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House of Cards

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Siamo arrivati alla fine della tredicesima puntata di "House of Cards", il serial proposto da Netflix il colosso dei film che possono essere scaricati sul televisore, il computer o ricevuti su DVD.
Mentre le serie di HBO, Showtimes, AMC mettono online settimanalmente ogni puntata, Netflix ha deciso di inserire il pacchetto della prima miniserie nella sua programmazione, consentendo allo spettatore di gestire in piena autonomia la visione delle singole porzioni.
Il regista di "House of Cards" e' David Fincher. Ha fatto testo la sua dichiarazione che fare un film non ti consente di approfondire i singoli personaggi, mentre e' la televisione che permette invece di scavare dentro ogni 'character'. In effetti una storia come quella di "House of Cards" aveva bisogno di essere spalmata su una serie di 13 puntate per raggiungere lo scopo di dare una panoramica testimonianza della vita del personaggio principale recitato da un eccezionale Kevin Spacey che interpreta Francis Underwood,  il capo dei deputati democratici alla House of Representatives. Il presidente degli Stati Uniti, dipinto come un uomo travicello e senza palle, e' alla seconda conferma del suo mandato. Promette al suo capace deputato di nominarlo segretario di stato .Ma la promessa non viene mantenuta. L'infuriato Francis Underwood inizia allora una campagna personale, fatta di colpi scena, intrallazzi, soffiate alla stampa, gioco pesante nei confronti degli oppositori, anche dello stesso partito, con l'epilogo finale che questo disgustoso esemplare della fauna politica di Washington alla fine diviene vicepresidente degli Stati Uniti.
La sceneggiatura e' stata fatta da Beau Willimon che ha lavorato per alcuni anni accanto a personaggi politici del calibro di Charles SchumerHillary ClintonBill Bradley, e Howard Dean. La trama attraverso cui si dipanano le vicende del deputato  Francis Underwood, interpretato da Kevin Spacey, e' quindi impostata da uno che della Washington politica conosce bene i risvolti e i meccanismi di corruttela attraverso i quali si creano i successi o i disastri personali dei personaggi di primo e secondo rango.
Francis Underwood offre con le sue vicende una conferma del fatto che il mestiere di politico corrisponde ad una mutazione genetica degli individui e di coloro che li circondano a vario titolo. Pur di raggiungere il suo scopo il potente politico democratico non rifugge da nulla, omicidio compreso di un suo piu' giovane collega intossicato da alcool e droga. E, con la tecnica del "Fourth Wall", si rivolge direttamente allo spettatore dicendogli esattamente cosa pensa della persona della quale ha intessuto elogi a non finire.
Intorno a Francis Underwood si muove una moglie Claire (Robin Wright) che col marito sta solo per raggiungere notorieta' e immagine in un rapporto che nonostante l'affetto, non esclude da parte dei due frequenti avventure extraconiugali. Ci sono poi giornaliste che saltano da un letto all'altro pur di assicurarsi un'informazione di primo piano. I collaboratori piu' diretti del parlamentare democratico (badate bene: non hanno parlato di un repubblicano perche' le accuse sarebbero state immediate) le cui storie private interferiscono con quella principale.
Un caleidoscopio di miserie elevate alla nona potenza e inserite in un contesto culturale che  giustifica ogni azione criminale in maniera machiavellica, pur di raggiungere lo scopo primario ovvero il potere. Il tutto cucinato in una splendida Washington. 
C'e' da domandarsi quanti politici professionisti italiani avranno il coraggio di vedere questo programma sia pure tradotto in italiano. La gia' scarsa stima di cui godono presso la gente potrebbe subire un'ulteriore mazzata se questo prodotto, del quale e' in corso di preparazione la seconda serie, avra' in qualche modo possibilita' di essere inserito nelle programmazioni delle televisioni italiane..