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Un brutto incubo…., ma sarebbe andata così


Riceviamo da La Spezia e volentieri pubblichiamo questa testimonianza di come la politica in Italia sia in mano ai trafficoni, a qualsiasi livello.

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Ho iniziato a fare politica negli anni del liceo, mi sembrava un’avventura entusiasmante rendermi partecipe dei tentativi di migliorare la società.

Ho aderito da subito al più grande Partito della sinistra che operava nel paese, mi sono detto “con quella storia, fatta di eroi e grandi ideali” sicuramente saprà insegnarmi a razionalizzare i miei entusiasmi e saprà ascoltare le istanze che i giovani come me sanno leggere fra le pieghe di un disagio che la mia generazione vive per mancanza di prospettiva e mancanza di ideali, la televisione ci bombarda di scosciate rifatte, di sport rissosi e diseducativi, i valori del lavoro e della società con la S maiuscola vengono derisi, l’attenzione è sempre più focalizzata sull’apparire invece che sull’essere, insomma il PARTITO mi sarà maestro come lo sono stati i suoi padri fondatori.

Vivo in una città di medie dimensioni con una serie di contraddizioni enormi, licenziamenti, casse integrazioni, extracomunitari che lavorano in nero e sono sottopagati, droga e, come si dice, non ci facciamo mancar niente per farci del male.

Sono figlio di un emigrato dall’Africa, ma sono privilegiato rispetto a tanti come me, infatti mio padre ha un buon lavoro e possiamo dire che la mia famiglia appartiene alla buona borghesia.

Ho visto crescere il degrado, quartieri della mia città che erano come dei borghi con tutte le caratteristiche positive, solidarietà, amicizia, stare insieme, sono diventati dei ghetti dove impera l’ignoranza e la malavoglia, dove la disperazione e la miseria dell’emarginazione si possono toccare con mano.

Mi sono subito attivato nel Partito, partecipavo alle riunioni e dicevo la mia, portavo avanti le mie proposte con l’entusiasmo della giovane età e la certezza che occorreva porre rimedio allo sfacelo fisico e culturale che ci incombeva intorno.

Sono andato dai dirigenti del Partito a proporre iniziative sulla sicurezza, sulla pace e sulla cultura, “vedi compagno, mi rispondevano, hai delle grandi idee ma voli troppo alto, la gente non ti capirebbe, e poi c’è la campagna elettorale, se portassimo avanti le tue istanze si rischierebbe di perdere”.

Con le elezioni ci fu la sconfitta, la parte avversa prese sempre più voti si dimise il segretario e ne fu nominato uno di grande esperienza, era già stato segretario durante le elezioni precedenti.

Non cessavo di essere attivo, proposi iniziative culturali sulla situazione giovanile e il nuovo proletariato, quello delle partire IVA, che non significava più libera professione, ma insicurezza lavorativa e vite massacrate ala ricerca di provvigioni da fame.

“non è il momento, mi fu risposto,l’argomento non è di attualità, oggi occorre un grande ripensamento sul nostro passato.

Abbiamo cambiato nome e riconosciuto finalmente che il comunismo era stato nella sua applicazione un grande errore storico, un errore costato la vita a milioni di persone.

Finalmente! Mi dissi ore si comincia a ritornare fra la gente e a capire le loro problematiche, così mi feci promotore di un progetto sui diritti dei meno abbienti che non andava solo a dare la linea ma avrebbe visto tutto il Partito impegnato in prima persona con un piano di lavoro che ci avrebbe visti coinvolti a fare volontariato nei quartieri, a istituire doposcuola a lavorare direttamente a contatto col disagio.

“non è il momento, la gente non capirebbe, mi risposero i dirigenti, sarebbe una fuga in avanti, oggi abbiamo da batterci affinché i compagni designati entrino nei consigli di amministrazione, occorre avere persone che decidono sulle cose reali, non dei sognatori, e poi si avvicinano nuove elezioni”.

Arrivarono anche queste e perdemmo di nuovo, il segretario si dimise e fu rieletto quello che lo aveva preceduto.

Bene! Mi dissi adesso sarà il momento in cui verranno fuori i grandi ideali per i quali ci siamo battuti sempre e in nome dei quali abbiamo cambiato none e rivisitato la nostra storia.

Proposi un percorso sugli ideali, il socialismo e la laicità, quei valori che avevano visto grandi figure della storia come Salvador Allende, come Gandhi, come Bertrand Russel, come Antonio Labriola combattere battaglie forti per avere una qualità della vita migliore e degna di essere vissuta, una vita fatta di idealità e di valori forti, tutte cose che a mio avviso venivano richieste dalle nuove generazioni, ritornare ad avere certezze e dubbi su cui discutere non solo ultras e reality ma valori, valori, valori.

Proposi al Partito iniziative sulla tolleranza, sulla laicità sulle recrudescenze integraliste che tutte le religioni delle certezze fideistiche mettevano in pista per avere l’egemonia sugli altri.

“non è il momento non ti capirebbe nessuno voli troppo alto, torna con i piedi per terra, mi fu risposto seccamente, non abbiamo tempo da perdere con le tue seghe mentali, dobbiamo occuparci di cose concrete che vadano davvero a toccare la gente, occorre innanzi tutto che uno dei nostri diventi deputato, poi che un altro diventi presidente del consiglio di amministrazione del grande ente e poi abbiamo da valutare le iniziative che l’associazione nostra che si occupa di cultura porta avanti, si affermino sul territorio, sono le feste di Partito, i concerti dei gruppi locali e la grande mostra di pittura che faremo per omaggiare il compagno pittore che si dedica a queste attività, e poi caro compagno, non dimenticare che stanno per arrivare le elezioni e noi non dobbiamo assolutamente andare contro quello che ci chiedono i nostri elettori.”

Abbiamo perso anche questa volta, il segretario si è dimesso e il suo predecessore ne ha preso il posto.

Nel frattempo mi sono laureato e ho trovato un lavoro negli Stati Uniti, credo che mi trasferirò li, a Chicago dove andrò a lavorare in uno studio legale.

Smetterò anche colla politica attiva, d’altronde mi sono reso conto che non avevo idee giuste e che avrei nuociuto al partito, dove le cose è bene che le decidano quelli che ci lavorano a tempo pieno da decenni, in fondo che esperienza ho io per poter insegnare loro.

Sono funzionari da quando avevano i calzoni corti e sicuramente loro sanno capire quali sono le istanze più vicine alla gente, e se perdono le elezioni è colpa dell’ignoranza dell’elettorato che continua a non capire.

Parto domani non so se rientrerò in Italia ma continuerò a seguire le cose italiane sperando che prima o poi la gente capisca e premi chi da anni si batte per loro nei consigli di amministrazione, facendo l’assessore e il presidente di vari enti.

La Spezia

Angelo “ciccio” Delsanto

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