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L'Italia secondo Steve Bannon e i media americani

Web extra: "He's the original honey badger"









Non era mai successo che l'Italia avesse gran parte delle prime pagine sui media a stampa e su quelli elettronici americani.
Al massimo si poteva trovare ogni tanto qualche articolo nella sezione viaggi dei quotidiani spesso denigratori della qualità dei nostri alberghi, nonché le buche strtadali della capitale romana, conti astronomici appioppati a turisti ignari.
Da qualche giorno invece l'Italia è l'ombelico dell'informazione americana e compete con la visita del collaboratore - spione di Kim Jong Un che avrebbe recapitato una calorosa lettera del dittatore nordcoreano ed è stato ricevuto in pompa magna alla Casa Bianca.
Ieri sulla Cnn è andata in onda una intervista di un'ora fatta da Fareed Zakaria a Steve Bannon l'ideologo del  sovranismo e populismo planetario.
Licenziato, si fa per dire, dal presidente Donald Trump perché l'ispiratore del libro "Fire & Fury" che mette in luce i contrasti all'interno della Casa Bianca, animati da figlia e genero di Donald.
Durante la lunga intervista nella quale l'ideologo del populismo più che rispondere alle domande del noto giornalista ha infilzato uno dietro l'altro dei monologhi molto articolati, l'Italia si è trovata in primo piano.
Molto precise le informazioni e i dettagli sulla Lega del Nord e il Movimento Cinque Stelle, su Matteo Salvini e su Luigi di Maio.
Molto insistite le affermazioni di Steve Bannon al quale va la simpatia di Matteo Salvini che lo ha più volte incontrato.
Italia, dunque, come laboratorio internazionale di una nuova politica populista che darà molto filo da torcere all'Europa (citato il professor Paolo Savona) e che secondo l'ideologo americano dovrebbe fare da portabandiera per altre esperienze nazionali.
Inutile dire che l'intervista monologo è stata fatta a Roma nei giorni scorsi con inquadrature di piazza del Pantheon e vicoli privi di traffico.
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Molto molto interessante Oscar! Ciao 
Sandra Z.
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Grazie della segnalazione Oscar molto interessante. 

in particolare un paio di cose:

 la parte sull'Italia, Non so se hai notato, parla del Movimento populista ma mostra soltanto immagini dei cartelloni di Salvini che sono più controversi, nonché non del partito che ha vinto e menzionato di più da Bannon. Il quale mi sembra abbia capito bene quello che sta succedendo in Italia, e spero abbia ragione nella visione ottimistica dell'esperimento italiano che riporti la politica su un piano di onestà che i partiti autodefinitisi non populisti chiaramente non avevano più linfa per alimentare.

Infine le dichiarazioni sull' economia americana sono pure speranze. Nulla di quanto sta succedendo suggerisce la tendenza che lui menziona.

 Qui in America stiamo perdendo il rispetto, credibilità e volontà di cooperare a lungo termine (il cosiddetto "soft power") in favore di possibili guadagni di poca entità a breve termine, classica tattica negoziale mordi e fuggi. Questo può funzionare nel mondo dell'edilizia dove ogni progetto è compiuto in sé e ne controlli una buona parte dei componenti, ma l'economia di una nazione, e meno ancora globale, non è così.

La dicotomia sociale che si sta formando in America è tangibile e potrebbe essere la chiave di volta, ma non so se già quest'anno o se più sofferenze dovranno essere accumulate prima che l'esempio italiano (ma non con i personaggi attuali) possa essere emulato. 

Speriamo con risultati positivi in entrambi i casi. 

I poteri forti attuali sono troppo concentrati sul loro interesse a sfavore della società intera, quindi a mio avviso è solo questione di tempo...

Clark Misul
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Grazie Oscar del tuo come sempre intelligente articolo. Io sono convinto che, proprio  come ai tempi del caso Moro, gli interessi sull’Italia (e oggi sull’Europa) degli USA di Trump e Bannon e della Russia di Putin siano assolutamente identici: depotenziarci infiltrandosi e appoggiando il contropotere con l’obiettivo di toglierci autonomia.

Un abbraccio

Sandro