Firenze, i giornali e le bufale su violenze inventate e polizze antistupro. Questore: “Distinguere tra luoghi comuni e dati”
da Il Fatto
Molte testate hanno
riportato una statistica che non trova riscontro, secondo cui "a Firenze
su 150-200 denunce all’anno il 90 per cento risulta falso”. Dopo la
smentita di Intini qualcuno ha modificato l'articolo attribuendola a
"una fonte qualificata". Poi c'è la notizia inesatta su una presunta
"assicurazione contro lo stupro sottoscritta da tutte le studentesse
Usa": in realtà copre qualsiasi imprevisto durante il soggiorno
all'estero
Stupri, veri o presunti. E relativi dati, pubblicati dai giornali e smentiti da chi di dovere. Dietro la cronaca della violenza sessuale su due studentesse americane a Firenze per la quale sono indagati due carabinieri, tiene banco una polemica parallela. Quella sulla verifica
delle informazioni riportate dai media a corredo della cronaca. Due i
casi: una statistica che non trova riscontro e una notizia incompleta.
“Il 90 per cento delle denunce delle studentesse
americane a Firenze risulta inventato”, si è letto nei giorni scorsi su
autorevoli quotidiani nazionali, che non hanno però citato alcuna fonte,
definendola solo in un secondo momento – a polemica ormai deflagrata – “istituzionale” e “ attendibile”. Quel numero, però, viene smentito dal questore di Firenze Alberto Intini, che avverte: “Bisogna distinguere tra i luoghi comuni e i dati”. Poi c’è la bufala sulla polizza antistupro che
le ragazze avrebbero sottoscritto prima di partire per l’Italia: si
tratta in realtà di una normale copertura assicurativa per qualsiasi
imprevisto durante il soggiorno all’estero. Due informazioni, entrambe
false, che insieme sembravano insinuare che le due ragazze si siano
inventate tutto per incassare i soldi dell’assicurazione.
“Falso il 90 per cento delle denunce” – A pubblicare il dato sul “90% di denunce false” sono state diverse testate, come Il Secolo XIX, Il Messaggero, Il Mattino e La Stampa. Il pezzo di Stampa e Secolo XIX del 9 settembre riporta prima le parole della ministra della Difesa Roberta Pinotti: “Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse”. Poi c’è quel numero, in un primo momento non attribuito
ad alcuna fonte: “Non si può neppure dimenticare”, si legge nella prima
versione, fuori dalle virgolette, “che tutte le studentesse americane
in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su
150-200 denunce all’anno, il 90 per cento risulta falso”. Nel frattempo
interviene il questore con i numeri della banca dati delle forze di polizia. “Nel 2016 in provincia di Firenze – afferma parlando con tiscali.it – ci sono state 51 denunce
per violenza sessuale. Non possiamo al momento fare una casistica delle
vittime, italiane, straniere, americane. Per noi sono tutte violenze in
ugual modo”, nel senso che si va dallo stupro al palpeggiamento.
Il dato attribuito (ex post) a una “fonte istituzionale” – A quel punto dai siti de Il Messaggero e Il Gazzettino la notizia scompare (si apre un messaggio che dice “pagina non trovata”). Secolo XIX e Stampa ribadiscono il dato aggiungendo però alla frase – come spiega una nota aggiunta in calce al pezzo nella versione online – le virgolette e l’attribuzione a “una fonte istituzionale attendibile”. “Questo per chiarire”, continua la nota della redazione, “che non si tratta di considerazioni dell’autrice, ma di un’informazione raccolta in un contesto che resta coperto secondo le regole deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti. Questo perché alcuni lettori ci hanno rimproverato il passaggio come una nostra opinione. I dati cui fa riferimento la fonte non sono nelle statistiche ufficiali perché non sono ancora confluiti nei database Istat”.
Il questore: “Distinguere tra luoghi comuni e dati. Nei primi 9 mesi solo tre denunce da cittadine Usa” – A ilfattoquotidiano.it però il questore Intini
precisa: “Non commento il dato sulle presunte denunce inventate perché
non ne conosco la fonte, ma bisogna distinguere tra i luoghi comuni e i dati. Quelli di cui siamo in possesso sono molto distanti
dalle 150 denunce l’anno. Noi non abbiamo registrato alcun fenomeno
particolare né sul rischio che corrono le ragazze americane, né sul
numero delle denunce presentate”. I numeri ufficiali sono che “nei primi
nove mesi del 2017 sono emerse tre denunce per
violenza sessuale ai danni di cittadine americane. Riguardavano, in
realtà due episodi con tre vittime e si trattava di decisi palpeggiamenti,
che configurano comunque il reato di violenza sessuale”. Anche le 51
denunce che risultano dalla banca data delle forze di polizia sul 2016
riguardano ovviamente vittime di tutte le nazionalità e violenze di
diverso tipo, inclusi i palpeggiamenti. Va ricordato che secondo l’Istat solo il 7 per cento degli stupri viene denunciato, mentre la maggior parte vengono taciuti. E in Italia parliamo di circa 11 stupri al giorno, più di 4mila ogni anno. Secondo i dati del Viminale nel primo semestre del 2017 sono avvenute 2.333 violenze sessuali. Erano state 2.345 nello stesso periodo del 2016. Dodici in meno, un calo impercettibile.
La bufala della polizza antistupro – Poi c’è la questione della polizza antistupro. Il Messaggero stesso, nell’attacco del pezzo poi cancellato dal sito e titolato “Turiste Usa in Italia con polizza anti-violenza: 200 denunce l’anno, il 90% sono inventate” specifica:
“Non esiste una polizza assicurativa specifica contro lo stupro: né per
un cittadino americano in patria, né per chi viaggia all’estero.
Esistono polizze che assicurano sui danni provocati da violenza (rapine,
scippi, omicidi, infortuni vari) sia in patria che all’estero”. Il
legale di una delle due ragazze, l’avvocato Gabriele Zanobini, ha poi confermato che le studentesse hanno “soltanto una generica assicurazione che l’Università statunitense, come da consuetudine, stipula per gli studenti che vengono in Italia”.