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Fare pulizia nell'alta burocrazia



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Occorre fare pulizia nell'alta burocrazia. Per comprendere quale sia la posta in gioco bisogna partire dagli interessi (85-90 miliardi nel 2013) che lo Stato paga sul proprio debito. Ebbene questa enorme cifra non riguarda, come si è finora creduto, il servizio del debito sui titoli di Stato pari a 65 miliardi. Il resto, circa 20-25 miliardi, riguarda il costo dei debiti pregressi (compresi i contratti derivati sulle emissioni in valuta estera, i depositi postali e i mutui degli enti locali). Da dove si ricavano questi dati? Non vi sono pubblicazioni. E' un mistero della finanza pubblica. Ecco perchè il "ciclone Matteo Renzi" sta sconvolgendo le acque stagnanti della defunta Seconda Repubblica animata dai "professionisti della palude". Crescono le resistenze ed i cavilli al progetto di legge elettorale (propedeutica alla riforma della Costituzione) tanto che oggi è intervenuto Giorgio Napolitano con l'invito a "fare subito le riforme istituzionali". Sul proscenio vi sono tre punti da segnalare. Il primo riguarda la sfida lanciata da Matteo Renzi alle Regioni con l'obiettivo di eliminare la duplicazione delle competenze (grazie al titolo V della Costituzione) che paralizza lo Stato aggravandone la crisi economica. Il secondo attiene al debito della Pubblica Amministrazione verso le imprese, pari a oltre 100 miliardi: nel 2013 sono stati rimborsati appena 21 miliardi (erano 16 a fine ottobre). La Spagna con l'aiuto europeo ha restituito 40 miliardi alle imprese rilanciando l'economia e risanando le banche. Lo stesso Saccomanni (past d.g. di Bankitalia) riferisce che, pagando solo 21 miliardi, il Pil è migliorato dello 0,3%: quindi l'intera cifra, se pagata, avrebbe avuto un impatto dell'1,5%. Cioè l'uscita dalla crisi: altro che mini-Imu e saldo Tares. Poi vi è il problema dei debiti degli enti locali. Oltre 8100 aziende municipali, partecipate dagli enti locali, che producono oltre 23 miliardi di deficit. Roma, con 22 miliardi di debiti pregressi (più 800 milioni di debiti correnti), non vuole privatizzare le municipalizzate (come sollecita la Lanzillotta). Renzi ha sottolineato in TV ("Virus", conduttore Porro) che non basta privatizzare solo per tappare i buchi ma occorre ridurre il carico fiscale sul lavoro (dodici punti sopra la media europea). Ecco perchè si attende una credibile riduzione della spesa pubblica (820 miliardi all'anno). Come mai Cottarelli tace? Sta di fatto che l'annuncio della parziale privatizzazione di Poste e Enav non ha impedito allo spread di tornare ai massimi dell'anno (227 basis points) sulla scia della crisi argentina. Il terzo punto concerne l'uscita dal "modello Cgil" che ha finora dominato la politica economica degli ultimi quarant'anni. Non a caso Fassina e Cuperlo si trovano in totale disaccordo con Matteo Renzi che, con il Job Act, promette una nuova politica dell'occupazione, sul modello inglese, utilizzando l'enorme costo assistenziale della Cig per creare nuovi posti di lavoro in deroga al demenziale "fiscal compact". E' sotto gli occhi di tutti che il Paese è paralizzato dai veti incrociati. Finalmente, Galli Della Loggia sul "Corriere" ha preso atto che l'Italia è in mano a un "nucleo burocratico-corporativo" collegato ai "grandi interessi protetti" ed accentrato nel "cuore dello Stato e della macchina pubblica" integrata da Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Un tema che, da diversi mesi, abbiamo affrontato sulle colonne di "The Financial Review". Con un aggravante. Le leggi sono legate a regolamenti attuativi tutti nelle mani dell'alta burocrazia ministeriale. Ne mancano ben 852 per rendere operative le leggi dei governi Monti e Letta. Persino per la legge di stabilità, appena approvata, si attendono ben 117 decreti attuativi. "Leggi e decreti - afferma Nardella (renziano) - debbono essere auto applicativi, cioè contenere le discipline tecniche". Chiaramente non bastano le buone intenzioni declamatorie del governo Letta. La nascente Terza Repubblica deve liberarsi con urgenza di questi alti burocrati che hanno conquistato uno spazio di potere che non ha eguali nel mondo occidentale. (Guido Colomba - Copyright 2014 - Edizione italiana) n.800 - La Rassegna Finanziaria (R.F.) The Financial Review, Agenzia stampa quotidiana, fondata nel 1962. 
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Le privatizzazioni proposte sono solo un modo per far cassa (meglio di niente). Ma un vero segnale di cambiamento si avra' solo quando verra' ceduto al mercato il controllo e gli amministratori non saranno piu' scelti dal ministro dell'economia.
C. Giussani
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Ottimo l'articolo "Fare pulizia . . ". Complimenti, anche se il buon senso ci faceva capire approssimativamente, ma così chiaro non l'avevo mai letto. Quando sei da queste parti italiche fatti vivo. Ti riabbraccerei con gioia. 
Maurizio.