Alle 20:34 del 18 dicembre 2019 è stata scritta una pagina di cronaca che stingerà presto nella storia.
L'attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato "impicciato" a larga maggioranza dalla Camera dei Deputati.
Adesso, secondo la Costituzione, la speaker della camera, Nancy Pelosi, dovrebbe inviare al Senato i due articoli sui quali si è tenuta la votazione dopo 12 ore di allucinante scambio di accuse (mantenute però sempre nel limite della correttezza espositiva).
Ma la signora Pelosi sembra non avere intenzione di concludere il procedimento di impeachment consentendo al Senato di respingere la sentenza della Camera dei Deputati.
Per liberarsi di un presidente il Senato dovrebbe votare con tre quarti dei suoi componenti, 67, il che non è ipotizzabile visto che i repubblicani controllano questo board istituzionale.
Nancy Pelosi traccheggia e la tira in lungo perché non si fida dei repubblicani al Senato che vorrebbero concludere il tutto al piu' presto respingendo la sentenza della House e 'liberando' Donald.
Pelosi chiede che il processo al Senato consenta di obbligare a testimoniare il chief off staff della Casa Bianca e John Bolton ex grande consulente sovranista di Trump che potrebbero portare nuovo materiale d'accusa contro il Presidente.
I commenti su giornali, televisioni e radio dicono all'unisono che questa vittoria dei democratici alla House è in effetti una vittoria di Pirro perché Donald Trump rimarrà abbarbicato alla sua poltrona e a farne le spese saranno in termini di immagine e simpatie elettorali proprio i democratici che speravano di mettere in bisaccia uno storico risultato.
Anche le televisioni più anti Trump come CNN e MSNBC sono allineate nel ritenere che il fenomeno Trump continuerà ancora per un altro mandato grazie al voto di sostegno che gli verrà dato il 3 novembre del 2020.
Donald Trump è la tragica conferma che quest'America è ormai avviata su un percorso di autocrazia che confligge con i dettami della Costituzione grazie alla quale questo paese si andava atteggiando da tempo come il riferimento statale più democratico a livello planetario.
Commentatori dei media, politologi, professori universitari, esperti di nonsochecosa, scoprono adesso che gli Stati Uniti non sono 'uniti' per niente, ma anzi divaricati in due componenti che sono incomunicabili e radicalizzate da lungo tempo.
E desta sorpresa la "sorpresa" dei conservatori più tranquilli e tradizionali che si trovano ad essere by passati dal cosiddetto partito di Trump che dell'antico partito repubblicano nulla ha mantenuto se non il logo.
Donald Trump ha una platea di seguaci Twitter di più di 30 milioni di americani. Questi rappresentano il nocciolo duro della sua America, quella che va in pluri orgasmo quando questo attore da avanspettacolo parla nei comizi che tiene di fronte a decine di migliaia di fanatici entusiasti.
Ma poi ci sono altre decine di milioni di potenziali elettori ai quali Donald Trump resta simpatico con il suo stile offensivo nei confronti di ogni competitore.
A questi si deve aggiungere il cittadino ordinario quello che ragiona da sempre con il portafoglio, quello che è perfettamente soddisfatto che la disoccupazione sia da tempo ancorata al punto più basso da cinquant'anni, quello a cui non può importare di meno del problema degli immigrati mentre teme i cosiddetti socialisti, candidati presidenziali dei democratici, che potrebbero far alzare le tasse visto che promettono una copertura sanitaria generalizzata.
Quel cittadino ordinario non ha seguito le ore di dibattito parlamentare in collegamento costante delle principali televisioni anti Trump.
Ma si è sintonizzato su Netflix o su i canali specializzati.
Si tratta del rifacimento in salsa americana del nostro secolare "o Franza o Spagna purché se magna".
Ben venga l'uomo duro, tutto d'un pezzo, che garantisce i treni in orario e la possibilità di camminare nella notte senza essere aggrediti e uccisi.
Ben venga l'uomo duro tutto d'un pezzo anche se questo significa una riduzione sostanziale della mia libertà personale.
Ben venga l'uomo duro tutto d'un pezzo perché è irrituale, senza tanti fronzoli, parla alla mia pancia e non alla mia testa dato che pensare è faticoso ed è meglio delegare a lui questa bisogna.
L'America dunque è avviata su questa strada a conferma di quanto ipotizzato dal visconte Alexis de Toqueville, giovane diplomatico francese che nel 1840 dopo un viaggio di tre mesi nell'America di allora pubblicò il famoso "La democrazia in America" concludendo che questa democrazia si sarebbe poi mutata in un "dispotismo addolcito".
Buon Natale e Felice Anno Nuovo.
Oscar