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Blackout challenge, la sfida pericolosa che provoca diverse morti


Dopo la Blue Whale, è divenuta virale un'altra pericolosissima sfida, la Blackout Challenge, portando alla morte diversi adolescenti.

di Simona Lucia Iovine  e Tano Corma 

Il mondo virtuale può essere tanto affascinante quanto pericoloso. Infatti, nel momento in cui vengono divulgate delle sfide estreme, da dover superare, molte persone possono rischiare di perdere la propria vita. I più colpiti sono spesso gli adolescenti, i quali adorano mettersi alla prova per dimostrare un qualcosa ai loro compagni di scuola o, semplicemente, perché incuriositi e affascinati da questi giochi virali. Purtroppo, però, la realtà è ben lontana dalle aspettative e sono moltissimi i giovani che perdono la vita nel tentativo di superare delle prove fin troppo pericolose.

I pericoli che si celano dietro la Blackout Challenge

Già da diverso tempo si è parlato del fenomeno della Blue Whale: una pericolosissima sfida virtuale, messa in rete con l'intento di plagiare le menti dei ragazzi in fase adolescenziale, fino a costringerli ad arrivare all'ultima regola - la cinquantesima - la quale consiste nel togliersi la vita. Fortunatamente, in tutto il mondo, le forze dell'ordine si sono subito mobilitate per rintracciare i curatori del gioco, i quali attiravano in rete milioni di ragazzi, spingendoli - talvolta anche con le minacce - a compiere gesti estremi.

Purtroppo, però, non si è trattato di un caso isolato, ma il web è colmo di challenge così pericolose. In particolare, da molti anni è stata diffusa la Blackout Challenge - anche definita The Chocking Game, Space Monkey o Fainting Game. In questo "gioco", le persone interessate provano a soffocarsi - privandosi di ossigeno - per periodi sempre più prolungati. Una sfida inquietante, la quale può essere praticata sia in compagnia che da soli, mediante l'utilizzo di corde, sciarpe o delle mani. Attraverso la Blackout Challenge si può perdere coscienza e, automaticamente, il controllo, rischiando di morire. Difatti, diverse sono state le vittime - in tutto il mondo - di questo terrificante gioco che colpisce i più giovani tentati dalla voglia di provare nuove sensazioni e di mettersi alla prova, credendo di riuscire ad avere la situazione sotto controllo.

Il caso di Igor Maj, morto per la Blackout Challenge

La Blackout Challenge ha provocato vittime in tutto il mondo, tra i quali Igor Maj, un climber di soli 14 anni, tentato dalla voglia di sperimentare. Il giovane ragazzo era stato trovato con una corda al collo, facendo pensare subito ad un tentato suicidio. Invece, dopo due mesi dalla terrificante vicenda, le forze dell'ordine hanno ritrovato, sulla cronologia del cellulare della vittima, un video tutorial sulla sfida da superare. Purtroppo, però, Igor non ha saputo gestire la situazione, perdendo così la vita.

Molti sono ancora ignari di tutti i pericoli che si celano dietro lo schermo del proprio cellulare o computer e, così come Ramon - il padre di Igor - ha affermato, durante un'intervista a Le Iene, "Credo che i nostri ragazzi debbano conoscere questi pericoli".

Sensibilizzare i giovani e gli adulti, infatti, potrebbe salvare molte vite e allontanare gli adolescenti dal parallelo mondo inquietante del web, aprendo loro gli occhi su quelli che sono i rischi delle challenge.