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Italia, la svolta della "cultura globale"


Guido Colomba

Da una visione passiva del turismo e del patrimonio artistico, l'Italia sta cambiando ed ha compreso il significato della "cultura globale". Dove la filiera dell'eccellenza - dai tesori del Rinascimento e della Roma antica, alla moda del lusso e l'eccellenza del cibo e del vino - divengono elementi trainanti della crescita e dello sviluppo qualitativo dell'Italia. In queste vacanze di Pasqua l'afflusso di turisti(+7,4%) da tutto il mondo nelle grandi città d'arte (il record a Napoli con +15%) è stato tale da indurre il ministro della Cultura, Dario Franceschini, a ipotizzare "contatori per i turisti nelle piazze e sgravi fiscali per i negozi storici". "Dobbiamo ragionare - ha detto al Corriere - su come governare un fenomeno in costante aumento rendendolo compatibile con il nostro Paese, in cui città d'arte e bellezze naturali sono fragili". E' in questa ottica che l'Enit, l'Ente del turismo, farà propaganda ai cinesi, sempre più innamorati dell'Italia, a favore dei centri minori, "immenso museo diffuso", inutilizzati dai circuiti del grande turismo. Basti pensare alla reggia di Caserta, al museo di Capodimonte, al museo archeologico di Reggio Calabria con i Bronzi di Riace, alle chiese di Assisi. Non vi è regione d'Italia che non racchiuda tesori d'arte di livello mondiale. Di certo, la legge dei grandi numeri costituisce un problema. L'eccesso di afflusso turistico a Venezia, Firenze, Roma ecc. racchiude il rischio di uno snaturamento dei centri storici. Di qui l'esigenza di proteggere un patrimonio immateriale fatto di antichi sapori, tradizioni, artigianato e gastronomia. Il Governo sta valutando sgravi fiscali per sostenere le attività commerciali storiche e identitarie "aiutandole ad andare avanti a rappresentare la cultura italiana". Inoltre, vi è già in vigore il Decreto legislativo 212/2016 che permette ai Comuni di vincolare parti di città, di particolare valore storico, archeologico, artistico, al fine di vietare l'apertura indiscriminata di esercizi commerciali “low cost”. Si deve anche puntare al recupero dei borghi ora spopolati dai giovani, molto apprezzati (quando ne vengono a conoscenza) dai turisti nord europei che vi ritrovano il gusto delle "esperienze antiche" dove accanto alla natura ed ai tesori d'arte, riscoprono una gastronomia dai sapori antichi insieme alla trattoria tipica del borgo. Una riserva ed una ricchezza da valorizzare.