Guido Colomba
(The Financial Review
Year 53 n.914) C'è la consapevolezza che la politica monetaria tradizionale
abbia esaurito le batterie. Ecco perchè le banche centrali, guidate dalla Fed,
sono appese al QE per evitare una possibile crisi recessiva di tipo sistemico.
Ed è questa la ricetta riproposta oggi dalla Bce (tassi invariati, acquisti di
titoli protratti anche oltre il settembre 2016, aumento dal 25% al 33% degli
interventi sulle nuove emissioni). Sullo sfondo la
Cina con i suoi dati inaffidabili ("gli asset sono stati
gonfiati, la correzione è realistica" re: Jacob Frenkel, Jp Morgan
International) ampliati da un shadow banking di proporzioni gigantesche. Un
gioco mortale anche per gli altri Brics. Il finto capitalismo di Pechino si
basa anche sulle città-fantasma dove i contadini non vogliono andare a vivere.
Altro che transizione verso un nuovo modello di sviluppo che punta all'aumento
dei consumi interni. Paradossalmente, la ricetta migliore la sta proponendo
Matteo Renzi che vuole togliere la tassazione sulle case per rilanciare i
consumi. Un dato su tutti tratto dalle statistiche sul risparmio in Italia.
Ammonta a 122 miliardi la perdita del potere d'acquisto, cumulato in questa
crisi, così suddiviso: 75 miliardi di minori consumi e 47 miliardi di minore
risparmio. Si è appreso che i famosi 80 euro distribuiti l'anno passato ai
dipendenti sono andati in buona misura a pagare le tasse sulla casa. Il
rilancio del settore immobiliare (dove vanno agevolate anche le compravendite)
è la strada sicura per creare occupazione e garantire la crescita del Pil.
Qualcosa sta cambiando anche sul fronte della PA (riforma in atto) e del ruolo
dello Stato. Si va verso la riduzione drastica delle 7600 società pubbliche che
fanno capo agli enti locali, alle centralizzazione degli acquisti, fino allo
sfoltimento di enti come le Camere di Commercio divenute col tempo dei costosi
carrozzoni, dell'Aci doppione inutile della Motorizzazione ecc. Si è aperta una
diga. La percezione di tutto ciò è emersa sul New York Times e il Financial Times
che hanno riconosciuto a Renzi il ruolo del miglior ambasciatore delle nostre
aziende. Un fatto senza precedenti nella storia repubblicana. Ne fa fede, nella
percezione internazionale, il ribaltamento dello spread tornato a favore
dell'Italia tra Btp e Bonos. Per cambiare lo scenario ci vorrà molto tempo. Nel
frattempo, vi è di sicuro il problema della crisi di Roma. Il tempo è scaduto
atteso che, anche nell'era Marino, vi sono state ben 592 proroghe e 146 impegni
senza gara e in affidamento diretto per 45 milioni. Una situazione talmente
"border line" da irritare la grande maggioranza
"trasversale" non solo dei cittadini romani. Prefetti e magistrati
devono agire con grande fermezza e celerità. Il Paese è stanco di aspettare e
non tollera più la corruzione in presenza di un fisco onnivoro che detiene il
triplice record della più pesante tassazione, rispetto alla media europea, in
tema di lavoro, imprese e casa. C'è un fronte che vuole fermare qualsiasi
cambiamento e cerca di abbattere il governo Renzi. Le prossime settimane
saranno decisive.