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La politica si avvicina sempre più ad un reality show

Noemi Lezzi (MICRI 10)
Negli ultimi anni la scena politica globale è stata caratterizzata dall’ascesa di personalità che, piacendo o meno, hanno saputo trasformare se stessi in un personaggio, in un simbolo. La politica si avvicina sempre più ad un reality show, dove il pubblico diventa il popolo votante che al posto di dare la propria preferenza a quel cantante piuttosto che a quel “vip” dimenticato in cerca di rinnovata notorietà, si lascia convincere dal candidato che “fa più scena”.  Nel periodo di crisi economica e sociale che stiamo vivendo, la massa pretende una figura di riferimento convincente, spesso portatore di idee estremiste ma che attrae proprio per questa necessità di trovare una guida forte, carismatica e capace di gestire le problematiche soprattutto interne al Paese.  Non occorre andare molto lontano per trovare degli esempi calzanti di questa tendenza: rimanendo in casa, si pensi al successo sui canali social che ha ottenuto Matteo Salvini, deputato e segretario federale della Lega Nord, con le sue idee “ruspanti” riguardo al tema immigrati.  La crisi ha impoverito la piccola borghesia creando così sacche di insofferenza diffusa che consentono allo spettro populista (tendente all’estrema destra) di risorgere e dilagare in tutta Europa. Si noti ad esempio il successo al primo turno nelle elezioni presidenziali francesi di Jean-Marie le Pen e il suo Fronte Nazionale; la nascita di partiti neofascisti in Austria (l’Fpo di Jörg Haider), ma anche in Norvegia, Svezia, Irlanda e Olanda; la vittoria di Rasmussen dell’estrema destra in Danimarca.  Probabilmente l’esempio più calzante ed anche più recente è quello di Donald Trump, neo presidente degli Stati Uniti, che è stato capace grazie ad un ottimo lavoro di propaganda, ad un eccellente uso dei media e degli strumenti social, e alla capacità di gestire gli attacchi in modo da farne una forza, a portare avanti un’opera di convincimento generale che lo ha condotto al proprio obiettivo: la Casa Bianca.  La massa ha bisogno di una figura  politica che la rispecchi, che si avvicini alla vita dei propri elettori, che parli e comunichi come loro soprattutto attraverso l’utilizzo di social network come Twitter, Facebook ed Instagram, che si imponga sulla scena e la sconvolga con idee non convenzionali, controcorrente, spesso aggressive e volutamente provocatorie.  «Trump ha una visione della vita molto semplice e forse proprio per questo vincente. Il suo linguaggio è semplice, diretto, banale e punta dritto alla pancia degli elettori», spiega Bogliari, editore, giornalista e autore del libro “I segreti del successo secondo Donald J.
Trump” «Dal momento che la democrazia funziona con il meccanismo 1=1, cioè il voto del docente di letteratura o di astrofisica di Yale vale quello dell’operaio metalmeccanico di Detroit o di un qualunque analfabeta del Nebraska – continua –, il potere si conquista facendo leva su pochi concetti, possibilmente primitivi, espressi con la massima semplificazione».  Trump incarna nella mente dei suoi elettori ciò che caratterizza un americano: imprenditore di successo, credibile alla gente anche perché ha affrontato momenti economicamente e finanziariamente difficili che ha superato risollevandosi quando gli avversari lo davano già per morto, Trump è l’emblema del “non arrendersi mai”.  Secondo Bogliari «Per questo è così popolare: Il suo successo negli affari e nella vita personale lo rende attendibile anche quando afferma cose apparentemente scontate e che in bocca ad altri sembrerebbero banali».  “Non arrenderti mai!“, “Mettici passione!“, “Sii focalizzato!”, “Mantieni il tuo slancio!”, “Vedi te stesso come vincente!”, “Sii tenace!”, “Sii fortunato!”, “Credi in te stesso!”, “Chiediti: cosa sto facendo finta di non vedere?”, “Guarda la soluzione, non il problema” con questi slogan Trump ha saputo convergere un pensiero di ottimismo e fiducia nel futuro nella popolazione americana, ha dato risposta alle paure di un momento di precarietà in cui l’America vede espandersi e crescere l’ombra ingombrante di due super potenze come la Cina e la Russia, sempre più centrali nel panorama internazionale sotto tutti gli aspetti.  Trump è la prova di come il consenso si ottenga grazie ad un uso studiato e calibrato dei social media, ad un attenta comunicazione non verbale e ad un uso di un linguaggio diretto e semplice, comprensibile da tutti e che punta ad un target ampio.  Trump è l’esempio di quanto personalità, carattere e capacità comunicative siano il nocciolo per avere successo al giorno d’oggi, soprattutto nelle relazioni internazionali poiché quello che sei è quello che mostri attraverso gli schermi e le pagine virtuali che danno la possibilità di creare un personaggio accattivante e convincente.