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Di Guido Colomba
I Paesi del Nord Europa e Regno Unito riducono le tasse societarie al
22-25% ampliando la forbice rispetto al 30-33% di Italia, Francia e Spagna. In
Italia poi la situazione è quasi paradossale. Tesoro ed Agenzia delle Entrate
si comportano come se la recessione, definita dal presidente dell'Istat
Giovannini "la più lunga e la più grave della storia d'Italia, più grave
ancora di quella degli anni Trenta e successivi", non ci fosse con il
dramma di tre milioni di disoccupati e un 40% di giovani sotto i 25 anni privi
di lavoro. Bastano due esempi: (1) le imprese non hanno accesso al credito ma
non riescono a riscuotere, con un ritardo medio di 18 mesi, i quasi 50 miliardi
che vantano verso la Pubblica
amministrazione; (2) Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate, ha
alzato (6 marzo) gli interessi di mora del 14,8% portandoli da 4,5504% al
5,2233% in aggiunta ai pesanti aggi esattoriali. Che senso ha questo aumento
(il tasso Bce è pari a 0,75%)? Non bastano i sequestri punitivi delle case, dei
capannoni, delle merci che Equitalia ha effettuato anche verso coloro che
vantano crediti verso la P.A ,
non riconoscendo nemmeno il diritto alla compensazione tra crediti e debiti
verso lo Stato? Eppure l'episodio di Perugia, dove un piccolo imprenditore
prima di uccidersi ha sparato a due dipendenti della Regione Umbra, dovrebbe
insegnare qualcosa. "Radio 24" (proprietaria Confindustria), per mesi
ha ricordato il dramma degli imprenditori che si sono suicidati proprio per
questi motivi. Non si vuole creare allarmismo né sottovalutare l'assoluta
priorità della lotta all'evasione. Ma l'economista Bini Smaghi (già membro del
board Bce), al convegno di Cernobbio, ha condiviso l'analisi di Giovannini:
"Più si trascura il fatto che questa è la crisi più grave mai attraversata
dall'Italia, peggio sarà". Siamo al quinto anno consecutivo di crisi e
ancora non si vede l'uscita dal tunnel anche se Draghi tranquillizza sostenendo
che per l'Italia oramai "c'é il pilota automatico", minimizza i
rischi della crisi politica e rassicura l'Europa degli speculatori:"la
politica monetaria - afferma- resterà accomodante finché servirà". Infatti
lo spread Btp-Bund è risceso verso quota 300. Ma i problemi dell'economia reale
restano. Negli ultimi due anni, le società quotate in borsa (banche e imprese)
hanno svalutato gli asset di ben 40 miliardi di euro. E' l'intera filiera della
produzione e dei consumi che si sta bloccando (per fortuna l'export va bene).
Anche le imprese private, sull'esempio dello Stato inadempiente, non pagano i
loro fornitori. Dove si vuole arrivare? Persino la
Banca d'Italia chiede alle banche di rivalutare ai prezzi di
mercato gli immobili "aggiornando le perizie e valutandone la
liquidabilità" (più difficile in tempi di crisi). Sarà bene che anche lo
Stato e gli Enti locali e territoriali si affrettino ad aggiornare il valore
del patrimonio pubblico per poterlo: (1) offrire in garanzia a fronte di
emissioni di debito ad hoc in libera sottoscrizione ai risparmiatori; (2)
dismettere con una saggia e lucida politica di privatizzazioni senza riunirsi
sullo yacht "Britannia" ancorato a Civitavecchia come nel 1996. Sono
trascorsi 16 mesi dall'insediamento del governo Monti. Poco o nulla è stato
fatto sul versante delle privatizzazioni e della riduzione della spesa pubblica
per l'ostinata opposizione delle due maggiori forze politiche che lo hanno
sostenuto. Bersani, alla direzione del Pd, nulla ha detto (a differenza di
Renzi) sulla eliminazione del finanziamento dei partiti. ll costo della
politica, valutato in oltre 80 miliardi di euro, continua a crescere. Non può
sorprendere se il consenso verso i “grillini” è già salito in dieci giorni di
altri tre punti e se i giovani sotto i 25 anni sono favorevoli al 50%.