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SGR nella morsa di Bruxelles

Guido Colomba

 Raramente una legge di bilancio a fine legislatura si è intrecciata con un quadro geopolitico così complesso. Talmente complesso che sfuggono ai media le notizie che contano. A livello europeo, cadono nella morsa dei controlli bancari anche le Sgr, cioè le società di gestione che controllano la grande torta del risparmio investito in prodotti finanziari. Migliaia di miliardi. Un settore controllato sempre più Italia da fondi e banche estere. Anche Pioneer l'anno scorso è caduto in mani francesi. Il vero problema non è la presenza estera, spesso più qualificata di quella nazionale, ma l'asset allocation del risparmio che solo in minima parte (3-4%) viene destinato ad investimenti italiani. Ora i PIR (piani individuali di risparmio) con l' esenzione totale sul capital gain, stanno cercando di correggere questo fenomeno (attesi 4-5 miliardi di investimenti a fine 2017) ma trovano il limite in un mercato dei capitali ancora troppo piccolo (sono ancora poche le Pmi quotate) per la miopia storica della Banca d'Italia che ha persino autorizzato, dodici anni fa, la vendita della Borsa di Milano a quella di Londra. A livello europeo le sfide costituite dai "big five" e dal fenomeno dello "shadow banking" mettono in gioco più settori dell'economia e dell'occupazione. Inoltre la "bolla" delle criptovalute (bitcoin) rappresenta un pericolo immanente con una capitalizzazione di 180 miliardi di dollari. Non a caso i dati digitali rappresentano l'"oro nero" dell'economia della informazione cognitiva (Amazon è sempre la prima). Ma la web tax al 3%2 così come concepita in Italia, più che una soluzione rappresenta un nuovo problema poiché si basa su un fatturato presunto. Rischiano di farne le spese le imprese italiane. Di certo, lo straordinario successo dell'export italiano (più veloce di quello tedesco) deve stimolare "il sistema Italia" a fare quadrato semplificando i vincoli della burocrazia e la farraginosità del sistema fiscale. Secondo F. Giavazzi (re: Corsera 22 dic.’17) “la riforma fiscale Usa potrebbe essere l’occasione per abbattere il potere delle lobby contrarie alle privatizzazioni in Italia e Francia”. In questo ambito, finora, i risultati sono mancati. Le previsioni dei mercati finanziari per il 2018 restano incerte. Recenti studi dimostrano che durante i periodi di crescita finanziaria (Wall Street è ai massimi storici da diversi mesi) le previsioni sono fin troppo ottimistiche. Ecco perché torna di moda tra gli economisti il metodo induttivo (finanza comportamentale) proprio per comprendere l'instabilità dei mercati. Spesso sono proprio le attese dei risparmiatori e il clima di fiducia che influenzano e causano errori di giudizio da parte degli esperti e dei governi. Il Senato, quasi in silenzio, ha varato il nuovo regolamento che potrà snellire (vietati i cambi di casacca...) ed accelerare l'attività normativa favorendo lo svecchiamento del sistema italiano. Una novità finalmente positiva e molto utile in questa fase di ripresa economica.