di Rosario Amico Roxas
Inizia, per il mondo musulmano, il mese
di digiuno, uno dei cardini della religione; colgo l’occasione di questo spazio per
porgere ai fratelli musulmani gli auguri per l’inizio del Ramadhan 1435, che in
moltissimi onoreranno, anche se potrebbero sentirsi esonerati, trovandosi
lontani dalla loro terra, ripromettendosi di recuperare quando dovessero ritrovarsi nella condizione
più favorevole.
Auguri, ovviamente a titolo personale, ma sarebbe bello che altri
ritenessero opportuno associarsi.
"Ramadhan" è il nome
del nono mese lunare del calendario musulmano.
Si tratta di uno dei cinque
pilastri della religione musulmana, che concretizza la visione verticale della
religiosità (rapporto esclusivo dell’uomo con Dio) e orizzontale (rapporto
solidale fra gli uomini).
Durante questo mese i musulmani,
da circa un'ora e un quarto prima del sorgere del sole fino al suo tramonto, si
astengono dal bere, dal mangiare e da qualsiasi relazione sessuale. E' dunque
un mese di rottura, rispetto alla vita quotidiana, che mira al risveglio della
spiritualità ed alla coscienza della presenza di Dio.
E’ la volontà, da parte del musulmano, di prendere le distanze dal
mondo per avvicinarsi al Creatore dei mondi. Questa dimensione spirituale è
fondamentale, è l'espressione intima della verticalità della fede, cioè della
dimensione che regola il rapporto fra l’uomo e Dio. Ma la dimensione orizzontale si presenta come
il complemento indispensabile poiché colui che digiuna entra in una sorta di
comunione con gli altri uomini, ma, principalmente, con i poveri e i bisognosi
della terra. Senza bere, senza mangiare, l’uomo è incoraggiato a dare, a
condividere ed a partecipare alla vita comunitaria.
La privazione del corpo segna la rinascita e la rigenerazione
dell'energia spirituale, perché tale privazione si coniuga con l’esigenza di
ripristinare rapporti sociali interrotti, screzi fatti o subiti, in un
sentimento di pacificazione interiore che riavvicina le famiglie e i gruppi
alla luce della solidarietà umana e sociale. L’aspetto religioso si fonde così
con l’aspetto sociale, per questo il ramadhan va inteso come l’espressione
della verticalità della fede. Tutto però dipende dal più importante pilastro
dell’Islam, e cioè la Professione di Fede, che unisce tutti gli altri pilastri:
la carità, la preghiera e il pellegrinaggio alla Mecca. Non esiste digiuno
senza la professione di fede, come non esisterebbero gli altri pilastri se non
compresi nell’unico disegno divino che trova, nella professione di Fede, la più
alta manifestazione.
Nel nostro mondo occidentale e
nelle Chiese cristiane, il digiuno e l'astinenza dalla carne, che era di regola
tutti i venerdì e durante tutta la Quaresima, cioè quaranta giorni, sono stati
praticamente abbandonati. Nel mondo protestante questa prescrizione si mantiene
astratta e non fa parte di quelle obbligatorie. Tra i cattolici restano solo
due giorni di digiuno all'anno, ma un giorno di digiuno per un cattolico
significa semplicemente limitarsi ad un pasto e due spuntini. Non si tratta
assolutamente di astenersi da alimenti e bevande per tutto l'arco della giornata.
La pratica
islamica è certo stupefacente per noi cristiani. Costituisce una testimonianza
di fede singolare. Non c'è alcuna confessione al di fuori dell'Islam che
manifesti in modo così forte la sua fede in questa occasione.
Rosario
Amico Roxas
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Tra il 2002 ed il 2012 sono stato
co-direttore di un Progetto governativo italo-marocchino (Ministero
degli Esteri, Italia; Ministero della Cultura, Marocco) per la
costituzione del Parco Nazionale di Jbel Sarhro, tra le montagne dell'Atlas ed
il deserto del Sahara, oltre Ouarzazate, tra le valli del Dadès e del Draa,
fino al confine con l'Algeria. Il mio co-direttore era il Prof. Abdelkaleh
Lemjidi dell'INSAP di Rabat; l'equipe era mista, con specialisti italiani
coordinati dal CeSMAP - Centro Studi e Museo d'Arte Preistorica di Pinerolo,
istituto lieder nel settore, e marocchini; i lavori erano seguiti
dalla troupe RAI-TV per i programmi di Leonardo e di Mediterraneo. Il parco
globale, comprendente tutti gli aspetti naturali e culturali, ha un'estensione
dieci volte il Parco Nazionale del Gran Paradiso in Italia il cui direttore ha
lavorato in Africa con noi.
Veniamo al Ramadhan: più volte le
missioni di ricerca e studio sul terreno si sono svolte nel periodo liturgico
islamico. Sebbene non fossimo tenuti, in quanto non musulmani, ad un
particolare comportamento, i membri italiani dell'équipe hanno sempre
rispettato la tradizione, evitando di mangiare o bere in pubblico dall'alba al
tramonto, per rispetto nei confronti di coloro che erano osservanti. Questo
comportamento fu altamente apprezzato dai colleghi marocchini, i quali
-scherzando- dicevano che eravamo più osservanti noi di loro !
Spesso basta un po' di digiuno per
far avanzare la Fraternité.
Dario Seglie, Torino, Italy