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Vicini a una guerra civile?

Another 'Civil War'? Pessimism About Political Violence Deepens In A Divided Nation
The deadly synagogue shooting in Pittsburgh, the killing of two African-Americans in Kentucky and the wave of improvised explosive devices aimed at critics of President Trump all happened just within the past week.
And they all coincide with deep national pessimism about the outlook for peaceful politics in the United States.
Last year, after a shooter opened fire on Republican lawmakers at a baseball practice outside Washington, D.C., a CBS News poll found that 73 percent of Americans felt the tone of the political debate encourages violence.
Since then the concept of a new civil war has seeped out into the open, especially on the right.
"The Civil War on America's Horizon," reads a headline in last month's The American Conservative. On Townhall.com, a Trump supporter imagined how a civil war would turn out, in an article titled "Why Democrats Would Lose the Second Civil War, Too."
Meanwhile, The Federalist ran an op-ed advocating the breakup of the United States, arguing that it "may seem a bit outlandish now, but you won't think so once real domestic unrest comes to your town."
The extreme fringe has also picked up on the notion.
Here's how one anonymous person framed a threat to The New York Times' Ken Vogel on his voicemail earlier this year. Vogel posted the recording on Twitter.
"You are the enemy of the people. And although the pen might be mightier than the sword, the pen is not mightier than the AK-47," the caller said. "And just remember Ken, there's nothing civil about civil war."
Uncivil discourse
Carolyn Lukensmeyer is the head of the National Institute for Civil Discourse at the University of Arizona. The organization was formed after a shooting injured then-Arizona Democratic Rep. Gabby Giffords in 2011. The incident also killed six and wounded 12 others.
"I have to say that I've been surprised at the number of times where we're holding a discussion ... across differences and someone will actually say that they believe we could come to a civil war again in the United States," she told NPR.
But then, she said, many people back off from their initial conclusions: "They do say, 'No, I don't really believe that we'll have a civil war, but I find some of what I see happening frightening enough to think of it that way.' "
Experts who study violent conflict in foreign nations say they are now seeing worrying similarities here at home.
"I already think we've seen some pretty dangerous signs, the most important of which is the demonization of opponents," said Sheri Berman, a professor of political science at Barnard College. "The second step is seeing people as unable to be dealt with or compromised with, and that can fairly easily slip into more extreme kinds of behavior."
Mike Jobbins works for Search for Common Ground, a nonprofit that tries to reduce political violence abroad in places like Burundi, Congo and Yemen. He told NPR that violence breaks out when people no longer feel they can work with others in a different societal group.
"Prior to some of these conflicts that erupted you see a drop in the capacity to deal with one another, and to focus on one sort of prevailing identity," he said. "That's something we see here in the U.S. as we look at some of the partisan political divisions."
Polarization — and political violence — are far from unprecedented in America. Between January 1969 and April 1970, the United States experienced 4,330 bombings, according to The New York Times.
"I came of age during the Vietnam War, so I came of age in a time in which differences on policy issues did lead to violent civil protest, that did lead to blood in the streets, so do I think it is possible? It's part of my own life experience," said Lukensmeyer.
The way to prevent disagreements from becoming violence, according to experts in civil conflict, is to be more open to those with whom you disagree.
"The biggest challenge that many people have in their own lives is really in taking the first step to — when you disagree with someone, to listen first," Jobbins said. "I think as you look at the U.S. today, we are entering a period of conflict ... but even if conflict is inevitable, violence is not."

Copyright 2018 NPR. To see more, visit NPR.

A proposito della Via Francigena



Buongiorno
Uffa! Che scempio storico chiamarla via Francigena.... denota profonda ignoranza o malafede. La via Francigena aveva altri percorsi e ben altre caratteristiche. Ma business is business...
FLF 



Gent.le Francesca Lo Faro,

premesso che la denominazione, ovvero il toponimo Francigena e in seguito Francisca, Francesca, ecc., è stato estratto per la prima volta  da documenti del IX sec. rinvenuti a Troia in provincia di Foggia, non comprendo la sua esternazione. 

Intende forse mettere in dubbio l’esistenza della rete Francigena nel sud Italia? Ritiene che i tracciati individuati sulla base dei viaggi descritti da antichi pellegrini che indicavano paese per paese nei secoli che vanno dal IV al XVII sec. siano fonti inattendibili?

Se pensa che gli studi e le ricerche su cui si fonda il progetto di recupero della Via Francigena, redatti da professori come Fonseca, Dalena, Stopani, Cardini, solo per citarne alcuni, non siano adeguati, o addirittura denotino profonda ignoranza o malafede, la invito al più presto a supportare con documenti inattendibili e incontrovertibili il contrario, altrimenti la prego di astenersi da commenti che potrebbero risultare superficiali e gratuitamente offensivi!

Se poi vuole sostenere che la rete della Via Francigena si estendesse anche alle regioni Calabria e Sicilia, questo è assolutamente vero, ma deve chiedere alle regioni interessate il perché non hanno fatto sentire la loro voce in questi anni di lavoro e impegno volontario.

Sono davvero curioso di capire e le sarei grato se rispondesse. 

Grazie

Paolo Walter Di Paola arch.   
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Egregio, mea culpa. Apprendo adesso che nella Daunia tardo antica vi era una via chiamata francigena  o francigena. E in Sicilia: esistono documenti di una via francigena meridionale che toccava quest'isola?
Grazie per la risposta e buon lavoro
Francesca M. Lo Faro 
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grazie della sua risposta. Mi conforta.

In merito alla presenza di tracciati francigeni in Sicilia, le confermo la loro esistenza, anche se meno frequentati di quelli pugliesi. A tal proposito può documentarsi sui testi del Prof. Pietro Dalena Ordinario di Storia Medievale dell’Università della Calabria.

Buon lavoro a lei.

P.W. Di Paola








Jair Bolsonaro prossimo dittatore del Brasile


Alberto Pasolini Zanelli

È durato meno di trent’anni lo sforzo di consolidare la democrazia nel Paese più vasto e popolato dell’America Latina. Il Brasile ha ritrovato le libere elezioni ma, nel campo del nuovo esperimento, ha scelto il meno democratico: ha raggiunto l’obiettivo di una maggioranza stabile ma al costo di ridurre al minimo le libertà parlamentari e presto, probabilmente, anche le altre libertà politiche. Il nuovo presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, ha fatto finora un altro mestiere: il militare (attualmente è capitano), ma non l’ha usato per la difesa e la garanzia della libertà bensì, nella migliore delle ipotesi, la difesa senza limiti dell’Ordine. Senza un’ideologia ma con un elenco di valori di questo ordine. Al colmo della soddisfazione e probabilmente della felicità, ha già cominciato a spiegare alla gente a quali principii e precedenti egli intenda rifarsi: una dittatura. Quella che aveva retto il Brasile fino a un quarto di secolo fa con il vigore, il diritto e l’intransigenza delle armi. Dei generali, non dei colonnelli che mezzo secolo fa conobbe la Grecia.

Era così, del resto, l’intera America Latina, lucida di uniformi e di canne di fucile. Il Brasile si distingueva dai “fratelli” soprattutto per le dimensioni e per la resistenza del regime ai soprassalti che lo facevano tremare e spesso anche cadere, succeduti da democrazie fragili o caotiche, che rendevano inevitabile il ritorno al vertice dei gallonati. Con l’eccezione dell’Argentina, dove Juan Domingo Peron, militare di carriera, seppe conquistarsi in poco tempo il favore e l’amore delle masse, soprattutto dei poveri, quelli che scandivano “Argentina sin Peron es un barco sin timon”. Peron governò, cadde, tornò, ricadde e tornarono più di una volta i suoi emuli.

Il Brasile è sempre stato diverso. È un Paese più ricco, ma ci sono più poveri e più apolitici. L’ordine pubblico è stato sempre in condizioni peggiori. Il potere degli oligarchi più solido, ma l’opposizione popolare più robusta e veemente e le forze armate tenacemente dalla parte della destra, soprattutto economica. Si espresse a lungo in una dittatura, inviolabile all’opposizione tradizionale. Ad abbatterla fu, un quarto di secolo fa, un operaio, Lula il Metallurgico. Conquistò il potere in una libera elezione e si dedicò a trasformare il Paese, da sinistra, senza essere disturbato dai generali e raccogliendo il consenso delle masse. Vinse tutte le elezioni in cui si presentò. La Costituzione prevedeva dei limiti e dei cambi di nome e ogni volta Lula scelse e fece eleggere dei suoi fedeli. Il più pittoresco è stato l’ultimo, Dilma Rousseff, una ex guerrigliera che nel suo passato aveva l’organizzazione “rivoluzionaria” della rapina in una banca, prima di diventare ministra dell’Economia e poi capo dello Stato. Non ebbe fortuna, anche perché la recessione economica non risparmiò il Brasile. Ma colpì soprattutto gli imprenditori e il ceto danaroso, che si buttò nell’onda. Suo alleato preferito e più potente, la magistratura, che dichiarò guerra al potere politico populista usando (anche in Brasile) l’arma della “lotta alla corruzione”: un deputato su tre è già sotto accusa. Come primo obiettivo Dilma fu rovesciata infine da un voto del Parlamento, che contava già un numero rilevante di “transfughi”.

La sostituì uno dei suoi “esecutori”, un “moderato” di nome Temer, gestore delle Olimpiadi. Ma poco dopo fu lui ad essere incriminato e strappato al potere. Diventavano inevitabili le nuove elezioni e c’era un candidato imbattibile: Lula il Metallurgico. Bisognava “sistemare” anche lui e si trovò la scusa processandolo e condannandolo per essersi fatto regalare una casetta sulla spiaggia in cui egli non abitò mai. Ma gli fu proibito di presentarsi alle Presidenziali, in teoria per la piccola scorrettezza, in realtà perché avrebbe vinto. Il favorito diventò così il secondo della lista, Jair Bolsonaro, idolo temporaneo dell’estrema destra, che si trovò quasi senza concorrenti. Non un debole candidato della sinistra, popolare nelle grandi città, sostenuto dalle elite finanziarie, dai cattolici e dalle forze armate. Prometteva una ripresa economica, ma soprattutto dell’ordine. Aveva, e probabilmente ha, un modello originale per il Sud America: Donald Trump, fra i primi a mandargli una congratulazione per la sua vittoria. Quello che non ha finora detto ma molto probabilmente pensa l’“uomo forte” della Casa Bianca è un “contatto stretto e ovviamente molto amichevole”. Uno dei messaggi di Bolsonaro alle masse era stato questo: “Se gli Stati Uniti hanno eletto un Trump, così può fare anche il Brasile”. Dieci anni fa, al suo debutto in politica, Bolsonaro fu definito “un clown”, ma erano già in molti sensibili al suo fascino.

SPQR, Roma capitale della monnezza


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Hanno subito cercato di sminuirne l'effetto mediatico e politico.
I 10.000 che si sono recati in Campidoglio per protestare contro il degrado della capitale e l'incoerenza amministrativa della giunta Raggi, sono stati subito oggetto della tradizionale presa per il culo dei tanti che vogliono cambiare tutto purché non cambi nulla.

Abbiamo vissuto a Roma per oltre 20 anni e spendiamo ogni anno qualche mese nella capitale italiana.

Al contrario di chi vive nel quartierino con a portata di mano i negozietti e non deve spingersi più in là di qualche metro il vostro corrispondente ogni giorno percorre una media di 150 km in auto spostandosi da un punto all'altro di Roma per raggiungere i laboratori dei quali si serve la moglie stilista di moda.

L'esperienza nel traffico romano se paragonata per esempio al traffico napoletano, altrettanto incasinato all'estrema potenza, mette in evidenza che, mentre il secondo si fa accettare con un minimo di sorriso e  simpatia, il primo invece è all'insegna della criminalità: homo homini lupus, nessun rispetto per un minimo di educazione civica.

Hanno detto poi che i 10.000 erano tutti al di sopra dei 50 anni e che le sei signore che hanno organizzato la grande manifestazione vengono da quartieri chic e non possono parlare per le periferie che rappresentano realtà a sé stanti ed incapaci di dialogare con il centro città.

Con buona pace dei tanti amici e conoscenti che ancora abbiamo nella capitale vogliamo sottolineare che la responsabilità del disastro romano non è solo sulle spalle dell'attuale giunta capitolina ma deve essere distribuita equamente anche tra i diversi strati della popolazione che ufficialmente dovrebbe essere assestata sui 2 milioni e mezzo di abitanti. Mentre in realtà supera i 5 milioni tenendo conto di tutti quelli che non dichiarano la loro presenza a Roma.

Abbiamo abitato per oltre 20 anni alla Olgiata, quartiere super residenziale nel Nord di Roma.

Adesso, ogni volta che ci rechiamo a visitare qualche amico, ci imbattiamo nelle montagne di immondizia immediatamente al di fuori del cancello nord e sud della bellissima area riservata.

Per noi abituati alle vicende indiane viste da vicino, quell'immondizia ci fa apparire Roma non molto lontana dalla peggiore Calcutta.

A parte che abbiamo dovuto constatare negli ultimi viaggi in India che il fenomeno dell'immondizia per le strade sta diminuendo nelle grandi città grazie all'impegno e alle bastonate impartite dal premier Narendra Modi.

Da qui a concludere che la nota battuta che SPQR significa anche "sono porci questi romani" non è poi tanto lontana da una triste realtà.
Oscar
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Carissimo Oscar,

in questo momento la Città ha bisogno di impegno a migliorare, non di analisi superficiali. Non è ragionevole e corretto attribuire al passato il degrado e l'incapacità amministrativa della giunta Raggi. Anche sotto Alemanno e  Marino, due sindaci che non si sono certamente distinti per lungimiranza ed efficienza, la raccolta dell'immondizia era sostanzialmente regolare e la cura della città accettabile.  Il vero disastro è iniziato con la corrente amministrazione, che ha cambiato un numero impressionante di assessori, ha effettuato nomine di persone non all'altezza del compito e non ha avuto la capacità di iniziare un percorso di gestione amministrativa quanto meno ordinario.  Il problema è l'incompetenza delle persone scelte e il retropensiero culturale dei 5Stelle: meglio non fare che essere accusati di corruzione o di scelte sbagliate.  Se si decide di essere candidati alla carica di Sindaco, è necessario avere l'attitudine a fare e a scegliere. Saranno gli elettori a giudicare in occasione delle successive elezioni. Pensa solo alla scelta di non far partecipare Roma alla selezione per la sede delle Olimpiadi, giustificata dal rifiuto alla cementizzazione della Città (?) e al rischio che dagli appalti emergesse corruzione; è l'amministrazione comunale che autorizza le opere, per cui il controllo spettava alla Raggi e al suo team.  48.00 posti di lavoro persi! E confronta questa posizione con la battaglia condotta dalla Appennino, membro dello stesso partito, per portare le Olimpiadi invernali a Torino. Il problema è il Sindaco e l'incompetenza delle persone che ha scelto; è troppo facile scaricare le responsabilità su chi la ha preceduta.  Il tempo è passato dalla nomina e non si vede altro che incremento nella trascuratezza della gestione. Non voglio annoiarti ulteriormente, ma, da tuo affezionato lettore, avrei avuto piacere di leggere una nota più ponderata.

Cari saluti.




Francesco Gianni
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Forse ti sei sbagliato di qualche 0...al massimo 1000 persone e tutte orfane del PD 


Vincenzo Grasso 
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Oscar:
Ho letto i giornali italiani.
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I giornali italiani sono la vera monnezza , come fai a basare informazioni su questo?
Vincenzo Grasso 
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Sei sermpre formidabile.E' proprio così.
Carlo Petrone
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Veramente il problema della "monnezza" è legato a chi è proprietario dei terreni delle discariche e quando,anni indietro, (un italiano che aveva fatto i soldi in America Latina) al ritorno in Italia costruì una Struttura per trasformare i rifiuti in Energie varie...

lo bloccarono perché contaminava ( secondo i sciacalli del denaro per il denaro..) e .in realtà,  contaminava in un anno quanto contamina un camion che ha un giro completo del Raccordo Anulare.

Soluzione: devono ritornare gli Etruschi..dato che le loro bonifiche e sistemi fognari ancora funzionano..e mi fermo qui..!

Qui la testimonianza storica..e ieri come oggi: https://www.youtube.com/watch?v=L6TqwAVysZU&t=4s

http://www.consulente-energia.com/ag-come-trasformare-i-rifiuti-in-energia-termica-ed-elettrica-nuove-tecnologie-per-ricavareenergia-edai-rifiuti-resa-energetica-dei-rifiuti-solidi-urbani.html
Umberto Di Grazia
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A poche ore dal massacro degli ebrei Trump twitta

Con 11 morti ammazzati da un antisemita il Presidente trova il tempo di esternare le sue convinzioni di baseball a poche ore dal massacro.
Qualsiasi altra persona dotata di un minimo di sensibilita' per il dolore dei suoi consimili avrebbe mantenuto le sue riflessioni parasportive al massimo in un ambito familiare.
Il presidente no, perche' sa di rivolgersi alla sua platea di persone fatte di fans del baseball alle quali il massacro degli ebrei non importa un piffero. Anzi.
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Earlier today, a far-right domestic terrorist murdered a bunch of Americans at a synagogue in Pittsburgh. Yesterday, one of Donald Trump’s biggest supporters was arrested for trying to assassinate all of Trump’s biggest Democratic rivals. You’d think this is maybe kind of a big week for this small fraction of a President. Sure enough, he can’t sleep tonight, but that’s because he’s ranting and raving on Twitter about… baseball?

Just a few minutes before midnight, Donald Trump posted this tweet: “Watching the Dodgers/Red Sox final innings. It is amazing how a manager takes out a pitcher who is loose & dominating through almost 7 innings, Rich Hill of Dodgers, and brings in nervous reliever(s) who get shellacked. 4 run lead gone. Managers do it all the time, big mistake!” No really, this isn’t something out of the Onion. Trump really posted this.

As far as baseball analysis goes, Trump is actually correct. Rich Hill should never have been pulled from game three of the World Series tonight. But so what? This guy is supposed to be the President of the United States, and even as he’s proving that he can’t handle real world emergencies seriously, he’s showing us with this tweet that he doesn’t care about the real world anyway.

It’s midnight on the day of a deadly domestic terrorist attack on American soil, and the “President” of the United States is having a public meltdown about baseball. That’s absolutely insane. This feckless thug needs to resign. Now. Donald Trump has clearly got nothing. He might as well just report to prison.
(Palmer Report)

LA VIA FRANCIGENA NEL SUD viaggiare e scoprire l’Italia in modo diverso


Paolo Walter Di Paola, architetto, ha dedicato otto anni alla classificazione della Via Francigena.
Lo incontriamo nella sua casa di Palestrina.

Lei con questa Via Francigena si e' messo in competizione con il 'Camino de Santiago de Compostela'.

"Direi proprio di no. Si tratta di un itinerario che completa anzi proprio il Camino. La Via Francigena  è un progetto proiettato all’aumento della responsabilità nei territori perché genera sviluppo della rigenerazione, mantenendo e valorizzando il patrimonio delle comunità coinvolte. 
Alla base del lavoro c’è la ricerca storica che ha permesso la redazione del dossier con il quale si è ottenuta nel 2016 (dopo 12 anni d’impegno), l’approvazione da parte dell’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali e del valutatore, il Prof. Frustier, che ha dato il via alla validazione da parte del Consiglio d’Europa. "


Come si snoda questo percorso?

"L’Itinerario coinvolge nel sud 5 Regioni: Lazio, Molise, Basilicata, Campania e Puglia; 150 Comuni e 34 Diocesi per oltre 800 km. di cammini. Integra quello già approvato nel 2004 che attraversa 4 Stati: Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia, e costituirà il primo progetto con protagoniste 10 Regioni dal nord al sud dell’Italia, tutte unite dall’interesse di tutelare, sviluppare e promuovere un solo progetto: la VIA FRANCIGENA, che già guarda al Medio Oriente alla Via Egnazia verso Gerusalemme. "


Ma se voglio imboccare questa 'Via' partendo da Roma che devo fare?

"Da Roma sono state individuate due direttrici fondamentali che dopo Benevento si biforcano in tre. La prima è quella litoranea, l’Appia, che attraversa la zona Pontina con l’abbazia di Fossanova, poi verso Capua per raggiungere Benevento. La seconda è interna, segue le Vie Prenestina, Casilina e Latina, attraversa la valle del Sacco e del Liri, incontrando le abbazie di Casamari, Trisulti, Monte Cassino, San Vincenzo al Volturno, solo per citarne alcune, e si riunisce con l’Appia a Benevento. 
Da Benevento si può prendere la Micaelica per San Michele Arcangelo e raggiungere il Gargano, poi proseguire seguendo la costa sino a Santa Maria di Leuca, oppure seguire l’Appia Traiana, interna, sino a Brindisi. Infine c’è la variante per Matera che costituisce un percorso affascinante quanto gli altri e che gode nell’immediato della nomina di Capitale Europea della Cultura nel 2019. Si tratta di rotte storicamente riconosciute che oggi devono essere riportate in luce dall’oblio."

I pellegrini utilizzavano la Francigena per andare a Gerusalemme?

"Era un andare “verso” che conduceva oltre l’Adriatico, verso il Medio Oriente, seguendo la Via Egnazia che attraversa l’Albania, la Macedonia, la Grecia, la Turchia con Istanbul (Costantinopoli), per raggiungere l’altro luogo sacro della cristianità: Gerusalemme. "

Da un punto di vista turistico che vantaggi derivano dalla attivazione della Via Francigena?

"La Francigena e' una realtà che puo' dare crescita sociale, lavoro, ma richiede una preparazione adeguata degli abitanti dei paesi, infatti è risaputo che il successo dei 'cammini' è racchiuso nella capacità di far provare un’esperienza indimenticabile ai pellegrini, gli escursionisti, i turisti in genere. Tornare a casa con un buon ricordo dei luoghi che vengono attraversati rappresenta la chiave del successo: la forza è nel passa parola! La proverbiale accoglienza dei paesi del sud Italia, la capacità di accogliere e guidare chi viaggerà nei territori attraversati dall’itinerario farà la differenza rispetto a percorsi, al momento più famosi, come il Cammino di Santiago de Compostela. La “cura” del pellegrino che a piedi percorre queste strade, costituisce la migliore pubblicità per la Francigena. Si tornerà a casa con in mente il sorriso di questa gente, la loro disponibilità ad aiutare l’altro; con gli occhi colmi delle straordinarie testimonianze storiche immerse in una natura in larghissima parte incontaminata, vissuta scoprendo usi e costumi locali che connotano di folclore i singoli paesi, sarà il migliore testimonial possibile e manderà tante persone che verranno con i mezzi più disparati. Santiago de Compostela ha quasi raggiunto i 300.000 pellegrini all’anno, ma circa 6 milioni sono quelli che vi giungono da ogni parte del mondo in bici, a cavallo, con l’auto privata, il pullman, …! La risposta turistica sarà tanto forte, quanto maggiore sarà la capacità di organizzarsi e accogliere i pellegrini, senza chiedere quasi nulla. Grave sarebbe l’errore di considerarli turisti da spennare “perché tanto poi non torneranno più”. Chi cammina è alla ricerca di esperienze, di momenti di vita nuovi e scriverà libri, diari di viaggio, posterà sui social l’avventura, racconterà e farà vedere le foto a tutte le persone che vivono nel luogo di provenienza."



Un nuovo tipo di turismo...

 "Sempre più persone da tutto il mondo, dopo aver raggiunto Santiago chiedono di fare e fanno la Francigena verso Roma da nord o da sud, la quale è indubbiamente più bella, accattivante e ricca sotto tutti i punti di vista. In un futuro prossimo l’Italia sarà un grande giardino da percorrere in lungo e largo seguendo la rete dei cammini. Sono certo che questo tipo di turismo avrà un impatto e una capacità attrattiva forse pari a quella che attualmente hanno le nostre più famose città storiche come Roma, Firenze, Napoli e Venezia. L’obiettivo è dietro l’angolo . Bisogna attivare processi virtuosi per unire in rete le strutture ricettive, i luoghi di accoglienza e ristoro, le realtà di volontariato e l’associazionismo attivo."

(paolowalterdipaola@gmail.com)
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Buongiorno,
apprezzo moltissimo il blog.
Grazie per avermi incluso fra i lettori
Con stima
Alessandro Muraca

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Buongiorno
Uffa! Che scempio storico chiamarla via Francigena.... denota profonda ignoranza o malafede. La via Francigena aveva altri percorsi e ben altre caratteristiche. Ma business is business...
FLF 





Una campagna elettorale così non si era mai vista nella storia americana.


Una campagna elettorale così non si era mai vista nella storia americana. Con l’eccezione, evidente, di quella del 1860, che aprì la strada alla guerra fra Nord e Sud. Quella, però, era una elezione presidenziale. Questa volta siamo in una specie di serie B, che si chiama “di medio termine”. Il 6 novembre, infatti, l’uomo della Casa Bianca non è tra i candidati. Si dovranno eleggere, però, un terzo dei senatori e l’intera Camera e quest’anno la tensione politica e ideologica è particolarmente elevata.
Questa è una delle spiegazioni avanzate per le cose strane che stanno succedendo. Strane e senza precedenti. Continuano a partire missili incendiari all’indirizzo di uomini politici importanti e di altri quasi egualmente famosi. In questo momento ne sono già atterrati nove, fra cui un ex presidente (Obama), la moglie di un ex presidente (Hillary Clinton) che è stata anche Segretario di Stato, il famoso miliardario George Soros, uno dei massimi finanziatori del Partito democratico, alcuni deputati della stessa parte politica, un ex direttore della Cia, un ex ministro della Giustizia. Nessun obiettivo è stato finora colpito, ma attira la massima attenzione il fatto che tutti i destinatari degli attentati sono dell’area del Partito democratico, che è impegnato in una rovente fase finale della campagna elettorale, condotta o guidata personalmente (e anche questo è senza precedenti) dal presidente in carica Donald Trump, che fa discorsi un po’ in tutta l’America, contrassegnati da un linguaggio di una aggressività senza precedenti da parte di un presidente in carica (ha definito i democratici “forze del male”, affermando che per questo motivo “sono troppo pericolosi per governare”. Ai suoi comizi gli ascoltatori accompagnano i cori di voci come “In galera!” dedicato a Hillary Clinton) e che quindi è bersagliata ora a sua volta – ma solo a parole – da tutti gli oratori in qualche modo legati all’opposizione.
Gli argomenti sarebbero tanti, ma gli attacchi (e quindi le sue risposte) si concentrano su temi “culturali” dalla politica estera alle tensioni razziali, in termini anche da questa parte senza precedenti ma non ancora all’altezza e con un lessico anch’esso senza precedenti dagli altoparlanti della Casa Bianca. La polizia e gli uffici antispionaggio, naturalmente, ricercano i “lanciatori”, che finora non hanno colpito il bersaglio e forse non hanno mai inteso farlo, almeno sul piano personale. È verosimile, invece, che un paio di estremisti non molto equilibrati di cervello intendano colpire rappresentanze illustri del Partito democratico e dell’area culturale “progressista”, che anch’essa scarica accuse contro Trump, ma finora esclusivamente verbali.
Il presidente è però impegnato su due fronti e la seconda “guerra” l’ha scatenata lui e ha un avversario straniero e non domestico. Si tratta della Russia sul tema niente meno degli armamenti nucleari. In questo caso è stato Trump ad attaccare con una scelta sonora e grave: l’annuncio che gli Stati Uniti si apprestano a ritirarsi dal trattato che limita e in gran parte blocca la costruzione (oltre che l’uso) dei missili nucleari. Una scelta che equivale alla cancellazione del più famoso trattato della storia moderna e comunque del dopoguerra: quel famoso accordo firmato a Reykjavik da Ronald Reagan e da Mikhail Gorbaciov e in vigore da più di trent’anni. Fu questo accordo, raggiunto in un momento di massima tensione tra le due superpotenze, a porre fine alla Guerra Fredda e ad aprire un’epoca nuova nella storia, quella della collaborazione o almeno reciproca tolleranza fra Mosca e Washington. Dei due firmatari Reagan è defunto da parecchi anni, Gorbaciov è ancora vivo, in cattive condizioni di salute e il suo attuale successore è Vladimir Putin, i cui rapporti con l’America si sono andati continuamente deteriorando da più di dieci anni in modo da far rinascere la reciproca ostilità.
Uno dei momenti d’oro di queste relazioni fu probabilmente quando furono installati osservatori davanti ai cancelli delle fabbriche di missili nucleari, russi in America e americani in Russia. L’atmosfera da allora è molto cambiata, soprattutto da parte dell’attuale presidente Usa, che ancora l’altro giorno si è definito “nazionalista” in un discorso pubblico e ha spedito a Mosca John Bolton, il più famoso “falco” d’America. Alle elezioni mancano meno di due settimane, estremamente impegnative per la Casa Bianca. Come se queste due crisi non bastassero, sono in arrivo a piedi dall’America Centrale delle carovane di emigranti, che in questo momento stanno attraversando a piedi il Messico.

Alberto Pasolini Zanelli
Pasolini.zanelli@gmail.com

Sperando che non siano gli scoppi finali della campagna elettorale



Dire che gli ultimi giorni di campagna elettorale si stanno arroventando e' dire poco.
Al momento le bombe ci sono ma non scoppiano.
Il presidente continua imperterrito a fare comizi super osannati negli stati chiave e accusa i media di avere creato un clima pericoloso.
I massimi commentatori repubblicani sostengono che si tratta di una manovra democratica per mettere in difficolta' il presidente.
Ed anche questa e' America
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WASHINGTON — One suspicious package went to George Soros, the billionaire investor and liberal philanthropist who is a perpetual target of conservative conspiracy theories and smears — everything from being a former Nazi to the secret financier of the caravan of migrants making its way toward the United States.

Another went to John O. Brennan, the former C.I.A. director often maligned by conservatives as a leading conspirator in a “deep state” plot to undermine President Trump. Hillary Clinton was also sent one, as were President Barack Obama and his attorney general Eric H. Holder Jr. — all of them subjects of fantastical, far-flung rumors and misinformation campaigns.

Law enforcement officials have not identified any suspects or motives in the rash of explosive devices that arrived this week at the addresses of some of the most vilified public figures in Democratic politics. For a country already on edge — consumed with overheated partisan rancor and divided over matters as basic as what separates fact and fiction — the attempted attacks marked an unsettling turn less than two weeks before a crucial midterm election.

But for a moment, at least, the political world paused on Wednesday to urge greater calm in a climate that had become dangerously inflammatory. Speaking at the White House, the president condemned the acts, saying that “acts or threats of political violence of any kind have no place in the United States of America.”

Mrs. Clinton, speaking at a Democratic fund-raiser in Florida, called the moment “troubling” and “a time of deep divisions.”

“We have to do everything we can to bring our country together,” she added.

Representative Steve Scalise, a Republican who was shot and almost killed in a mass shooting at a congressional baseball practice last year, called the acts “evil” and said, “As a nation, we must agree that this is a dangerous path and it cannot become the new normal.”

Those attempts at reconciliation and reflection, however, quickly gave way to the kind of reflexive, tribal defensiveness that is far more common today.

Many prominent conservative commentators — among them some of the president’s most ardent defenders — quickly pointed the finger at the left, accusing unnamed liberal agitators of sending the packages in a ploy to make Republicans look radical right before the midterms.

Rush Limbaugh, who hosts one of the most listened-to radio programs in the country with a weekly audience of about 14 million, questioned whether the bomb scare was part of an elaborate hoax perpetrated by Democratic operatives and Mrs. Clinton.

“Mrs. Clinton, it’s your party, forgive me, that is encouraging this kind of thing,” Mr. Limbaugh said on his show on Wednesday. “It is the Democrat Party that’s home to all of these mobs,” he continued. “There’s a smell test that this stuff has to pass. And, so far, a lot of people’s noses are in the air, not quite certain of what to make of this.”

Alex Jones, the conspiracy peddler who runs the website Infowars, said the bombs were likely plants by the left and its allies in the media like CNN, where the package to Mr. Brennan was sent.

“This is introducing them as the targets so they can whine, and moan, and predict, ‘If Trump doesn’t stop, you’re going to get us all killed,’” Mr. Jones said on his daily online program.

Regardless of the culprit’s identity or political sympathies, there is no dispute that the people on the receiving end of the packages have all been targets of the kind of insults, threats and wild theories that often originate on right-wing websites and message boards, and then spread after others on the right, and sometimes the president himself, elevate them to legitimacy.

Mr. Trump has done so in several notable instances lately, including spreading the unfounded rumor that Mr. Soros is somehow involved in paying for the migrant caravan. Last week Mr. Trump tweeted a video that purported to be of someone connected to Mr. Soros handing out cash to the migrants. There is no evidence Mr. Soros has played any role in financing the caravans.

“Can you believe this, and what Democrats are allowing to be done to our Country?” the president wrote.

Experts in political violence said the attempted bombings seemed distressingly in line with the dehumanizing us vs. them tenor that has marked the current political discourse.

“People feel encouraged to attack people who are voting for the other party,” said Carolyn Lukensmeyer, the executive director of the National Institute for Civil Discourse. “And this has now become ‘If you’re not with me, you’re against me. And not only are you against me, but you are dangerous.’”

“This is a virus on our society,” she added.

The story of the migrant caravan has triggered an outpouring of outrage in conservative news media. With its compelling images — video of thousands of Latin Americans making a march north toward the United States, broadcast almost hourly by Fox News — the caravan has become the visual manifestation of the fears and anxieties over illegal immigration that Mr. Trump and other conservatives, as well as many Republican candidates in the midterms, have warned about repeatedly.

The caravan has also become the vehicle for some of the more outrageous conspiracy theories about immigrants, including a claim by the president that Middle Easterners were among the marchers. Mr. Trump later acknowledged that he had no proof.

Mr. Trump and his allies have tried to link the caravan with what they have depicted as a menacing threat from the “mob” of Democratic protesters who have rallied against his administration. In the eyes of many conservatives, these portrayals are helpful politically as a way of casting Democrats as undermining law and order — both on the southern border and in the public square.

Mr. Limbaugh suggested that the attempted bombings on Wednesday were a way of diverting attention from the caravan.

“And by the way, guess what’s also not in the news now?” Mr. Limbaugh asked his audience. “That’s the other mob that’s finding its way north through Mexico attempting to crash the U.S. border at or near Election Day.”

Angelo Carusone, president of Media Matters for America, a liberal group that critiques conservative news media, said he saw the bombs as evidence of how the president’s verbal threats can be amplified and potentially lead to physical harm.

“There had been this pretty generic brewing narrative of left-wing violence, and those are the entities that got targeted,” he said, noting that packages were sent to those who had recently made comments that conservatives said were inciting violence: Representative Maxine Waters, who called for demonstrators to confront Republicans; Mrs. Clinton, who said in a recent interview that civility with the right was not achievable; and Mr. Holder, who said in comments he later clarified that Democrats should “kick” Republicans when they go low.

Mr. Trump singled them all out by name in a video he filmed at the White House last week. “They’re losing it,” he said.

The caravan, Mr. Carusone added, quickly became a piece of the story of the Democratic “mob” when Mr. Trump and others on the right linked it to Mr. Soros and the Democrats.

“You can’t divorce Trump from the right-wing media at this moment,” Mr. Carusone added.

In his remarks at the White House, Mr. Trump said an investigation into the bombings was underway, and that “the full weight of our government is being deployed to conduct this investigation and bring those responsible to justice.”

Preventing political violence, he said, was a “very bipartisan statement.”

Non fate previsioni....


Caro Oscar,

La tua voce tace sulle previsioni delle prossime votazioni mid-term. Interessa tanto sentirti in merito.

Altro problema da noi sentito (ma i ns. media sono falocchi sull'argomento) è la marcia degli Onduregni verso gli USA. Qual è l'umore nazionale da voi? E' mai possibile che un media italiano dica che la popolarità di Trump, che era sul 30% di gradimento, sia improvvisamente andata al 47?

Dacci la tua voce.

Un abbraccio

Aldo
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Caro Aldo,
si assiste ad un recupero dei repubblicani, per cui sara' difficile che i democratici possano riconquistare il senato.
Quanto alla camera la previsione e ' di vittoria democratica ma sul filo di lana.
La gente vota con il portafoglio in mano tenendo conto che la disoccupazione e' a livelli minimi, l'economia tira.
Trump viene percepito anche da chi lo contestava come un malessere al quale abituarsi.
Lo dimostra il 47% del gradimento superiore al primo Obama .
Sara' determinante l'affluenza alle urne.
Le migliaia di poveretti in marcia verso il confine americano sono un ulteriore motivo di preoccupazione per la gente degli stati del sud.
Big hug.
Oscar
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The uncle Tom’s cabin





Grazie
quella storia fu anche scritta con la grafia spontanea...dall'autrice.
Umberto
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Bravo Oscar! Bel riassunto e bel video. Grazie. Lo inoltrerò a Lisa MacLeman.

Maria Grazia

Sono felice, entusiasta, al settimo cielo…


Platone:
"Sono felice, entusiasta, al settimo cielo… Visto che siamo nell'Olimpo !"

Fedone:
"Mio energetico maestro, che vi sta succedendo? Il perché di tanto eccitato entusiasmo?"

Platone:
"Mio bel virgulto ti dirò che questo Donald Trump riempie ormai di gioia le mie noiose giornate…"

Fedone:
"Voi state citando un personaggio che passerà alla storia per essere stato il peggior presidente degli Stati Uniti…"

Platone:
"Ed è qui che riciccia tutto l'agglomerato di escrementi culturali di sinistra che appesantisce la tua coscienza."

Fedone:
"Illustratemi allora, pozzo sublime di ogni consapevolezza, la ragione di tanto apprezzamento nei confronti dell'inquilino della Casa Bianca che sta distruggendo l'immagine degli Stati Uniti."

Platone:
"Cominciamo dalle donne che sono da sempre l'asse portante di ogni modificazione sociale e culturale. Donald Trump è il bersaglio delle feroci critiche che gli vengono scagliate dai movimenti femministi nei quali campeggiano attrici che hanno usato il sesso decine di anni fa per ottenere qualche vantaggio da uomini potenti ed ora, a distanza di tanti anni, si levano la soddisfazione di distruggere quelli che, tutto sommato, hanno contribuito a creare un piedistallo alle loro carriere. Donald di donne s'intende, non fosse altro perché ha organizzato decine di concorsi Miss America. La sua frase "grab them by the pussy" (agguantale per la passera) e' costata l'odio spalmato su tonnellate di carta stampata. Ma ha fatto risuonare nella mente e anche un po' più giù di milioni di suoi seguaci l'archetipo secondo cui l'uomo è cacciatore e la donna deve stare al gioco.
E allora uno si chiede come sia possibile che tante donne abbiano votato per Donald con enorme entusiasmo. La risposta la puoi trovare proprio tra le donne molte delle quali odiano i movimenti femministi che hanno radicalizzato il già difficile rapporto tra i sessi, tagliando gli attributi al maschio per il quale sono crollati tutti i moduli di comportamento e creando nella donna spesso la necessità di convertirsi a svolgere il ruolo di cacciatrice anziché di preda. La paura del maschio oggi è abissale e porta, purtroppo, al femminicidio perché la donna è diventata ormai per molti sinonimo di avversario temibile sul lavoro e negli affetti."

Fedone:
"Illuminato maestro, siete sicuro di stare bene? Con tutto il dovuto rispetto è incredibile che un imperituro esempio di altissima moralità quale voi siete possa umiliarsi a sostenere delle tesi consimili…"

Platone:
"Fedone mio, esempio pulcherrimo di intelligenza. Con il tuo stupore dimostri di essere un anchilosato esponente della conservazione di sinistra."

Fedone:
"Oh luce delle mie meningi, come giustificate le quotidiane trovate di Donald Trump per assicurarsi le prime pagine di tutti i media? Ha elogiato il parlamentare repubblicano che ha malmenato un giornalista. Per lui i giornalisti sono un pericolo pubblico. Il giornalista saudita, collaboratore del Washington Post, che è stato torturato, ucciso, smembrato da un comando di 18 persone arrivate dall'Arabia Saudita, bene quel poveretto, secondo la tesi ufficiale saudita fatta propria dalla Casa Bianca, è morto per un 'alterco' all'interno del consolato saudita di Istanbul. Trump sta rovinando i rapporti con l'Europa e mina la Nato, i rapporti con la Cina…"

Platone:
"Queste sono quisquilie. La gente non legge i giornaloni, non segue CNN o MSNBC. Si sintonizza su Fox e affolla a decine di migliaia i comizi che Donald Trump sta tenendo negli Stati chiave per garantirsi che le elezioni del 6 novembre siano un successo nonostante le manipolate previsioni pessimistiche degli addetti ai lavori. Caro il mio diletto discepolo: la gente tiene conto che la disoccupazione è al 3.1%, mai stata così bassa. L'economia continua a tirare alla grande. Chi vota lo fa pensando al portafoglio e non alle altre cavolate…"

Fedone:
"Maestro di ogni dolcezza, vi prego ravvedetevi, tornate in voi… Donald Trump è oggi il faro di un drastico cambiamento epocale che sta coinvolgendo una pluralità di Stati a cominciare dall'Italia. La sua predicazione sovranista e populista, amplificata dal consigliori Steve Bannon, suggeritore molto ascoltato all'interno del governo italiano, sta scardinando l'Europa che, sia pure in mezzo a mille difficoltà, è riuscita a mantenere e a consolidare la pace in un continente che è stato devastato da due guerre mondiali con una scia di milioni di morti…"

Platone:
"Mio bel giovane, non ti ammosciare moralmente ma cerca di essere positivo. Tu sei, insieme ai tuoi consimili, protagonista di questa nuova svolta planetaria. Non te la fare sfuggire perché l'autobus passa solo una volta…"
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Geniale!
Giancarlo Belluso
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complimenti, davvero.
un simile dialogo sulla tragica situazione italiana ci starebbe.... ;)
saluti da verona
Clizia
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Gentile Sig Bartoli
Tutto ciò che lei scrive è di mio alto  gradimento e la ringrazio di dividere con noi le sue intelligenti riflessioni.
Come si dice in inglese " keep up the good work "
Un cordiale saluto da un'italiana di Montreal, Qc. 
Lidia Russo 
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Caro Oscar,
Le tue conversazioni sono plasmate di un fin troppo saccente classicismo, ormai (purtroppo) scomparso nel corrente lessico giornalistica. Per chi l'apprezza, è un piacere leggerla. Purtroppo per noi italiani, a differenza del sistema statunitense, i governi o malgoverni portano sempre più giù nella china la nazione, in un crescendo rossiniano. Nel caso vostro, per pessimo che possa essere il vs. Presidente, il sistema regge e supera sempre, quasi indenne, le bufere, per poi riprendere la corsa al giro successivo di presidenza. E' il sistema che regge. Le recenti statistiche delle migliori università al mondo (che sono il primo indice dello sviluppo di una nazione) parlano chiaro: un dominio incontrastato degli USA, . Noi troviamo il Politecnico di Milano, vanto e ns. gloria italiana, soltanto al 170° posto. L'Università di Padova (la prima ad esistere al mondo) al 296° e la Alma Mater di Bologna al 188°. Poco consola il fatto che Galileo abbia insegnato a Padova e che le prime università al mondo siano nostre. Adesso abbiamo un venditore di bibite che, responsabile di due ministeri e primo perno del ns. governo, parla di economia a gogò. Cosa direbbe di lui il tuo Fedone a Platone? Forse siamo troppo marginali perché possa soffermarsi a parlare su un venditore di bibite e dell'istrionico giullare che proclama ex-catedra sul ruolo della Presidenza della ns. Repubblica.
Un abbraccio
Aldo
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Oscar risponde: 
Caro Aldo, condivido quanto scrivi a proposito del livello delle nostre universita' secondo le classifiche internazionali.

Quanto al 'bibitaro' consentimi di dirti che potrebbe essere considerata una 'qualificazione' anziche' una 'diminutio'.

Se uno riesce a raggiungere traguardi importanti, partendo dal basso, semmai e' da ammirare.

Te lo dice un vecchio che ha fatto il musicista nella balere (peggio che fare il cameriere), il commesso all'Emporio dell'Auto, l'impiegato alle Generali Venezia vendendo assicurazioni sulla vita (la peggiore esperienza lavorativa), il funzionario poi dirigente nel gruppo SMI, il dirigente all'IRI, il collaboratore RAI Radio per molti anni, il responsabile IRI per gli Stati Uniti, etc....




Lettera a Salvini. 
Giampaolo Pansa per Dagospia
giampaolo pansa giampaolo pansa


Caro Matteo Salvini, sento il dovere di ringraziarla. Dopo che per anni non sono andato a votare, ho deciso che il prossimo mese di maggio mi presenterò al seggio e metterò la mia scheda nell’urna. E da quel momento non dimenticherò di esercitare il mio diritto-dovere. Però la informo che mi guarderò bene dal votarla o di votare il suo attuale compagno di merende, il tragico Luigi Di Maio, un incompetente al cubo, scelto da Beppe Grillo per comportarsi da burattino. No, voterò turandomi non soltanto il naso, a favore dell’opposizione. Anche se le forze politiche che hanno il coraggio di contrastarvi sono ridotte al lumicino e si trovano nel caos più totale.

Ho iniziato a lavorare a 23 anni e adesso che ne ho sessanta di più, devo riconoscere di essere stato fortunato. L’Italia stava attraversando il suo primo boom economico e per i giovani che non avevano paura di faticare si aprivano occasioni che oggi sembrano da favola. Ho fatto il mestiere che volevo e ho guadagnato bene perché la mia stagione professionale ha coinciso con gli anni della crescita di quasi tutta la carta stampata: quotidiani, settimanali, libri .
E anche un giovane che non poteva contare su genitori potenti (mio padre era un operaio delle Poste e telegrafi, mia madre una modista) guardava al futuro senza l’angoscia che ho provato grazie alla classe politica degli ultimi anni. E adesso moltiplicata grazie a lei, onorevole Salvini, e al suo comprimario di governo.

Ho guadagnato bene? Si. Ho rubato? No. Ho evaso le tasse? No, ho pagato e pago fino all’ultimo centesimo. Ho chiesto condoni? No, neppure per una multa. Ho lavorato in nero? No, mai. Lavoro ancora adesso e pago sempre le tasse, così come ho pagato il fior di contributi previsti dalle leggi in vigore per garantirmi una buona pensione di vecchiaia. Dimenticavo di dirle che non sono mai stato un baby pensionato, poiché ho lasciato il mio posto di lavoro a settanta anni.


La mia è una pensione d’oro? No, la mia è soltanto una pensione buona. Non ho avuto nessun regalo. Al contrario, è al di sotto del dovuto perché per alcuni anni sino allo scadere dei settanta, ho pagato i contributi a favore dei miei giovani colleghi. Ho anche versato contributi di solidarietà? Sì. Lo Stato me li ha imposti, ma non avrei rifiutato di farlo senza nessun obbligo. Adesso però la misura è colma.

Lei, onorevole Salvini, si sta dando parecchio da fare per condonare le tasse agli evasori. E si sta preparando a tagliare la mia pensione trattandomi da ladro. La sua fortuna politica è legata alla stupida arroganza di chi l’ha preceduta al governo, ma soprattutto trae origine dall’aver fomentato per anni la paura degli italiani. Per prima, la paura dei neri che vivono tra noi. Non ha soltanto sfruttato l’ignavia pasticciona di chi c’era a Palazzo Chigi, no! Lei ne ha fatto una linea politica che pesca nella paura normale per il diverso, trasformandolo nel colpevole di tutti i nostri mali nazionali.

Fomentare questa paura dichiarandola in modo ossessivo a ogni ora del giorno e della notte, è diventata una strategia politica. E siccome sembra avere un successo crescente, lei si sta dedicando a un nuovo nemico degli italiani: altri italiani che con la loro fatica hanno reso forte la nostra repubblica. Noi che non percepiamo pensioni da fame siamo trattati come dei disonesti, degli approfittatori, insomma dei rubamazzo a danno di chi ha poco o niente.


Il capolavoro che passerà alla storia di questo nostro disperato paese di creduloni è di avere additato come ladri gli onesti. Di averci riportato al clima della guerra civile tra italiani dove non si usano più i fucili (per il momento) ma la gogna, l’invettiva, l’insulto sputacchiato nell’etere con ogni mezzo. Mia nonna Caterina diceva sempre a proposito delle malelingue: “A forza di ripetere bugie, qualcosa resterà”. Ecco lei ha adottato il sistema delle malelingue.

Si dice che alle prossime elezioni lei e il suo comprimario di governo prenderete molti voti. E’ probabile, però tenga presente che come me tanti altri italiani torneranno ai seggi che avevano disertato per anni. E non è detto che seguiranno l’esempio di quelli che l’hanno votata l’ultima volta. E non creda troppo ai sondaggi: assomigliano all’oppio che ti impedisce di intuire la verità.


E tenga presente, onorevole Salvini, che i risparmi delle famiglie stanno già soffrendo per merito vostro. Se riuscirete a varare la famosa manovra, molti vedranno che avrete tolto agli onesti per dare ai fannulloni e ai disonesti. E allora che cosa accadrà? Rammenti un vecchio detto popolare che recita: temete l’ira dei calmi.
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Buongiorno,

ho letto la lettera di Giampaolo Pansa per Salvini e condivido pienamente. Purtroppo è tempo sprecato. Credete che Salvini rimanga in qualche modo sensibilizzato? Che possa prendere in considerazione anche minimamente la sua lettera? Se ne frega altamente. Lui tira dritto con determinazione per la sua "strada" piaccia o non piaccia. Ho la netta sensazione che si senta un piccolo ducetto, convinto che, anche confortato dai sondaggi, avrà ancora più elettori dalla sua parte. Ma qui condivido il pensiero di Pansa. Dovrà temere l'ira dei calmi...

Claudio Corazza (pubblicitario)
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parole sante!
Paolo Silva
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Caro Oscar,
da liberale non ho mai votato LEGA e non la voterò. Però non mi convincono le esagerazioni
un po' faziose di Pansa, nè questo atteggiamento moralistico.
Scusa: scrivo così, tanto per parlare tra vecchi liberali !
Un abbraccio.
Adalberto
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Trovo la lettera a Salvini molto ben scritta !



Poiché ho lavorato per un 10ennio sul problema sociale (che Moro voleva risolvere), mi permetto di proporti l’All. “Chiudono “ ed un altro testo. Mi piacerebbe avere tua reazione sulla mia analisi  (noto che ho lavorato 25 anni in tutta Europa).



Poiché l’ignoranza della verità sociale toglie le  speranze, allora ti noto qui un paio di paragrafi, di seguito.

In più l’Alleg. “Chiudono” ed un altro, dicono qualche verità.....

Les idées de changement, de corrections, de création d’un vrai Etat et d’un tissu social positif peuvent venir uniquement de l’U.E. ! L’Etat actuel est un faux semblant, car le tissu social a disparu depuis longtemps pendant que la corruption avançait, elle est maintenant  présente dans  plusieurs structures de l’Etat…..Pas de réaction citoyenne, les gens se limitent à discuter de droite e de gauche... Le réalisme ? Il est absent dans les institutions, remplacé par le double langage, trop de mensonges ont été tolérés.

Sauver l’Italie ?  L’Italie doit être sauvée d’elle même, cela est possible uniquement en lançant des bonnes idées depuis l’étranger. Des entités non italiennes peuvent  définir un bon programme de réinitialisation d’un pays et d’unité dans la société, réfléchi et  dévoilé au bon moment. Faut-il commencer par des conférences, des témoignages aux catégories professionnelles ? ?  Ne pas sauver l’Italie, ne pas dévoiler la réalité, serait mettre à risque de contagion l’U.E., par des évolutions mafieuses, qui pourraient être accablantes. 

Molti cordali saluti e grazie per le tue lettere !



Ulrico