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Lettera al Presidente del Senato



Esimio Presidente del Senato,

scriverLe è probabilmente un azzardo ma posso assicurarLe essere un piacere ed un onore.Stabilire un canale diretto con la seconda carica dello Stato è pur sempre inusitata prassi da parte di un cittadino.Le scrivo perché la sua recente visita negli Stati Uniti d’America, ha lasciato un segno profondo da un punto di vista politico ma soprattutto ha rappresentato per noi italiani residenti negli USA un motivo di orgoglio e di fierezza.

Non saprei definire però, proprio in virtù di questi sentimenti provati ed espressi, se la delusione, l’amarezza ed il dispiacere siano subentrati inaspettatamente nei nostri animi di italiani residenti all’estero per la considerazione miserevole che Lei ha voluto dedicarci.

Dico ciò, signor Presidente, in virtù di una storia antica e vera che ha riguardato intere generazioni di italiani costretti ad espatriare; per l’incidere sostanziale e sostanzioso che le rimesse di questi “miserabili” ma onorevoli, hanno trasfuso in un paese distrutto e contadino, affamato e povero; per le aspettative di riconoscenza che pur un governo padre dovrebbe rimettere salvaguardando, non fosse altro, la dignità di uomini e donne che hanno scritto pagine di deontologia umana di primissimo ordine.Per l’affetto ed il legame che tutti noi abbiamo con il nostro paese, per la ferrea volontà di vederlo primeggiare a tutti i livelli nel mondo, per quanti sono periti nell’oblio e nella sofferenza dei disagi e delle ristrettezze della vita da emigrante, per tutte queste cose e per altre ancora Le scrivo.Nella mattinata di Sabato, 26 ottobre, precisamente dalle 9.00 alle 13.00, all'Ambasciata di Washington, la quinta essenza della rappresentanza italiana all'estero. convocati dall'Ambasciatore ai sensi dell'Art,6. comma 2. della Legge 23 Ottobre 2003, n.286., presente l'intera rete consolare, incluse funzionari onorari, erano riuniti i consiglieri del C GIE Mangione, Nestico, Sorriso; l'Intercomites, gli eletti rappresentanti delle varie circoscrizioni consolari negli USA) Mannocci,(San Francisco Calif) Mariotti (Los Angeles Calif )Arcobelli Houston Texas) Ribaudo (Newark New Jersey) Pasquale (Boston Mass) , Cianfaglione (New York/New Jersey) Ferrigno (Philadelphia Penn) Cicala (Washington DC) e la rappresentanza parlamentare eletta nel Nord America, il Sen Renato Turano, l'on Fucsia Nissoli e l'on. Francesca La Marca, insomma, nell'auditorium era presente quasi nella sua totalita' la rappresentanza italiana, eletta e non, negli Stati Uniti, radunata per discutere le problematiche degli italiani residenti oltre confine. Non le nascondo l'aspettativa, data la Sua presenza a Washington, di riceverLa con tutti gli onori nella certezza di incassare dal Presidente del Senato della Repubblica italiana. fosse anche un semplice saluto.

Con rammarico abbiamo preso atto che Lei non sarebbe venuto a ricevere gli onori e gli abbracci delle rappresentanze istituzionali italiane negli USA, proprio quella spina dorsale che tiene unite le comunità e che le preserva dagli attacchi della non curanza e dell’oblio incosciente dei governi che si susseguono alla guida del nostro paese. Parimenti, con lucidità, abbiamo avuto la conferma che la deriva negativa nei riguardi degli italiani all’estero si fa irrimediabilmente vicina e che quest’altra Italia, del lavoro, dei sacrifici, degli stenti ma anche dei successi inverosimili ed eccellenti, sarà messa da parte come un cencio inutile.

Sarebbe bastata la sola Sua presenza, un cenno, una stretta di mano, due che fossero due parole a rendere la sua visita ancor di più proficua e sentimentalmente valida se si pensa che in quell’Ambasciata erano riuniti tutti i presidenti di Comites degli States.Ma tutto ciò non sarà, né potrebbe essere sufficiente a far scadere neppur di un pizzico l’amore, quello patrio, che ha fatto da linfa vitale e da ricostituente alle nostre famiglie ed alle nostre coscienze: il senso di appartenenza ad una cultura forte di un popolo forte, di una storia forte.

Con rispetto
Carmelo Cicala
Presidente del Comtes di Washington
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Caro Melo;
Questa e’ l’ennesima dimostrazione che alla “Casta” dell’Italia, non interessano ne’ gli italiani all’estero, ne’ tantomeno chi cerca di rappresentarli. Io sono venuto negli Stati Uniti per amor di liberta’ e per sdegno verso i cortigiani che fingono di governare l’Italia e sono veramente orgoglioso di rimanerci.Noi abbiamo chiuso il Comites di Miami perche’ ci sentivamo presi in giro da tutti e consigliamo chi ha accettato gli incarichi per aiutare i connazionali, di fare altrettanto.Purtroppo tra gli indirizzati vedo il nominativo di qualche opportunista, che finge di voler aiutare i Connazionali e sono certo che non si associera’ a questa tua corretta considerazione.
Cordiali saluti a tutti.
Cesare Sassi.
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Dal sito ufficiale del PD: 
"Roma, 22 ott - E' iniziata ieri con un incontro con la comunità italiana presso il consolato generale d'Italia a New York, la missione del presidente del Senato, Pietro Grasso, negli Stati Uniti d'America....."
Secondo questo articolo il presidente Grasso è venuto in USA in "MISSIONE". Qualcuno potrebbe spiegare quale era la missione di Grasso a parte il Gala della NIAF?
Sempre secondo questo articolo il Sen Turano è stato l'unico ad aver speso qualche parola a difesa del consolato del New Jersey.
Forse Grasso era interessato solo ad "ingrassarsi" al banchetto luculliano della NIAF?
Salvo Mule
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Caro Oscar,
ho letto la lettera di rammarico del presidente Carmelo Cicala del Comites di Washington per la mancata visita del presidente del Senato Pietro Grasso alla comunità della capitale, una mancanza d’attenzione che rileva quanto questi politici siano distanti dalla nostra collettività, sia essa in Italia sia essa in altre parti del mondo.
Questi poi della sinistra sono solo capaci, per convenienza politica, di ricordare e fare un parallelismo, quando si tratta di giustificare la marea di extracomunitari in arrivo sulle coste siciliane, con i nostri emigranti proprio negli Stati Uniti d’America. Dimenticando i distinguo che sarebbe obbligatorio fare: cioè che i nostri non sbarcavano clandestinamente, né gli americani cercavano di modificare le leggi sull’emigrazione. Ma così va l’Italia.
D’altra parte cosa vi aspettate, voi che abitate al di là dell’Atlantico, dalla vostra nazione d’origine, una nazione che nel dopoguerra ha abolito per sessant’anni la parola PATRIA ed il nome ITALIA, usate durante il Ventennio con orgoglio, per sostituirla con l’anonimo “Paese”, mentre per quegli emigranti PATRIA e ITALIA hanno sempre costituito un valore incommensurabile nei loro cuori, con l’orgoglio di essere ITALIANI.
Un saluto dalla Madre Patria,
Massimo Rosa
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Caro Oscar,

buon viaggio attraverso gli States, a te ed a Franca che presumo ti accompagni.


Mi ero distratto perché assai preso da eventi scientifici e culturali della cui organizzazione e gestione avevo ed ho le massime responsabilità.

Solo ora leggo sul tuo blog l'intervento di cui ti riporto un brano:

... D’altra parte cosa vi aspettate, voi che abitate al di là dell’Atlantico, dalla vostra nazione d’origine, una nazione che nel dopoguerra ha abolito per sessant’anni la parola PATRIA ed il nome ITALIA, usate durante il Ventennio con orgoglio, per sostituirla con l’anonimo “Paese” ...

Credo che sia uno sfogo per troppe attese frustrate da amministratori e politici inadeguati quando non indecenti, ma non bisogna fare di tutte le erbe un fascio (anche quel "fascio" dell'orgoglioso ventennio che viceversa non esito a definire il deprecato ventennio (con la "v" rigorosamente minuscola, perchè di maiuscolo non c'era assolutamente nulla, neanche i famosi treni che arrivavano in orario etc. Sul secondo recente ventennio, purtroppo conservo la "v" minuscola).

L'Italia nata nel dopoguerra dall'Antifascismo e dalla Resistenza è un grande Paese del quale si può essere orgogliosi, con una Costituzione che  non ha rivali al mondo, rinverdendo il primato della Legge di Romana memoria (ovviamente quella di duemila anni fa).

L'Italia non sta attraversando un periodo prospero, anche perché i governanti non puntano sulle massime risorse che abbiamo e le lasciano deperire (da Pompei al Colosseo, il mare ed i monti, il paesaggio, i tesori di architettura, le chiese ed i castelli, le grandi città ed i piccoli borghi antichi) lasciando alla deriva il patrimonio più prezioso: i giovani e la loro educazione e formazione per essere protagonisti di primordine in Patria ed altrove, come lo furono i nostri avi.

Blue sky for our children and for our children's children, citizens of the World.

Dario Seglie, Torino, Italy