da Espansione (maggio)
Oscar Bartoli
Freelance journalist, Docente universitario
L’America sta combattendo una guerra perduta contro la
droga. Sono milioni i cittadini della Federazione che usano droghe
permanentemente o soltanto nei fine settimana e festività programmate.
Si dice che
questa diffusione epidemica delle droghe ed in particolare della cocaina e
della eroina sia determinata dai ritmi di vita che emarginano in misura
crescente un gran numero di persone che non ce la fanno a stare al passo con i
più intraprendenti. Che hanno gravi problemi familiari (considerando che la
famiglia come istituzione è in estinzione in America), che non hanno modelli di
riferimento sociale se non quelli dettati da un materialismo che ha creato una società di obesi, diabetici,
portatori di malattie cardiovascolari e ortopediche.
I candidati dei due partiti per le primarie che dovranno
finalmente esprimere due antagonisti per la carica di Presidente degli Stati
Uniti si guardano bene dal sottolineare questo tremendo problema che assilla la
società Americana.
Considerando la estrema e capillare diffusione delle droghe,
vai a sapere se fra quelli che potrebbero votare per te non ve ne siano di
tossici.
Ma lo scenario che viene fuori della nazione più potente del
pianeta è di tali dimensioni e consistenza che i politici più avveduti non
sanno come arginarlo.
Nonostante l’impegno dell’agenzia antidroga per sgominare le
tonnellate di cocaina che ogni mese arrivano in varia forma dal Messico,
Bolivia e Colombia.
La fantasia degli esportatori va dai sommergibili ai droni,
dalle bambole, ai mobili riempiti di droga, a quelli che rischiano la vita dopo
avere ingerito decine di capsule contenenti cocaina.
La gente muore a decine di migliaia ogni anno negli Stati
Uniti non solo per l’assunzione di sostanze illecite ma anche e soprattutto per
i chili di oppiacei che vengono regolarmente prescritti da medici corrotti o
incapaci.
Una nazione che
vive sulla pillola per combattere un dolore, sulla pillola per limitare gli
effetti indesiderati della prima, sulla pillola per avere energia, sulla
pillola per combattere l’acidità di stomaco dovuta al fast food e via citando.
Dice: ma cosa vuoi che siano i 40mila morti ogni anno per
overdose se paragonati agli oltre ottocentomila che vanno al Creatore perchè
ammalati di cancro?
Mentre i morti per cancro ed altre malattie largamente
diffuse negli USA (spesso causate da polluzione atmosferica e inquinamento
della falda acquifera) sono morti ‘singole’ da dimenticare, quelle per droga
hanno un impatto sociale vasto che impegna intere generazioni.
Una società contaminata
e costretta a dovere fare i conti con moltitudini di individui che, nella
ricerca di evasioni verso paradisi
artificiali, rappresentano, solo nel medio termine, un aggravio economico
insostenibile per tutta la nazione.
Si tenga conto poi che alle droghe tradizionali si
aggiungono ormai quelle prodotte alle porte di casa con base chimica e diffuse
con il marketing della birra che per essere fresca deve essere prodotta in una
distilleria vicina. Almeno secondo gli intenditori.
Considerato che la dffusione delle droghe non può essere
risolta all’origine perchè fa parte in maniera consolidata di una diffusa
cultura nel mondo industrializzato ci si chiede come possano essere arginati
gli effetti collaterali di questa malattia di massa.
Chi fa il controllo passaporti a Colombo nello Sri Lanka è
costretto ad osservare un gran cartello sopra la testa dei doganieri che
ricorda come il possesso di droghe illegali in quel paese sia punito con la
pena di morte. A Singapore il possesso di mariuana è punito con il carcere per
molti anni.
Chiaramente si tratta di riferimenti che confliggono con
l’idea di democrazia.
Si cerca allora di arginare dal basso le problematiche che
derivano dall’utilizzo di droghe, a cominciare dalla epidemia costituita dall’eroina.
A Washington DC,
la città da cui scrivo, si registra il più alto numero di HIV/IDS dovuto al
promiscuo uso di aghi usati. Il numero di malati aumenta con la diffusione di
epatite B e C.
Sono sorte molte iniziative che offrono ai tossici di usare
aghi nuovi e si va diffondendo nei vari stati della Federazione la richiesta di
costituire dei centri nei quali sia data accoglienza a chi debba siringarsi
togliendoli dalla strada e riducendo considerevolmente il numero di
contaminazioni da IDS.
Il modello che viene citato è quello canadese del ‘Vancouver
Supervised Drug Injection Center’ dove in decine di cubicoli vengono accolti i
tossici ai quali vengono fornite siringhe e aghi. I dati di questo centro
indicano che il contagio è drasticamente diminuito fornendo alle autorità un
quadro preciso della dimensione del fenomeno droga.
L’iniziativa canadese che si sta diffondendo in altre città
del Paese è comunque una copia di quanto da anni si sta facendo in Svizzera con
la creazione di centri a disposizione dei drogati.
Da migliaia di anni l’uomo cerca sostanze che aumentino la
sua energia e ne riducano il livello di percezione della sofferenza. Droga
negli sport, droga tra i camionisti per guidare decine di ore, droga tra i
politici, i supermanager impegnati in giornate senza riposo alla ricerca di
successi imprenditoriali e finanziari.
Droga anche tra
gli addetti militari che hanno il controllo delle basi missilistiche americane,
come è stato scoperto recentemente. Droga tra i piloti degli aerei sui quali
viaggiamo che eludono i controlli prima di entrare in cabina. E magari sono
pure convinti di dovere sacrificarsi insieme ai passeggeri perchè Dio lo vuole.
Non c’è da stare allegri.
Oscar Bartoli
Washington DC