Cosa succedera' al Mare Nostrum?
In questa terribile faccenda tenuta abilmente in sordina, nessuno riesce a vedere al di la'
del proprio naso... e si impone una gigantesca campagna di informazione e di
allerta sui digital media, per mobilitare i giovani..... altro che preoccuparsi delle intercettazioni
telefoniche dei cellulari e dei messaggi email, qui si tratta di un problema
gravissimo ambientale per i paesi che si
affacciano sul Mediterraneo, le grandi potenze ed i governi interessati si
lavano le mani......
La distruzione delle armi chimiche siriane e' un processo
in corso cominciato sulla base di diversi accordi raggiunti nel settembre del
2013. Il piu importante e' la risoluzione del consiglio di sicurezza delle NU
2118 che ha imposto alla Siria la responsabilita' ed una tabella di marcia per
la distruzione delle sue armi chimiche e delle sue infrastrutture di produzione
di tali armi.
Come si distruggeranno tali armi?
La Cape Ray, un
mercantile americano e' stato
equipaggiato con due sistemi Americani di idrolisi , macchinari mobili che
usano il calore, l'acqua e sostanze chimiche per neutralizzare gli agenti
tossici. "Una volta trattate le sostanze chimiche non sono piu' tossiche,
ma sono ancora considerate rifiuti chimici e a seconda di Ralf Trapp, esperto
di armi chimiche ed ex consulente della OPCW
(organizzazione per la proibizione della armi chimiche) sono nocive
all'ambiente ovvero
"environmentally unfriendly".
I prodotti di scarto saranno eventualmente trasportati su
terra ferma o tenuti a bordo per ulteriori trattamenti e la destinazione finale
deve essere ancora decisa, in ogni modo deve essere immagazzinata per anni nei contenitori
per evitare il rischio di corrosione.
A seconda del Daily Telegraph:
"Il primo lotto di armi chimiche e' al sicuro a
bordo di una nave danese che e' gia' al largo nelle acque internazionali e si
sta dirigendo verso il porto di Gioia Tauro scortata e protetta da navi danesi norvegesi, russe e cinesi............"
La tomba per queste armi tossiche sara' al largo di Creta
ad ovest della prefettura di Chania.
L'affondamento nel cuore del Mediterraneo di 800
tonnellate di armi chimiche trattate con idrolisi causera' un grave
inquinamento, un serio degrado ambientale e gravi minacce per la salute
pubblica. E' in violazione delle convenzioni internazionali per la salvaguardia
degli eco sistemi e delle specie marine presenti nell'area.
"Si tratta di un'operazione selvaggia - ha
dichiarato Rossi eurodeputato - l'affondamento delle armi chimiche in un mare
chiuso come il Mediterraneo con il rischio di un impatto ambientale disastroso
sul nostro territorio e sui nostri mari."
Il governo Italiano si e' limitato a difendere la
decisione di permettere l'arrivo della nave (e delle navi in seguito...) a
Gioia Tauro per contribuire allo smantellamento delle infrastrutture e di
stoccaggio di armi chimiche nel Medio Oriente.....ma perche' non si e' deciso di
affondarle nel mezzo dell'Oceano Atlantico???
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La Casa Bianca se ne faccia una ragione: i politicanti italiani, almeno quelli che contano, sono tutti ricattabili, corrotti e disperati. Senza futuro! Chiediamo ufficialmente: Aiuto!!!
Nicola
L'Aquila
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La Casa Bianca se ne faccia una ragione: i politicanti italiani, almeno quelli che contano, sono tutti ricattabili, corrotti e disperati. Senza futuro! Chiediamo ufficialmente: Aiuto!!!
Nicola
L'Aquila
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Caro amico Oscar,
ogni volta che il nostro Paese si trova coinvolto o
interessato ad un lavoro che richeda know how tecnologico, ecco arrivare le
solite chiacchiere. No alle ferrovie veloci, no alle centrali che siano
nucleari, a carbone, a metano, turbogas, no ai tunnel, no ai ponti, no agli
inceneritori, no a...tutto quanto sia tecnologia, scienza. Io da tecnico, da
chimico, avendo studiato scienze e come scienziato mi sento offeso da un
Paese di continui piagnistei, geremiadi, da fattucchiere e uomini della medicina
che rescono a vendere acqua fresca per rimedi miracolosi. Stop di qua e di là .
Credo che in Italia ci sono troppo professori di belle lettere, avvocati,
giornalisti, che non capiscono niente di cose scientifiche, tecniche perchè
poverini ignorano, nel senso che non sanno, ma si danno arie di grandi
intenditori, per i quali qualunque cosa si tratti di fare è un mal di
capo, son felici nel loro caldo brodino e lasciare che il Paese degradi a
terzo mondo. Pensassero a far meglio le leggi, ad insegnare seriamente, a
scrivere il vero.L'incarico fa pensare al fatto che siamo ancora (le ultime
tracce, grazie a costoro) un Paese evoluto tecnicamente le cui conoscenze
permettono di affrontare il problema. Invece no, e la monneza la mandiamo
a scaricare all'estero: manco un po' di domestica insalata siamo capaci di
trattarcela in casa.Vabbè, ho capito, abbiamo fatto troppa strada per costoro,
meglio tornare al potere degli azeccagarbugli, ai professorini delle lezioncine
private, ai giornalisti (?) al servo di qualche interessato lobbista. E gli
altri a servire, la tecnica è pericolosa, altrove ha evoluto i popoli.
Lorenzo Cafaro
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Gentilissimo,
non posso garantire per Renzi e per i modaioli.
non posso garantire per Renzi e per i modaioli.
Trova tuttavia qui sotto la
posizione di Greenpeace su questa faccenda che, a quel che leggo in giro, mi
pare mescoli qualche bufala a una sostanza seria e per certi versi
preoccupante.
Se le servono chiarimenti, mi faccia pure sapere.
Se le servono chiarimenti, mi faccia pure sapere.
Cordialmente,
Alessandro Giannì
Alessandro Giannì
L’esistenza e l’uso
di armi chimiche in Siria è causa di grave preoccupazione e condanna
internazionale. È chiaro che queste armi pericolosissime devono essere rimosse
dalla Siria e distrutte. Non esiste purtroppo nessuna opzione ottimale, nessuna
soluzione “pulita” ma solo una strategia che minimizzi i rischi, rischi non del
tutto eliminabili.
Greenpeace ritiene
praticabile la soluzione adottata, di usare un procedimento di idrolisi
su una nave in mare
aperto. Questa soluzione non contraddice la Convenzione di Londra,
che intende
prevenire danni all’ambiente marino. Secondo l’OPCW (Organisation for the
Prohibition of Chemical Weapons) nessun prodotto o sottoprodotto dell’idrolisi
sarà sversato o smaltito in mare e tutto sarà trasferito verso impianti a terra
per un trattamento finale o per lo smaltimento. Comprendiamo che l’idrolisi è
un processo non privo di rischi, ma il bilancio tra la minaccia e la sicurezza
implica che queste armi chimiche devono essere allontanate dalla situazione,
estremamente delicata, che permane in Siria: infatti, la distruzione sul
territorio in cui si trovano non è praticabile.
Siamo dunque di
fronte a circostanze eccezionali e complesse, ma ciò non deve fare di questo
caso un precedente valido.
Greenpeace ritiene
che il compito urgente di distruggere l’arsenale mondiale di armi chimiche
debba avvenire a terra, con piena trasparenza, partecipazione pubblica e
valutazione degli impatti ambientali, scegliendo le tecnologie che minimizzino
i rischi.
Per quel che
riguarda il trasbordo e il trasferimento di questi materiali in una nave degli
Stati Uniti per effettuare la distruzione delle sostanze chimiche tramite
idrolisi, ogni comunità coinvolta deve essere pienamente informata, e deve
voler accettare i rischi associati, per quanto minimi. Greenpeace ritiene
che a dispetto della natura di queste armi e della naturale segretezza delle
attività militari, deve essere garantita totale trasparenza e deve essere
resa pubblica una valutazione degli impatti ambientali.