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Ucraina: dialogo tra un giovane intelligente e un vegliardo rinco

Caro Oscar,

La mia prima considerazione è: quanta invidia per chi ha tutte le certezze su Putin e Zelensky.

Mi trovo sempre in difficoltà quando stringenti temi di attualità "arruolano" le persone in fazioni contrapposte, trascurando retroscena fondamentali per comprendere un'emergenza gravissima. 
Anche quando al centro della scacchiera vi è un despota come Putin.

Alcune premesse mi hanno indotto fin da subito ad assumere un punto di vista più prudente sui drammatici avvenimenti in corso:

Nel 2014 è innegabile che vi sia stato un colpo di Stato per rovesciare un governo regolarmente eletto. Attenzione: parto da un presupposto "normativo", sarebbe infatti sciocco ignorare la volontà e l'ispirazione di buona parte dell'Ucraina occidentale negli ultimi anni.

E' innegabile, inoltre, che nel Sud Est del paese siano presenti cospicue milizie di ispirazione nazista che si sono macchiate di pesanti crimini di guerra contro cittadini russi in Donbass (Fonte: Amnesty International).
Seguo da anni questa vicenda per la mia formazione politica, la musica che amo (immancabile il Donbass, come il Kurdistan, la Palestina, nei testi di almeno due delle mie band preferite), e rimasi colpito anni fa quando ad Andreevka, nel 2014, il reporter italiano Andrea Rocchelli fu torturato per giorni e ucciso da estremisti del battaglione Azov.
Era il segnale di un clima molto pesante, nonostante i legami storici, fraterni, che legano russi e ucraini.

Una tragedia annunciata.

Negli ultimi anni la Nato ha svolto in Ucraina tre gigantesche esercitazioni militari con scenari di guerra: una nel giugno 2021 che ha coinvolto 32 paesi (invitando anche l'Australia, che tecnicamente non fa parte della Nato), una seconda esercitazione nel luglio del 2021, infine un'esercitazione nel settembre 2021 (fonte: Romano Prodi).
Molti analisti, pur moderati e conservatori, rilevano una chiara responsabilità della Nato ad aver portato questa situazione ad un punto di collasso. 
Dov'era l'Europa, la Von Der Leyen quando succedeva questo? Dov'era la Commissione Europea, nel 2018, quando era chiarissimo che Putin avrebbe sfondato il fronte?
Una politica diplomatica che ha fatto acqua da tutte le parti.
Questo giustifica un'invasione militare? Per carità di Dio.

Ci ricorda la Spinelli inoltre: "L’Occidente aveva i mezzi per capire in tempo che le promesse fatte dopo la riunificazione tedesca – nessun allargamento NATO a est – erano vitali per Mosca.
Nel ’91 Bush Sr. era addirittura contrario all’indipendenza ucraina. L’impegno occidentale non fu scritto, ma i documenti desecretati nel 2017 (sito del National Security Archive) confermano che i leader occidentali – da Bush padre a Kohl, da Mitterrand alla Thatcher a Manfred Wörner Segretario generale NATO – furono espliciti con Gorbaciov, nel 1990: l’Alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice” (assicurò il Segretario di Stato Baker). Nel ’93 Clinton promise a Eltsin una “partnership per la pace” al posto dell’espansione NATO: altra parola data e non mantenuta.
La promessa finì in un cassetto, e senza batter ciglio Clinton e Obama avviarono gli allargamenti. In pochi anni, tra il 2004 e il 2020, la NATO passò da 16 a 30 Paesi membri, schierando armamenti offensivi in Polonia, Romania e nei Paesi Baltici ai confini con la Russia (a quel tempo la Russia era in ginocchio economicamente e militarmente, ma possedeva pur sempre l’atomica). Nel vertice NATO del 2008 a Bucarest, gli Alleati dichiararono che Georgia e Ucraina sarebbero in futuro entrate nella NATO. Non stupiamoci troppo se Putin, mescolando aggressività, risentimento e calcolo dei rischi, parla di “impero della menzogna”. Se ricorda che le amministrazioni USA non hanno mai accettato missili di Paesi potenzialmente avversi nel proprio vicinato.
Sia gli USA che gli europei sono stati del tutto incapaci di costruire un ordine internazionale diverso dal precedente, specie da quando alle superpotenze s’è aggiunta la Cina e si è acutizzata la questione Taiwan.
(...) Eravamo noi a dover neutralizzare l’Ucraina, e ancora potremmo farlo. Noi a dover mettere in guardia contro la presenza di neonazisti nella rivoluzione arancione del 2014 (l’Ucraina è l’unico Paese europeo a includere una formazione neonazista nel proprio esercito regolare). Noi a dover vietare alla Lettonia – Paese membro dell’UE – il maltrattamento delle minoranze russe. Non abbiamo difeso e non difendiamo i diritti, come pretendiamo?
Nel 2014, facilitando un putsch anti-russo e pro-USA a Kiev, abbiamo fantasticato una rivoluzione solo per metà democratica. Riarmando il fronte est dell ’UE foraggiamo le industrie degli armamenti ed evitiamo alla NATO la morte celebrale che alcuni hanno giustamente diagnosticato.
Ammettere i nostri errori sarebbe un contributo non irrilevante alla pace che diciamo di volere".

Le nostre guerre e quelle degli altri.

Un amore particolare per la Democrazia americana, a seguito dei miei numerosi viaggi e dei lavori di reportage per le Nazioni Unite, non mi levano del tutto l'imbarazzo di riportare all'attenzione alcune scelte di politica estera scellerate.
Da decenni ormai la Nato, con capofila gli Stati Uniti, operano con interventi diretti su territori stranieri bypassando tutti gli organismi internazionali (su tutti l'ONU).
La mia generazione, che ha partecipato per anni a manifestazioni, cortei, comitati per la pace, è rimasta segnata dalla foto di Colin Powell che esibisce all'Onu una fialetta di antrace falsa per giustificare un intervento militare in Iraq che ha portato a centinaia di migliaia di morti, milioni di sfollati.
Questo mi fa odiare gli Stati Uniti? Assolutamente no.
Senza risalire a conflitti antichi o fuori contesto, è molto ingenuo pensare che alcuni conflitti specifici degli ultimi 25 anni non abbiano destabilizzato l'area e creato dei precedenti pericolosissimi.
Sono nozioni elementari di geopolitica che ci ha spiegato molto bene Caracciolo su Limes.

Mi rincresce constatare che negli ultimi 20 anni non ho mai visto in piazza le persone che, adesso, si infiammano per il conflitto russo-ucraino, non ho mai letto i loro commenti indignati quando veniva raso al suolo un ospedale con dentro 83 bambini a Bagdad: ci sono conflitti più tollerabili e conflitti meno intollerabili, evidentemente.
Vedo però in queste settimane tutta l'ipocrisia dell'Occidente, censure e liste di proscrizione per intellettuali e sportivi russi (spesso oppositori di Putin), foto di bambini ucraini con il fucile presentati come eroi (ma come? i bambini africani armati non erano un dramma umanitario?), censura di chiunque esponga un pensiero diverso dalla corrente dominante (vien da dire, un modo di trattare il dissenso molto simile alla Russia di Putin).

Cosa fare?

La Diplomazia, quella vera, è l'unica soluzione possibile.
Come dice Montanari, il "militarismo da divano", sciocco e irresponsabile, di molti politici europei ed italiani sarà la causa principale della strage degli ucraini.
La Resistenza degli ucraini merita solo rispetto e solidarietà, premessa fondamentale.
Ma quando a esaltare l'eroismo di questa Resistenza, pestando su tutta la tastiera della retorica, sono i politici e giornalisti da salotto il significato è tutt'altro.
C'è qualcosa di imbarazzante, penoso, in questo militarismo da divano, in questa passione da giocatori di Risiko.
Perchè sappiamo tutti che chi resiste all'aggressione scellerata di Putin non chiede solo missili e mitraglie, ma chiede la no-fly zone, gli aerei.
E sappiamo che tutto questo non possiamo darglielo, salvo ammettere che siamo disposti alle conseguenze di un conflitto nucleare, fatale per l'umanità.
Ecco tutto qui il cinismo di un Occidente che ha usato l'Ucraina come una scacchiera per una lunga partita con Putin, pur sapendo benissimo che quando questi avrebbe preso la scacchiera, non avremmo potuto salvare gli scacchi, cioè i corpi degli uomini e delle donne ucraini.
Arrivati a questo punto, l'unica posizione morale per noi occidentali è primo: farsi un bell'esame di coscienza; secondo: fare la più forte pressione possibile per il cessate il fuoco immediato e per un tavolo della pace dove I'Ucraina e Russia trovino un accordo, anzichè prolungare questa carneficina.
Soffiare sul fuoco dell Resistenza armata significa mettere in conto migliaia di morti.
I militari italiani, generali e colonnelli dell'Esercito, in queste settimane sembrano i più avveduti e responsabili nel paventare i rischi a cui andiamo incontro.
Di contro, le prospettive fantozziane dell'"Armiamoci e Partite" di molti politici con l'elmetto della classe dirigente della sinistra italiana ci ricorda la sfortuna di vivere in una paese che è passato da Enrico Berlinguer a Enrico Letta.
Il nostro presidente del Consiglio, nel frattempo, è stato estromesso da tutte le trattative in corso schiacciandosi su posizioni filo-atlantiche che stanno arrecando danni economici pesantissimi all'economia italiana (proprio perché abbiamo da anni una fortissima dipendenza economica dalla Russia).
Mi correggo, danni economici pesantissimi per i cittadini italiani.

Concludo questa riflessione con la convinzione che sia inaccettabile, in uno scenario così complesso, doversi arruolare da un lato o dall'altro.

Anzi son persuaso che ragionare in termini così manichei, questo sì, assomiglia a certi schemi mentali dei no-vax, contrari ai vaccini per partito preso, capaci di negare il vaccino esavalente ai propri neonati, esponendoli a rischi potenzialmente mortali (o quelli nostrani più recenti, convinti che nei vaccini contro il Covid vi siano materiali associati alle nanotecnologie 5G).

Un cordiale saluto

Stefano P. (Roma)

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Caro Stefano:

questa mattina ho ricevuto la tua e-mail e poi mi sono dedicato ad un incontro Zoom di quasi pugilato cibernetico con alcuni carissimi amici italiani residenti a Washington o tornati in Italia definitivamente.

Scopo del contendere ovviamente il piatto del giorno ovvero la sopravvivenza dell'Ucraina come Stato democratico.

Che poi  è quello che tu sostieni alla base del tuo lungo ragionamento che sottolinea le responsabilità del mondo occidentale unitamente a quelle della Russia di Putin.

Volendo cercare di semplificare una situazione che è estremamente complessa (pertanto non semplificabile) penso che le ipotesi sul tappeto siano le seguenti:

1) l'armata Rossa continua la sua missione volta alla destrutturazione della democratica Ucraina. Ci riuscirà nel giro di qualche mese nonostante l'ammirevole impegno della resistenza Ucraina.

2) Vladimir Putin far capire di essere disponibile a trattare purché l'intermediario sia accettabile da parte dei russi ed in questo caso Israele resta la migliore ipotesi. Ma nel frattempo Vladimir Putin persiste nella sua aggressione armata. 

3) non è concepibile che un dialogo avvenga con uno degli interlocutori che ha la pistola poggiata sul tavolo. Questo significa che si renderebbe necessario in maniera esclusiva un vero e consistente "cessate il fuoco" sul quale poi instaurare il confronto diretto tra le parti che per forza di cose dovrebbe condurre ad un compromesso, ammesso e non concesso che Vladimir Putin sia disponibile a cedere su qualche punto, angustiato dalle conseguenze delle sanzioni economiche.

A questo punto, caro Stefano, ti devo dire che le immagini delle città ucraine distrutte, mi riportano alla memoria analoghe immagini della seconda guerra mondiale vissuta quando ero ragazzino. 

Per quanto riguarda i tanto criticati Stati Uniti d'America mi permetto ricordarti che senza i 500.000 giovani americani morti nella seconda guerra mondiale tu ed io difficilmente ci troveremmo oggi ad esprimere liberamente il nostro pensiero.

Di questo, se siamo ancora capaci di essere onesti con le nostre coscienze, dovremmo essergli riconoscenti.

Con molta simpatia da un vegliardo rinco,

Oscar

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Antonello Gamaleri


La plateale dimostrazione che c e' un errore nel titolo.
Un giovane rinco e un vegliardo lucido.
Perche' dico cosi?
Mi pare evidente che il giovanotto e' rinco  imbottito di propaganda e sicumera marxista antioccidentale che ha rovinato diverse generazioni.
Imbottito di narrazioni fasulle e strumentali funzionali a renderci vittime di chi vuole la sottomissione e la fine dell occidente e della nostra civilta'. 
Forse inconsapevole ma propendo per consapevole.
Senza una reale alternativa se non nella fantasia narrativa e dialettica. 
E comunque forse varrebbe la pena di ricordare anche Churchill. Che a chi si lamentava degli USA nel momento peggiore della guerra ebbe a sintetizzare.
E' vero gli americani sono ignoranti e fanno tanti errori ma sono gli unici  americani che abbiamo.
Nel bene e nel male la scelta e' la civilta' occidentale, se vogliamo sopravvivere.
Sono marinaio ingegnere e agricoltore e per fortuna ho avuto buon latino e greco e cultura famigliare ed esempi di servizio allo Stato.
E se la gente studiasse meno Hegel Kant Feurbach  e altre logiche e più i positivisti e la filosofia della Scienza e  di cose pratiche, di come si vive e  di ingegneria ed etica umana allora forse le scelte  dei governi sarebbe piu corrette in europa.
E questi giovanotti cosi colti si guadagnerebbeto da vivere lavorando e producendo benessere per la comunita' invece di giocare con la dialettica. Apprendisti stregoni.

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