qualora qualcuno volesse chiedersi come sia stato possibile che, a 79 anni dalla caduta dell’estrema destra fascista in Italia, nuovamente una nuova estrema destra venga chiamata a governarci, bisogna ragionare molto oltre il tradimento dell’ ‘Interesse Generale’ del Paese compiuto - per seguire invece un proprio minore ‘Interesse particolare’ – da tre dei partiti dell’ex maggioranza di Draghi: Cinque stelle, Forza Italia e Lega.
Un aiuto prezioso, anzi a mio avviso determinante, in questo senso ce lo possono dare due preziosi piccoli agili libretti scritti l’uno da un Conservative, l’ambasciatore e storico Sergio Romano, e si intitola Finis Italia (ed. Le Lettere); l’altro da un Liberal quale Umberto Eco dal titolo Il Fascismo Eterno (ed. La nave di Teseo).
Entrambi - forse perché entrambi fedeli a quel ‘filo d’oro della concordanza’ (Mario Luzi) che è sempre stato in senso più ampio il mondo liberale - pervengono sostanzialmente alle stesse conclusioni nel raccontarci e motivarci quella che è definita l’ ‘anomalia italiana’: quel virus presente in modo latente ma permanente nelle viscere degli italiani a causa del quale molti, troppi italiani, non hanno mai fatto fino in fondo i conti il fascismo, i suoi danni morali e materiali, i suoi disvalori. Tanto che dobbiamo riascoltare ancora oggi nel 2022 ritornelli quali : ‘Dio, Patria e Famiglia’. Quando la nostra libertà laica di credo o non credo è sacra, la nostra identità quali ‘cittadini’ e non patrioti (e poi di che? Dell’Europa semmai) è altrettanto sacra, per non parlare della famiglia, una cellula ormai molto mutata e spesso allargata, così come i diritti di tutte le persone e generi.
Ed è proprio in un Paese che non ha ancora fatto tutti i conti con l’eredità fascista, che la religione civile e morale dell’Antifascismo non può essere liquidata e non sarà mai “da consegnare ormai ai libri di storia” come ha detto e ripetuto la neo leader G. Meloni. Liquidare quei disvalori perniciosi del periodo fascista “ormai da consegnare ai libri di storia” è stato proprio l’errore di cui oggi dobbiamo riapprestarci a pagare le conseguenze.
Tuttavia, con l’elezione a seconda carica dello Stato di un personaggio dichiaratamente legato a quei ‘disvalori’, dobbiamo tenere viva la speranza e l’opportunità che si ricoltivino finalmente e nuovamente in Italia e tra gli italian - diciamo tra quelli meno attenti a questi temi - le ragioni e l’imprescindibilità dell’Antifascismo.
Come per combattere il virus del Covid si è dovuto fare ricorso agli Antivirali, così, per combattere il virus che ci è rimasto ancora dentro e che ha portato alla situazione politica e morale di oggi, si deve fare ricorso all’Antifascismo: cioè a quel rispetto dei diritti, a quei valori inalienabili e a quel patto di memoria che fu siglato dai costituenti (cattolici, liberali, azionisti, socialisti e comunisti) come presupposto antifascista della nostra bellissima Costituzione: una Costituzione democratica i cui fondamentali equilibri tra ‘poteri della maggioranza’ e ‘diritti delle minoranze’ il neo presidente del Senato La Russa ha dichiarato, fin dal suo discorso di insediamento odierno, di voler modificare. Sul modello sembrerebbe delle costituzioni già modificate in Ungheria e Polonia dai due alleati presi a modello da Fratelli d’Italia, l’ungherese Orbàn e il polacco Morawiecki. Atti, entrambi, che il Parlamento Europeo ha dichiarato come “illiberali” e da sanzionare, pena l’appartenenza stessa all’Europa democratica.
Buona fortuna!
Sandro
Roma
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