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Ci scrivono da Roma

 Caro Oscar,

questa volta ti anticipo in una delle tue sempre precise documentate appassionate “Lettere da Washington”, per esprimerti quello che penso “ci” sta accadendo in ricaduta da questa guerra. Quattro cose che quelli che considero i “No Kiev” – del tutto simili per ideologia ai No Vax - mi sembra non abbiano capito.

La prima: tutto ciò che ha scatenando Putin non è affatto frutto di follia bensì, come ha scritto Domenico Quirico su La Stampa, di una precisa e studiata strategia: terrorizzare Europa e USA per avere mano libera di ricostruire con questo feroce avvertimento un’area e una  riconosciuta  potenza Eurasiatica di cui l’Ukraina deve tornare ad essere parte integrale. E per farcelo ben capire non ha mica bloccato la rete informativa via internet e telematica dell’Ukraina attraverso la quale i corrispondenti di tutto il restante mondo ci stanno minuto per minuto informando! Cosa che ha invece fatto in Russia, isolando dal mondo il suo popolo. Perché vuole proprio farcelo sapere.

La seconda è il falso storico con il quale Putin ha giustificato la sua guerra: l’Ukraina nazione a guida “nazifascista”.  Come gli storici slavisti interpellati ci stanno spiegando, non si può attribuire a questa nazione un appellativo tanto infame solo perché, dopo il genocidio per fame perpetuato da Stalin di milioni di ukraini, gli invasori nazifascisti tedeschi per farsi benvolere distribuirono provviste alla popolazione affamata. Mandando poi nei campi di sterminio oltre un milione di ebrei. Né tantomeno glielo si può attribuire perché c’è nel Paese – come peraltro in molti altri paesi europei - una violenta frangia nazionalista e sciovinista, ma non rappresentata, nelle le ultime elezioni, con seggi in parlamento.

La terza è che non è ammissibile, non si può giustificare la vergogna della guerra e della pulizia etnica putiniana in corso “oggi”, con la citazione - come stanno facendo anche autorevolissimi intellettuali “No Kiev” nostrani o i cerchiobottisti del “né… né…” -  quale metro di paragone delle guerre sbagliate e le stragi aizzate da USA e quant’altri nel mondo (Iraq, Siria, e quello di criminale che fece nel ventennio fascista in Etiopia il nostro  gen. Graziani, per esempio…, fino a risalire a Zapata e alle Termopili). Questa vergogna “è” questa vergogna. Punto. E quelle sono state altrettante vergogne.

La quarta è un vergogna tutta italiana, che abbiamo rimosso: ce la stiamo prendendo con quel pirlotto di Salvini, accalappiato dalla cerchia di Putin con dei barattoloni di marmellata… e che non ne azzecca da sempre una che sia una, invece di ricordarci quello che ha combinato nel suo ventennio il cavalier Berlusconi (con l’ENI): accordi politico-commerciali grazie ai quali il vero “amico di merende di Putin” di casa nostra ha reso l’Italia dipendente fino al 40% dal gas russo!

Come dice spesso nelle sue comunicazioni alla stampa un’altra macchietta nostrana: “ragioniamoci sopra”…

Un abbraccio

Sandro

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