Leggiamo sui giornali italiani del tracollo del partito democratico.
Nei prossimi giorni l'assemblea di questo partito si riunirà per valutare la pessima situazione in cui si è venuta a trovare questa coalizione politica che solo due anni fa aveva raggiunto il 40% dei consensi nazionali.
Additare Matteo Renzi come responsabile di questa frana non solo è ingiusto ma anche illogico: Paolo Gentiloni ha raccolto il testimone del dimissionario segretario del PD e ha lavorato bene, ma i fatti in Italia servono poco.
Ciò che importa è parlare al ventre della gente, farsi megafono degli istinti banali, saltabeccare sulla non sopita voglia fascistoide di avere un'Italia 'caput mundi' quando in effetti la penisola galleggia a malapena.
Del resto niente di particolarmente originale per quanto riguarda il successo della Lega se si tiene conto che, a cominciare dal paese da cui parlo, il sovranismo e populismo sembrano ormai avere completato l'incarognimento delle coscienze, soprattutto di quelli per i quali pensare e decidere in maniera democratica è un peso insopportabile.
Ma osservata da oltre 7000 km di distanza la situazione italiana presenta un interrogativo sul quale sembra non vi sia sufficiente sensibilità.
Dalle elezioni del 4 marzo e dal ballottaggio del 17 marzo emerge uno scenario nel quale si evidenzia la portata del successo di un partito, la Lega, che tutto può definirsi meno che partito di centro.
Affiancato da un movimento politico che in effetti è un'emanazione imprenditoriale di carattere digitale e che sino ad ora ha avuto successo come veicolo dell'intolleranza, delle offese gratuite, del rifiuto di ogni regola democratica di confronto.
Un movimento che ora annaspa oberato come e' di responsabilità governative avendo ormai assunto la precaria posizione di stampella di una Lega impersonificata da quel Matteo Salvini la cui ininterrotta loquela solletica e titilla il marciume totalitarista che esiste in tanta parte della popolazione italiana che auspica il ritorno di un uomo solo al comando che faccia arrivare i treni in orario e al quale dedicare gli ultimi frammenti di una libertà conquistata a caro prezzo 70 anni fa.
Dando uno sguardo allo scenario politico italiano ci si rende conto che manca completamente un partito, movimento, chiamatelo come volete, che sia un punto di riferimento per coloro che vogliono garantirsi con un partito di centro, ma non lo trovano più.
Non possiamo credere che milioni di persone che hanno votato Lega e il Movimento Cinque Stelle siano più che soddisfatte della scelta fatta nelle urne.
In realtà se proprio dovevano votare non avevano altra soluzione che dare il proprio consenso a questi due simboli oppure rinchiudersi in una scettica astensione dal voto.
Ecco perché si rende necessario in Italia in questo momento ripensare profondamente la struttura geopolitica della cosiddetta sinistra ormai completamente scolorita grazie anche alle campagne suicide condotte negli ultimi anni.
C'è voglia di un modello politico sul quale convergere con voti di centro motivati da impegno sociale.
E non si venga a dire che Silvio Berlusconi possa essere considerato la soluzione di questo problema visto oltretutto che la Lega sta rendendo evanescenti gli ultimi rottami di Forza Italia, partito industria, vittima della personalizzazione del potere che lo ha privato di ogni accettabile dialettica interna.
Si è parlato per mesi del cosiddetto partito di Renzi, imitazione del movimento di Macron in Francia.
Non sappiamo se questa potrà essere la soluzione per i mali dello scenario politico italiano.
Ma ci auguriamo che l'Italia, un tempo considerata un raffinato laboratorio politico, sia in grado di risolvere questa pesante distorsione che si è verificata nel giro di due anni nel corpo elettorale e che è foriera, dispiace dirlo, di profonde modificazioni antidemocratiche.
Oscar
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Non sone d'accordo....
I 5 stelle stanno riempiendo il vuoto a centro sinistra lasciato dal PD, impelagato coi poteri forti al punto da perdere i riferimenti sociali e di supporto alle fasce deboli della popolazione che storicamente, fino almeno ai tempi di Berlusconi, avevano rappresentato. Quindi preferiscono associarsi al loro opposti (a Trento il PD pur di osteggiare i 5 stelle hanno raccomandato di votare lega al ballottaggio), o avere i 5S associati al loro opposto (rifiutando di accordarsi con i 5 stelle hanno forzato di fatto Salvini al governo), per timore di perdere il confronto sui valori di base...
Clark Misul
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Salve Oscar,
COMPLIMENTI !!!
É possibbile avere questo tuo ammirevole articolo che favorisce un partito di centro anche in inglese?
Peccato che la mia edizione di Giugno e ciusa, ma la pubblico alla prossima EDIZIONE sui fatti estivi e quindi sara' alla fine Agosto la pubblicazione del tuo articolo del ''WASHINGTON LETTER''possibilmente rivista dalla esclusiva primo paragrafo che parla in questi giorni essento che uscira' in circolazione inizio settembre sara' preferibile abbreviare la parte PROSSIMI GIORNI rendendone magari in parte il risultato....
Se possibble me lo confermi ma bilingue e il desiderio dei miei lettori centro e nord America.
Mille grazie
Arturo Tridico
Editor
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Caro Oscar,
è una vecchia ispirazione della sinistra politica quella di voler educare il popolo, che “sbaglia”. È un concetto molto strano della democrazia, e guarda caso ad infastidirsi della democrazia sono proprio i cosiddetti “democratici”, in qualsiasi parte del mondo si trovino. A sinistra si ritiene infatti presuntuosamente di essere costantemente dalla parte della ragione, anche quando l’evidenza dimostra il contrario e soprattutto il trasformismo non rende più!
Ma quando sarà che si accettino serenamente i principi fondamentali della democrazia? Se questo sistema non garba, e di difetti se ne possono trovare di grandi e fondamentali soprattutto al giorno d’oggi con lo strapotere dei mass media, è bene si abbia il coraggio di dichiararlo. Nessuno se la deve prendere se a taluni, o a anche a molti, il sistema democratico, soprattutto quello parlamentare, non piace!
Un abbraccio,
Marco
Oscar risponde:
Caro Marco
Essere tacciato di 'sinistra' mi fa venire l'orticaria.
Le cicatrici delle botte ricevute in giovane eta' dagli attivisti comunisti a Firenze bruciano ancora.
Sono sempre stato un liberale e continuo ad esserlo anche se il PLI e' sparito da tempo.
Ricambio il caloroso saluto.
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Caro Oscar,
considerato che sino al 1994 (anno infausto per i liberali, come il 1993) sei stato in Italia e che stavi nel PLI, nel quale io ho allora avuto un qualche ruolo, penso che dobbiamo esserci conosciuti, e quindi di poterTi dare del Tu.
Ho letto la Tua ultima lettera da W-DC, come faccio sempre, e l’ho subito condivisa sulla pagina FB di Rete per la Democrazia Liberale
ttps://www.facebook.com/democrazialiberale.org/?ref=aymt_homepage_panel), che da anni mi sforzo di tenere in piedi, come ora sto facendo anche col nuovo sito web di D. L. (
https://democrazialiberale.org/) in via di costruzione.
Ti scrivo per dirTi che ho trovato nella Tua lettera ciò che da tempo vado sostenendo, e cioè che il declino di Forza Italia (un partito proprietario a cui non ho mai aderito) e la contemporanea comparsa di partiti sovranisti e giacobini che stanno monopolizzando il panorama politico, rendono evidente l’esistenza di un vuoto politico che toccherebbe ai liberali di ricoprire, riportando alla politica milioni di cittadini che si sono rifugiati nell’astensione non riconoscendosi in nessuna delle offerte politiche del momento.
Ho già creato nella mia Messina, città che ha solide tradizioni liberali, un primo nucleo di liberali che si propone questo obiettivo, e so che ce ne sono tantissimi altri sparsi in tutta Italia, senza che riescano a mettersi insieme e fare rete, mentre chi detiene ancora il simbolo del nostro PLI lo ha conferito all’ammasso della Lega di Salvini.
Non mancherebbero in Italia i liberali, giovani e non, disposti a lavorare per questo obiettivo, manca invece del tutto chi voglia investire le risorse necessarie per fare partire un progetto unificante.
Penso a ciò che è stato fatto in Austria, per supplire alla deriva estremista del vecchio Partito della Libertà di Heider e poi di Strache (espulso da Liberal International nel 1993); è accaduto che un gruppo di imprenditori, senza entrare direttamente in politica, avvertendo il vuoto di rappresentanza liberale, ha promosso e sostenuto nel 2012 la nascita di NEOS (Das Neue Österreich und Liberales Forum), che ha subito avuto un buon successo ottenendo alle elezioni politiche del 2013 il 4,96% (9 seggi su 183), alle europee del 2014 l’8,14%, e alle politiche del 2017 il 5,24 (10 seggi), essendo membro di ALDE dal 2014.
Un cordialissimo saluto.
Enzo Palumbo
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caro Oscar,
Non sono certo Leghista o Pentastellato, ma ritengo "eccessiva" la tua analisi. Non vivi giornalmente i ns. fatti e la tua lettura degli stessi è in parte "scolastica". Da noi non esiste più destra e/o sinistra nel senso storico dei termini. Esistono ancora frange estreme di tali raggruppamenti, ma sono marginali ed ininfluenti. Ormai la sinistra ex-PC-DC e la destra ex-Casa delle Libertà-DC si confondono ed overmappano. Però la gente vede bene i disastri che ci hanno prodotto ed il poco di buono che hanno fatto. E' la classe politica che ci ha governato in alternanza da 30 e più anni che deve andare via. Non è spiegabile che il ns. debito pubblico cresca ogni mese a prescindere da chi governa, che la Giustizia non funzioni, che scuola ed università abbiano arretratezze antiluviane, penuria d'investimenti, che i migliori cervelli giovani trovino spazio all'estero, che l'Italia sia (malgrado le grida di Renzi e Gentiloni) all'ultimo posto in Europa come crescita. Se le rivoluzioni nel corso della storia sono servite per dare una scossa ai paesi e cambiare gli "ancien regime", ciò che è avvenuto da noi è qualcosa di simile: una volontà di mandare a casa chi ci ha governato da più di trent'anni e portare alla ribalta volti nuovi. Saranno forse non meglio dei precedenti, incapaci, velleitari, ma la loro gestione del potere, che ha creato speranze, sarà giudicata da un voto popolare e, forse, andranno a casa anche loro. Il restante, cioè i bocciati dal voto (l'ex-Cavaliere, Renzi, Martina e quanti altri), dovrebbero adeguarsi al detto "tutti a casa" e rigenerarsi con volti nuovi. E' stato patetico il fatto che nell'ultima settimana a Siena abbiano fatto campagna elettorale Gentiloni e Veltroni (una brava persona ed un trombato storico), col risultato di perdere in una roccaforte storica con un Salvini come controparte.
Questo governo potrà portare qualcosa di buono soltanto se cambierà la classe politica, se la "professione" di parlamentare si riconfigurerà in quella di "servizio a chi lo ha votato", se lo stipendio dei parlamentari rientrerà nella media europea (portata in alto dall'importo dei ns), se la gente vedrà meno sprechi e ruberie. Basta che cambi qualcosa di tutto questo e questo Governo sarà servito a qualcosa. Al contempo, se resteranno ancora a contar balle gli attuali trombati, non si capisce come e chi dovrebbe dare loro ascolto. Avremo un nuovo partito in copia a quanto fatto dai francesi? Sarà il partito della Repubblica? L'importante è che ci siano volti nuovi. Ormai è chiaro che i populisti (giacchè la ns. maggioranza di voto è questa, con l'aggiunta di un'astensione silente e crescente) vogliono un totale credibile ricambio dell'attuale. Ed io, che ormai sono nella terza età, posso solo sperare per i miei figli che ci sia un vero ricambio e non l'ammuina di Franceschiello fatta dai soliti trombati, i professionisti della politica.
Un abbraccio
Aldo
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Salve Oscar,
un brevissimo commento. Sono e son sempre stata liberale, fin da giovane. Fortunatamente qui nella mia isola, la Sardegna, riesco ancora a votare ciò che è rimasto dei liberali, ossia il partito dei Riformatori, che sta lottando da molto tempo per il principio di insularità nella costituzione. Tante altre battaglia, liberali, qui si stanno combattendo.
La cosa che mi ha stupito di più dei rappresentanti politici della sinistra è che nelle loro interviste parlavano di spread, di mercati, di flussi finanziari e quant'altro. Non hanno mai parlato con il linguaggio di una sinistra che combatte per gli operai, per le pensioni, per annullare i privilegi, per le lotte sociali (pensiamo che oggi si vota una delibera dell'ufficio di presidenza all'ordine del giorno, per eliminare i vitalizi. Ricordiamo che la sinistra fece una legge uguale a questa delibera per abolire tali privilegi, e l'ha bocciata esso stesso. Ma come non sapeva che bastava una delibera? E dopo che ti fai la legge te la bocci?). Il risultato non poteva che essere questo.
Saluti
Germana Manca