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“Questi ‘massoni cattivi e pericolosi’ secondo il vescovo di Ferrara




La replica del Gran Maestro all’arcivescovo di Ferrara, la Massoneria ha pagato caro il prezzo del totalitarismo


La Massoneria ha pagato caro il prezzo del totalitarismo”. Così il Gran Maestro Stefano Bisi replica al vescovo di Ferrara, monsignor Negri, che in un’intervista al “Resto del Carlino” torna a puntare il dito contro la Libera Muratoria, con toni che rasentano i crismi di una vera e propria persecuzione. “Questi ‘massoni cattivi e pericolosi’  – ricorda il Gm all’alto prelato-  ci hanno dato dei principi e dei valori quali l’Uguaglianza, la Libertà, la Tolleranza, che fanno parte del patrimonio massonico dalla notte dei tempi e che hanno permesso alla Repubblica di arrivare a festeggiare i 70 anni il prossimo 2 giugno”.

Vostra Eccellenza Reverendissima nel fare un bilancio della sua attività pastorale alla guida della Diocesi di Ferrara non ha perso l’occasione di esternare nuovamente il suo livoroso pensiero, che rasenta ormai i crismi di una vera e propria persecuzione e di una personale fobia, nei confronti della Massoneria e di tutto ciò che sia messo in relazione con lei.
Monsignor Negri,  Lei ha ormai abbondantemente superato il più oltranzista degli oltranzisti con il suo atteggiamento reiteratamente e duramente  inquisitorio che mette la Libera Muratoria al bando e la condanna al rogo eterno senza possibilità di confronto e di confutare le Sue personalissime tesi preconcette e pregiudiziali al di là di ogni ragionevole dubbio. Un atteggiamento, mi permetta, sbagliato e che mette in pericolo coloro che vengono additati come massoni visto le follie e i folli dell’attuale Società in cui viviamo.

Un Vescovo di Santa Romana Chiesa che chiude inesorabilmente le porte a quello che considera solo ed esclusivamente un nemico  da abbattere o un male assoluto fa a cazzotti  con il Vangelo e con il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco.

Sua Eccellenza sembra come quegli uomini che si sentono costantemente accerchiati da qualcosa o da qualcuno e che devono a tutti i costi trovare un motivo, un pretesto per avvalorare tale loro stato di grigia e gretta intransigenza.
Stavolta Sua Eccellenza ha tirato fuori il meglio del suo repertorio. La Massoneria – ha detto  – è animata dalla volontà di distruzione del Cattolicesimo ed è la vera erede dei totalitarismi del secolo scorso. Eppoi alludendo alla presenza del “mostro” a Ferrara ha aggiunto che è trasversale e che ha come alleato naturale il cattocomunismo che si ispira a certo insegnamento dossettiano più radicale.

Voglio rassicurarLa subito, anche se penso che sarebbe difficile farle cambiare idea anche se mi inginocchiassi davanti a lei nel confessionale: la Massoneria non ha niente contro la Chiesa Cattolica e non ha nessuna intenzione di distruggere il Cristianesimo. La Massoneria rispetta tutte le religioni e cerca il confronto e il dialogo fra gli uomini di diverse visioni senza alcuna posizione di intransigenza. Noi non siamo assoluti e intransigenti come Lei e  il nostro motto è: Tolleranza. L’intolleranza la lasciamo agli altri.

La Massoneria, e su questo noi del Grande Oriente d’Italia abbiamo pagato a caro prezzo  il totalitarismo, durante il regime fascista è stata perseguitata e le sue sedi sono state distrutte. Tanti massoni hanno partecipato alla Liberazione e alla fondazione della Repubblica, tra i quali Meuccio Ruini, presidente dell’Assemblea dei 75 che redasse la Costituzione. Questi “massoni cattivi e pericolosi” ci hanno dato dei principi e dei valori quali l’Uguaglianza, la Libertà, la Tolleranza, che fanno parte del patrimonio massonico dalla notte dei tempi e che hanno permesso alla Repubblica di arrivare a festeggiare i 70 anni il prossimo 2 giugno.

Quanto al connubio massoneria-cattocomunismo e al riferimento all’ala dossettiana più radicale, credo che qui sia opportuno, più che profferire vacue parole,  andare a guardare la storia e gli atti di una figura come quella di don Giuseppe Dossetti, politico e prete che merita il più grande rispetto per quello che ha fatto per il nostro Paese. 

Siamo alle conclusioni, forse non sarà l’ultima lettera alla quale risponderò a sua Eminenza prima della fine del suo mandato episcopale, ma un piccolo ed umile suggerimento vorrei darglielo. Pensi di meno al “diavolo massonico” che vede dappertutto e più alla cura spirituale delle anime, di tutte le anime. 

Non giudichi senza sapere il prossimo. Legga Voltaire insieme al Vangelo. E guidi la “massonica Ferrara” in tranquillità. Da Buon Pastore. Di tutti. Fraternamente

Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia
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Accusare i massoni fa comodo ai veri colpevoli e il popolo credulone ci c...asca
Giuseppe Mir.
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Caro Oscar,

il contrario di relativismo è assolutismo. C'è chi apre e chi invece chiude (in tempi lontani delle prigioni, nelle camere di tortura, sui roghi). Nobile e pacata la risposta del GM Stefano Bisi, anche se, credo, il Monsignor Vescovo ferrarese troverà altri cavilli per condannare, senza prove e senza appello, questi massoni, uomini -a suo dire- cattivi e pericolosi. E' ben risaputo e lo insegnano nei Seminari vescovili: i massoni fanno messe nere, sputano sulle ostie consacrate trafugate dalle sacrestie, mangiano carne umana, specie se di teneri bambini, rubano nella cassetta delle elemosine per poi riversare i soldi trafugati nel tronco della vedova.
Ma come farà l'illustre prelato a conoscere questi segreti massonici orripilanti ? Avrà partecipato, incappucciato, a qualche rito satan-massonico, visto che a Ferrara ne fanno almeno tre al giorno (anzi alla notte) ! Ovviamente i massoni praticano la sodomia e, per risparmiare, come facevano i turpi monaci templari, praticano l'horse-sharing montando in due un povero ronzino. Ma se queste accuse obbrobriose avevano avuto successo nel 1300, molta acqua è passata sotto i ponti sul Tevere, i tribunali della Santa Inquisizione sono chiusi da molto tempo, le porte di San Pietro sono state aperte e una nuova aria fresca circola nei piani alti della Curia romana. Il Cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto un articolo (non su un bollettino parrochiale) su uno dei più autorevoli giornali d'Italia, il Sole 24 Ore, chiamando "cari fratelli" i massoni. Dalla Cattedra di Pietro Monsignor Ravasi non è stato smentito né rimosso dalla Presidenza del Pontificio Consiglio per la Cultura. Monsignor Vescovo di Ferrara, suppongo che anche per la Signoria Vostra valga il precetto: ubi maior minor cessat.

Dario Seglie

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Caro Oscar,
mi associo a quanto scritto dall’amico Dario e mi auguro per il futuro meno monsignor Negri e più monsignor Ravasi all’interno della Chiesa.
Non solo per un colloquio più corretto e pacato con i “cattivi massoni” ma per il bene e l’esistenza futura della Chiesa medesima.
Con la stima di sempre. 
Corrado G.
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Ottimo lavoro Oscar e come ha detto Paolo Poli "sempre fiori mai un fioraio". Un carissimo saluto
 Luciano A.
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