoriale,contribuire a ricostruire un’identità di partito fondata sulla solidarietà, le cultura, l’ambiente sostenibile e naturalmente sul sistema delle imprese, essendoci stato per una vita, come dai 20 in Confindustria, poi 10 nel Gruppo IRI (grazie e a te) e infine nell’università LUISS.
Voterò quindi PD alle prossime elezioni perché ‘essere di sinistra’ per me è essere socialdemocratici (come lo era forse il primo Renzi segretario del PD, prima di sbarellare per egocentrismo). Ed ‘essere di sinistra’ ha ancora un senso se significa avere una Passione e un Progetto indirizzati a fare il mondo più umano; ma coltivando questa Passione, mettendo a punto i Progetti, senza astute ipocrisie.
Grazie del tuo come sempre acuto e centrato articolo
Abbracci
Sandro P. (Roma)
Devo aggiungere a quanto prima un P.S.:
Avendoci lavorato insieme nei rapporti tra Confindustria e LUISS (che è l’università degli imprenditori) e stimandolo moltissimo, avevo dato la mia piena disponibilità a Carlo Calenda a seguirlo, essendoci tra l’altro iscritti contemporaneamente al PD. Ora, dopo che se ne è uscito dal PD (ma perché?), vuole fare anche lui un partitino: un’altra molecola senza speranza, anziché rinforzare ”da destra”, cioè da moderati, il PD.
Anche se mi rendo conto che non è una notizia, non lo seguirò.
Sandro
________________________________________________Devo aggiungere a quanto prima un P.S.:
Avendoci lavorato insieme nei rapporti tra Confindustria e LUISS (che è l’università degli imprenditori) e stimandolo moltissimo, avevo dato la mia piena disponibilità a Carlo Calenda a seguirlo, essendoci tra l’altro iscritti contemporaneamente al PD. Ora, dopo che se ne è uscito dal PD (ma perché?), vuole fare anche lui un partitino: un’altra molecola senza speranza, anziché rinforzare ”da destra”, cioè da moderati, il PD.
Anche se mi rendo conto che non è una notizia, non lo seguirò.
Sandro
Caro Oscar,
concordo con la tua lucida analisi sull’offerta politica italiana. Io credo che bisognerebbe votare in base a chi vuole risanare il Paese o meno. Per esempio,l’unico che parla di debito pubblico è Carlo Calenda e secondo me finché l’Italia non avrà dimostrato di volerlo ridurre seriamente non potrà invertire l’interesse degli investitori stranieri, che naturalmente se ne stanno alla larga dal nostro Paese anche per altri motivi, soprattutto per la giustizia che non funziona. Oltre naturalmente per la vasta corruzione e criminalità. In questa situazione il Paese è terra di conquista dei marchi internazionali più importanti. E qui ci sono altre responsabilità da parte della Banca d’Italia che ha sempre favorito un sistema bancocentrico, considerando residuale la Borsa.
Il Paese ha bisogno disperato di gente competente e onesta che il sistema delle preferenze e uninominale potrebbe contribuire a individuare.Ma anche qui non siamo sulla buona strada. Ti invito a leggere il libro di Ricolfi, La società signorile di massa, che spiega come il paese vive di rendita, (coloro che non lavorano hanno superato gli occupati!). Penso, infine, che una patrimoniale finalizzata alla riduzione del debito pubblico sia la cosa più giusta da fare. Altre idee si potrebbero copiare dal Portogallo che ha uno spread pari a un terzo di quello italiano!
Un caro saluto da Lisbona,
Enrico e Anna Maria M.
_______________________________________________
Un caro saluto,
Ottorino Maggiore van Beest
______________________________________________
Caro Oscar,
Sempre lucida la tua analisi del "fatto italiano". Da quando sta accadendo da noi, io evinco che al momento abbiamo solo due isolati animali politici: i due Matteo. Di essi, l'uno (il Salvini) è troppo dirigista ed arruffapopoli per i miei intendimenti, l'altro (il Renzi) troppo chiacchierone e di umus berlusconiano. Ma tra i due quasi-mali sceglierò al momento il minore.
Vale l'ultima intervista fatta a Prodi (non invitato dal PD ai tre giorni di Bologna) dal Corriere. Il Professore ha messo in chiaro la dissoluzione del PD : continua a parlare per una nicchia di radical schic, che si concentrano nei quartieri ricchi di Milano, Roma ed altri capoluoghi, parlando di diritti gay, di ius soli e ius culturae, quando l'Italia sta affogando nell'acqua, nel disfacimento delle infrastrutture, nella dissoluzione dell'impianto industriale del paese, nella continua superburocratizzazione dello Stato. ll Professore rimarca che agli operai e pensionati del paese poco interessa dei gay, di ius soli e quanto altro, Essi, preoccupati per i figli ed il loro avvenire, adesso vedono in Salvini uno che parla di lavoro con loro nelle fabbriche e nelle piazze, lasciando agli altri i discorsi dei diritti gay.
Sono troppe le cose che da noi non funzionano. Però la
politica ha consolidato le sue ricette d'intervento: "cabine di regia",
commissioni d'inchiesta, creazione di nuovi partiti da parte del politico di
turno trombato. Allora, come disse il Sommo Poeta: "naufragar c'è dolce in
questo mare".
Un abbraccioAldo
_________________________________________________
Caro Oscar,
As I think you know, I do not read your blog regularly – too much reading to keep up with. However, every once in a while Efrem, who is a regular reader, brings one of your pieces to my attention. The most recent was your lamentela on the deplorable state of Italian politics. Since my retirement from the Consiglio two years ago, I have not been able to keep abreast of the Italian political scene as closely as in the past, and that is something I miss. Thus, your comments on the Italian political scene and the dilemmas you face in selecting your party of choice in the next election were most welcome. I found them instructive, interesting, and insightful. Ti ringrazio!
Now that you have parsed the complexities of Italian politics, can we hope you will do the same for the Democrats’ efforts to come up with a viable nominee go take on Trump? I hope so!
Un caro saluto!
Michael