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Diario italiano #14: Sic transit gloria United

Siamo agli sgoccioli di questa lunga permanenza in Italia.

Sveglia alle 5 e 30. Dobbiamo andare a Fiumicino per tempo.

Ieru mattina quando alle 6 ci siamo avventurati sulla Cassia e sul Grande Raccordo Anulare per accompagnare Marco che doveva prendere United per Washington (deve andare a farsi rinnovare il visto all’ambasciata indiana per rientrare in quel paese), bene: ieri ci siamo trovati incapsulati nella melma del traffico romano dove tutto puo’ succedere.

No questa volta sembra che tutto vada e scorra bene.

Lasciamo l’ottima Corolla Ibrida alla agenzia, e ci dirigiamo al Terminal 3 da cui partono le compagnie per gli USA e i paesi asiatici.

Arrivati alla porta 7 del Terminal 3 chiedo che mi sia assegnata la wheel chair perche’ non sto molto bene.

La ragazza che mi spinge seguita da Franca svela un mondo sconosciuto al viaggiatore: la maggioranza dei giovani che fanno il lavoro di assistenza (e del resto non potrebbe essere altrimenti perche’ devono spingere sedie a rotelle con corposi viaggiatori) ha un titolo di studi superiore. Alcuni doppia laurea e residenza a Londra per anni o in New Jersey.

Dice la mia spingitrice a bassa voce: “Vorrei trasferirmi all’estero. Sono giovane e preparata, ma il mio compagno che ha un lavoro parasanitario non vuole lasciare l’Italia…e io devo fare questo.”

Il vantaggio, si fa per dire, della sedia a rotelle e’ che passi in testa a tutti gli altri, i controlli alla sicurezza sono esatti ma veloci e sei circondato da un’atmosfera di simpatia almeno a Fiumicino.

L’imbarco per lo UA 885 inizierà alle 9.40.



Invece verso le dieci comincia uno stillicidio di annunci che dicono a ripetizione che quelli della United sono spiacenti per il ritardo dovuto al fatto che la porta dell’aereo deve essere riparata e aspettano due componenti da Londra.

Verso le sei del pomeriggio eccoti l’annuncio che il volo e’ stato cancellato perche’ i pezzi non sono arrivati.

Forse domani, adesso ve ne andate allo Hilton Garden, recuperate i vostri bagagli al nastro 11, prendete lo shuttle gratuito per l’albergo e ci rivediamo domattina per la partenza come da orario alle 10:30.

Lo Hilton Garden Inn e’ situato nella ‘siberia’ della grande Roma a venti minuti di bus dall’aeroporto.

Il mattino dopo Franca ed io spingiamo con grande fatica le valigie per raggiungere la fermata dello shuttle e tornare a Fiumicino. Inutile chiedere perche’ la fermata non l’hanno fatta di fronte all’ingresso dell’albergo visto che si tratta della stessa compagnia. Mistero.

Nuovo check in  e ricomincia l’attesa per la partenza che viene rimandata ogni ora sino alla seconda cancellazione del volo perche’ dei due pezzi che dovevano arrivare da Londra solo uno e’ arrivato. Quanto al secondo bisogna aspettare.

Gli alberghi sono strapieni e United non e’ in grado di assistere i passeggeri come il giorno prima.

Percio’: prendete le vostre cose al nastro 11 e arrangiatevi.

Trovatevi da soli dove dormire e United arrivera’ a pagare sino a duecento euro, pensate voi con quello che costano gli alberghi a Roma.

I carissimi Franco e Ferial ci offrono un letto , la loro simpatia e il loro affetto. Quando l'Amicizia e' una cosa reale.

Nessun avviso sul cellulare da parte di United come hanno fatto invece per dire che sono tanto spiacenti.

Il giorno dopo la situazione e’ la seguente: alle 10:30 e’ prevista la partenza dello UA 855 gia’ strapieno di viaggiatori che come noi da mesi hanno acquistato il biglietto.

Ma secondo il sito United, Oscar e Franca sono stampati sul volo che parte il pomeriggio alle 16.

Ma sara' vero? Chiediamo conferma a Marco che e' gia' a Washington e a Max che risponde da Veracruz.

Non ci sono dubbi, rispondono i figli; voi siete sul volo delle ore 16. Abbiamo verificato.

Franca che e' una ipersensitiva non si fida. 

"Oscar, sarebbe bene andare all'aereoporto per il volo delle 10:30 AM perche' io di questi non mi fido".

"Ma non hanno scritto nulla..e poi significa alzarsi un'altra volta alle sei per essere in tempo, si fa per dire..non me la sento con tutti i nostri bagagli...e sono molto stanco." questa la risposta del vostro anziano redattore che si gira dall'altra parte cercando di riaddomentarsi.

Alle una Alberto, un giovane e carissimo amico, ci deposita di nuovo all'ingresso 7 del terminal 3.

Che strano, il terminal e' quasi deserto, che sta succedendo?!

Ci avviciniamo al check-in e mostriamo i passaporti e le due precedenti carte d'imbarco dei voli cancellati.

Il funzionario armeggia sul computer e alla fine chiede: "Ma voi avete gia' spedito i vostri bagagli.."

"No, sono qui.."

"Dal PC risulta che voi siete partiti questa mattina..."

Segni di pericolosa insofferenza del sottoscritto mentre la Moglie spiega ai dipendenti United che non abbiamo ricevuto alcun avviso, che siamo rimbalzati da tre giorni e che sul sito ufficiale United noi siamo citati per questo maledetto volo delle quattro..

Interviene una signora del team United che dice sconsolata : "Siamo spiacenti, e' tutta una grande confusione, adesso vediamo di rimediare se ci sono ancora posti su questo volo.."

I posti ci sono e finalmente si parte su un Boeing 787 che forse e' proprio quello della porta riparata.

Washington ci accoglie con il suo Dulles Airport che al confronto con Fiumicino sembra una latrina.

Povera America.

Ed anche questa e' la compagnia aerea con la quale voliamo da alcuni decenni.

Sic transit gloria United.

Oscar




 

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