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Ci scrivono a proposito di Mosca



Oscar,
Ci hai fatto rivivere con la la tua fotografica narrativa i bei tempi della Cortina di ferro. Chi è andato in quella URSS ha sempre una propria storia da raccontare. La mia è semplice. Andai con l'Università a Mosca negli anni 60. Giovani studenti avevamo per gruppi uno studente russo  per guida che parlava un ottimo italiano. Ovviamente andammo pieni di calze di nylon e quanto altro da barattare (in realtà regalammo tutto). Il nostro Cicerone (un pò cerbero e squadrista) si concesse soltanto un qualche attimo di distrazione quando visitammo la Cattedrale dell'Epifania in Elochovo (poco fuori Mosca). Lì una donnina avvolta in uno scialle nero uscì da una porticina dell'Iconostasi e si avvicinò furtiva a me che contemplavo da solo  lo splendore delle immagini, dopo essermi inginocchiato e segnato con la croce. Da sotto il suo scialle mi porse furtiva un cubetto di ottone richiuso da un gancio, facendomi cenno di tenerlo. Capii che era un dono e misi mano alla tasca per darle qualche dollaro in cambio.
La beghina, però, nel contempo si era velocemente dileguata scomparendo dietro la porticina dalla quale era apparsa. Io nascosi il cubetto d'ottone per timore che il ns. cerbero se ne accorgesse e lo sequestrasse. Tornati nella casa dello studente ove eravamo ospitati (e supercontrollati) guardai il cubetto di metallo:si apriva a libro in formato trittico ed ognuna delle tre facce conteneva un'icona in miniatura coi volti del Cristo, della Madonna e di S.Basilio. Era una icone da preghiera che i Pope tenevano al collo con una catena o laccio di cuoio durante i loro viaggi ed alla quale indirizzavano le loro preghiere, aprendole, durante le soste.
Tengo ancora questa icona da viaggio (che mi hanno detto essere del '600) come un piccolo altare al centro di altre icone che ho avuto fortuna di portare dai miei numerosi viaggi in Russia con la complicità remunerata dei doganieri, in anteprima "convinti" dal ns. rappresentante in Mosca (un professionista in tale commercio).
Non dimenticherò mai la beghina col suo scialle nero dal quale traspariva soltanto un viso raggrinzito dagli anni, uno sguardo triste e fuoriusciva una mano protesa verso di me con cubetto di metallo. Il tutto forse in risposta al mio segnarmi con la Croce e l'essermi inginocchiato davanti una stupenda Iconostasi.
Aldo Nic.