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Meditazioni in treno



Caro Oscar,

Leggo il tuo Blog su Italo, andando a Roma il lunedì mattina, partenza ore 6.30. Essendo un lunedì, il treno è praticamente vuoto (si capisce bene come Italo sia indirizzato ad un indebitamento crescente (causa concorrenza "unfear" di Trenitalia, anche se il servizio è nettamente migliore) e c'è "calma piatta". Ho quindi tempo e modo si rispondere a quanto leggo sul tuo Blog.

Per il D-Day, qui in Italia non frega niente a nessuno. Sulle reti TV nazionali hanno fatto vedere soltanto una breve intervista a due italiani che erano presenti alla cerimonia in Normandia, ove si trovava anche un vice-rappresentante del Governo. Per il resto, il vuoto assoluto. Se non fosse per qualche film holliwoodiano sull'argomento, pochi saprebbero di che si tratta. Però abbiamo la stampa piena delle pene,  amori e speranze del ns. eroe nazionale Balotelli e di quelle di Scaiola. Di quest'ultimo, poi, sappiamo per filo e per segno quanto soffra per il suo infelice amorazzo per la bella signora Matacena (della quale conosciamo ormai anche il colore della biancheria intima) e delle sue lacrime di sangue di quest’ultima per il disumano trattamento a cui è soggetta, non potendo avere una cella in un hotel a 7 stelle con vista mare.

Per il Mose e l'Expo, ti dico soltanto che da circa tre anni stavamo in contatto con la struttura tecnica dell'Ente per la fornitura di un impianto che avrebbe assicurato un livello di security della massima affidabilità. Prove, incontri e controprove. Però, si è sempre spostata in avanti la decisione dell'Ente di procedere alla formalizzazione della ns. richiesta. Scoppiato lo scandalo e divenute note le “mirate” commesse date a varie società, leggiamo che ciò per cui stavamo discutendo non sarebbe mai stato contrattualizzato perché tutto il progetto security era stato già da molto tempo assegnato da Expo ad una società (parliamo di qualche centinaio di milioni di €) per assegnazione diretta “causa riservatezza”. Il lato positivo per noi (al di là del danno e delle beffe) è stato il non perdere più tempo in incontri inutili e chiacchere da caffè.

Per quanto riguarda Irak, desidero rispondere al politologo che sul tuo Blog ci rassicura della veggenza di Obama, della sua serietà e buon operare sulla politica del suo paese a difesa della liberà del mondo (seppure, poveretto, con le limitazioni di un Parlamento e Senato che “disturbano” le sue probe intenzioni). Io ricordo che 30 anni fa (circa) ero a cena a Minneapolis dal mio boss americano (lavoravo in Control Data Corporation) e con vari colleghi si discuteva della politica estera americana, magnificata dal boss quale garante della pace del mondo. Il mio collega inglese gli rispose che gli americani avevano due oceani a loro protezione e che il cittadino medio di Minneapolis, di Denver, di S.Louis conosceva a stento ove si trovasse l’Europa, cosa ivi si dibattesse, quali fossero i problemi e gli equilibri dell’area mediterranea. Purtroppo poco è cambiato: il disastro del “mare nostrum”, iniziato dalle folli decisioni di Bush, è stato “ottimizzato” dal saggio (premio nobel per la pace, a preventivo) Obama con lo spingere e “favorire” la “primavera araba”.  Il risultato è agli occhi di tutti. Il fatto, però, è che lui ha due oceani a protezione della sua nazione e nel mediterraneo i problemi sono nostri, con qualche milione di arabi che fugge da quei paesi per raggiungere le ns. coste (dal momento che soltanto noi li raccogliamo per evitare un mare nostrum di cadaveri). Se poi in Siria muoiono migliaia di persone al giorno e che il dittatore operi un eccidio su larga scala, ivi dalle minacce si è adesso passati alle carezze ed agli aiuti. Questa è la politica del saggio Obama, che da Senatore aveva parlato di cosa bisognava fare e non fare, meritandosi alla sua elezione il nobel della pace!
Comunque, è stato sicuramente efficace per aver dato al suo contraltare Putin quell’aureola di uomo di pace e di grande statista che nessuno in Occidente gli avrebbe mai riconosciuto.

L’unica ns. speranza è che il prossimo presidente USA sia estremamente diverso dai suoi due predecessori, che “certamano” tra di loro per chi sia “il migliore”.

Caro Oscar, speriamo nella Hillary! Grave errore la sua non elezione al primo mandato Obama. Ma, purtroppo, ormai negli USA il Presidente è eletto coi voti degli “americanos”, cosa che da noi avverrà tra non molti anni con quelli degli immigrati (i compianti Garibaldi e Mazzini ci avranno dato l’unità del Bel Paese pensando a loro, Cicerone, Dante con Michelangelo e quanti altri una cultura che non sarà in prospettiva più insegnata nelle nostre scuole).

Un caro abbraccio
Aldo