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Una faccia, una razza. La Grecia, l’Italia e la passione per l’umanità



di Pietro Masci

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Il detto popolare “una faccia, una razza” accomuna greci e italiani evidenziando le similarità tra i due popoli ed anche se l’associazione più appropriata sarebbe, probabilmente, tra i Greci e gli abitanti della Magna Grecia, quel sud d’Italia che con la Grecia scambiò saperi e cultura, le origini di questa frase sono tutt’ora incerte. Molti ritengono che l’espressione sia di radice italiana, anche se sono i greci ad usarla più frequentemente. Si tratta di una detto molto diffuso, entrato a far parte del patrimonio popolare che definisce la comunanza di principi, valori, intenti e cultura. Peraltro, recenti studi del DNA mitocondriale dimostrano che l’eredità materna dei greci moderni è distinta da quella degli slavi ed è simile agli italiani e che le madri del popolo greco riflettono un comune patrimonio greco-romano antico.......
La diaspora accomuna i due popoli.
Ospitalità, rispetto del passato e delle generazioni che ci hanno preceduto costituiscono i capisaldi della cultura greca che ritrovi in ogni luogo. La proprietaria del ristorante “Dolphins” di Sami, ad esempio, ti accoglie a braccia aperte sorridendo e la mattina dopo, prima ancora che il gallo canti, Niki con un sorriso grande e un Calimera! squillante ti porge un vassoio di uva, limoni e marmellate locali e di fronte a tutto questo non puoi fare altro che balbettare il tuo Parakalò”......

Intanto i funzionari della Capitaneria di Porto di Vathi, con una gentilezza innata, chiamano l’operatore della compagnia telefonica e ti spiegano quanto credito è rimasto nel tuo cellulare e, mentre scendi da Perachori a Vathi, ritrovi la familiarità dei rapporti che,ancora una volta ha il sorriso della proprietaria del bar–panetteria che ti accoglie porgendoti una ciambella: “L’ho lasciata per lei”dice.  La assaggi pensando all’Italia e bevendo il caffè greco bollente come fosse un espresso,un caffè che non si può consumare in piedi e di fretta, un caffè che è quasi un rito e va sorseggiato seduto al tavolo, come d’altronde fanno tutti i greci.
Ma non solo: entrare nella Banca Alpha diventa un piacere anche perché puoi interloquire -spesso in italiano- con i funzionari, soprattutto con quello più intraprendente che si avventura a dire: “Noi greci e italiani abbiamo tante cose belle in comune, dovremmo valorizzarle meglio!”. E perfino la visita al presidio della polizia locale per ottenere il permesso di residenza diventa rilassante quando ti scopri che l’ufficiale greco interpreta perfettamente i documenti italiani e pertanto non c’è necessità di affannarsi a tradurli.
La simpatia che ti circonda è evidente se il proprietario di uno dei ristoranti dove si va a vedere le partite di calcio ti ricorda: “Domani c’è la partita della Lazio!”  e lui rimane aperto, anche d’inverno, fino a mezzanotte per lasciarti vedere la partita, anche se spesso non è entusiasmante; mentre la comunanza di principi e valori la verifichi direttamente quando il farmacista rammenta – come se avesse vissuto quell’esperienza- che Cefalonia e Itaca facevano parte della Repubblica di Venezia, oppure quando entri nel negozio di alimentari dove l’anziano militare ricorda i suoi viaggi e le avventure con le navi italiane, mentre, in uno stentato italiano, mostra orgoglioso le sue foto e quelle della sua famiglia....
La cucina greca e quella italiana, specialmente se meridionale, hanno molte somiglianze perchè le due aree del Mediterraneo condividono climi e terreni simili e pertanto usano prodotti simili: olive e olio d’oliva, melanzane, zucchine, peperoni, aglio e pomodori che si trasformano in piatti e ricette analoghi, come la “parmigiana”, piatto napoletano (Napoli è una città fondata dai greci dove si è parlato greco fino al nono secolo d.C.) che si avvicina alla greca “moussaka”: stratificazione di melanzane, salsa di pomodoro e formaggio.
Certamente esistono anche molte diversità tra greci e italiani. L’esperienza quotidiana, ad esempio, fa emergere due importanti fattori, forse collegati: la Grecia, diversamente dalla Magna Grecia, non ha un Nord industriale e produttivo, ma in Grecia, ad esempio, sono assenti pratiche e associazioni mafiose e camorriste.....

Gli accadimenti quotidiani confermano che le similitudini tra greci e italiani si basano soprattutto sull’espressione del viso, sulla voce e sull’accento che richiamano un patrimonio comune. Aggirarsi per Vathi fa bene al cuore e alla mente perché si può osservare che la vita scorre uguale e non è turbata, bensì arricchita dalla presenza dei turisti. Consola la facilità di relazionarsi con persone che conosci e che ti conoscono e ti rassicura sapere che i greci di Itaca ti considerino uno di loro. Un appagamento dei sensi, come quando si viaggia da Vathi verso Kioni, a sinistra il mare e Cefalonia, a destra le rocce di Itaca, ed anche se l’esperienza personale non può essere generalizzata (può darsi che altri individui non ritrovino le stesse sensazioni e non facciano le stesse esperienze), anche la storia assicura che tra greci e italiani esiste una solida comunanza di valori e attesta quanto entrambi i popoli e le culture abbiano contribuito all’arte, alla letteratura, alla democrazia ed alle istituzioni convalidando ancora una volta il motto “una faccia, una razza”.
Una faccia, una razza” perchè i greci sono fondatori e parte integrante della civiltà occidentale e, nonostante abbiano sofferto ben quattro secoli di dominazione ottomana (un’egemonia che ha separato la Grecia dall’Europa proprio nel periodo del Rinascimento, l’epoca che ha celebrato la cultura greca nelle arti) mantengono ancora oggi una profonda volontà di rimanere legati al vecchio Continente. Un modo di essere ed un sentimento che non meritano l’espressione sdegnata di alcuni incauti leader europei e, soprattutto, di stolti e ignoranti politici italiani:“Non finiremo come la Grecia!”....
Una faccia, una razza” per i due popoli che hanno posto le radici della civiltà occidentale. Ciò che Socrate, Platone, Aristotele, Epicuro, Cicerone hanno scritto oltre 2000 mila anni fa è ancora attuale. Non è un caso che gli Stati Uniti -dove la Costituzione e la democrazia durano da oltre 200 anni, e hanno favorito progresso e sviluppo- abbiano voluto ispirare il loro sistema ai valori che greci e romani hanno tramandato: libertà, giustizia, democrazia, anche se, accanto ai valori universali però, greci e italiani non hanno mai cessato di avere mali e difetti che li hanno condotti alle sofferenze presenti.
Una faccia, una razza” per invitare greci e italiani a rinascere sui valori della libertà dell’individuo, della giustizia e della democrazia che hanno per primi elaborato. Valori che non debbono costituire una vuota affermazione, ma essere alla base della vita quotidiana, alimentare progresso e benessere e permettere a greci e italiani di utilizzare il loro grande potenziale nella loro terra.
Allora il cerchio sarà proprio chiuso.