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Lo Stato dell'Unione





Il Presidente Obama viene accusato dai suoi detrattori repubblicani di essere solo un oratore da 'teleprompter', il suggeritore televisivo collocato su due pannelli trasparenti ai lati del podium. Si tratta di un'accusa ridicola perche' il teleprompter presuppone che chi parla con questo sussidio lo usi con capacita', interpretando e dando colore a quanto va leggendo sul plexigas. Barack Obama, anche nel suo discorso di fronte al Congresso, ha saputo uscire dalla routine della lettura di un testo preparato da altri. Per la semplice ragione che, da sempre, Obama (ottimo scrittore) segue da vicino il lavoro dei suoi ghost writers e consegna loro una traccia di fondo sulla quale poi un discorso viene imbastito.
I punti salienti dell'intervento sullo Stato dell'Unione quest'anno sono stati l'economia che deve trovare spazio per un rilancio di attivita' imprenditoriali che consegnino di nuovo un primato all'America, la scuola che deve essere potenziata, il controllo del clima , il ritiro dei militari presenti in Afghanistan e la fine di quella disgraziata guerra, la piu' lunga della storia degli Stati Uniti.
Ma nelle parole di Barack Obama vi era l'orgoglio di avere restituito all'America un netto recupero economico dopo la profonda e terribile crisi del 2007 e la sollecitazione alle forze politiche di lavorare per la nazione e non per il partito. Parole, si dira', solo parole. Ma i risultati della ripresa economica stanno a confermare come questo giovane presidente, ormai incanutito, abbia avuto la capacita' di convincere il popolo americano che era giusto concedergli una seconda chance per completare il buon lavoro iniziato.
Il discorso sullo Stato dell'Unione e' il momento piu' importante di una amministrazione perche' segna quali sono i risultati che un presidente intende raggiungere nel corso di un anno appena iniziato.

Obama ha rischiato comunque di vedersi in parte rubare la scena da due avvenimenti: 

il primo e' stata la conclusione della caccia a Christopher Donner, l'ex poliziotto di Los Angeles braccato finalmente in una 'cabin' in una locaita' di montagna nella foresta di San Bernardino. Prima di morire (al momento in cui scriviamo non sappiamo se suicida o ucciso dal SWAT Team) e' riuscito a uccidere un altro vice scheriffo e ferire un collega ora in fin di vita. Questo morto si aggiunge ai tre  uccisi nei giorni scorsi a Los Angeles in una guerra privata di questo folle che aveva giurato vendetta per un torto subito.

Poi ci si e' messa di mezzo la presentazione di 'House of Cards', un serie televisiva prodotta per la prima volta da Netflix, il colosso dei film a domicilio dietro pagamento di pochi dollari al mese. House of cards narra la storia di un deputato democratico, impersonato da Kevin Spacey  che si muove con maestria all'interno del Congresso. La serie televisiva, scritta chiaramente da gente che conosce bene i meccanismi piu' oscuri del parlamento americano, da' un'immagine dei politici che lavorano a Washington molto vicina alla realta'. Al punto che senatori e deputati si sono scagliati contro questo programma televisivo. Politica all'insegna del tradimento, della corruzione, della manipolazione piu' oscena di uomini e sentimenti. Per perseguire il potere, mantenerlo, accrescerlo. E tutti, uomini e donne, si muovono in questo contesto all'insegna dell'avidita' e dello sfruttamento integrale del prossimo. 
Pensavamo proprio alle puntate di House of Cards quando nell'attesa dell'arrivo del Presidente per il suo discorso nell'aula della Camera, le telecamere indugiavano su deputati e senatori che si abbracciavano, baciavano, stringevano mani, mostravano simpatia e riconoscimento reciproco. Tutti quegli atteggiamenti che si ritrovano ampiamente caratterizzati anche nei comportamenti quotidiani di corpi politici di altre nazioni. Prima o dopo i conflitti elettorali.
Ma non tutto e' cosi': ci sono quelli (e sono molti ) che credono ancora nella missione che stanno compiendo per conto del popolo che rappresentano. Il film di Spielberg su Lincoln insegna appunto che, al di la' dei compromessi necessari per mandare avanti un progetto, cio' che conta e' la purezza dei principi e dei propositi. Del resto un chirurgo non si ferma di fronte agli odori che si levano dal ventre del paziente che sta operando.