Dall’analogico al digitale
Il 17 febbraio del 2009 tutte le stazioni televisive americane cesseranno le trasmissioni in analogico e inizieranno quelle in digitale. Questa rivoluzione lascerà libere migliaia di frequenze che saranno disponibili per coprire servizi di pubblica utilità che al momento sono confinati in aree marginali dell’etere.
Secondo un’indagine pubblicata dall’Ufficio del Censimento americano nell’ultima rilevazione del 2006 erano 110milioni le case americane dotate di televisore se paragonate ai 76 milioni di sei anni prima. In media in ogni casa ci sono 2.6 televisori.
Le vendite di televisori analogici sono crollate nel 2007 a 273 milioni di dollari rispetto ai 5.8 miliardi del 2003. Mentre le vendite di televisori digitali sono salite a 26.3 miliardi nel 2007 rispetto ai 8.7 miliardi di dollari del 2003.
Ormai i due terzi delle case americane hanno la televisione via cavo.
Si calcola che nel 2008 ogni individuo al disopra dei 12 anni, abbia guardato la TV per un totale di 1704 ore, pari a quasi cinque ore di esposizione al giorno al piccolo schermo.
Ogni famiglia americana paga in media 42 dollari al mese per il collegamento via cavo, senza tener conto di quelli che firmano pacchetti per la fornitura di broadband, telefono e TV.
Le aziende televisive hanno incassato nel 2006 38.3 miliardi di dollari, cifra sicuramente surclassata soprattutto con la trasmissione dei giochi olimpici che sono stati un successo mondiale per la NBC.
La FCC, Federal Communication Commission, ha varato un programma per la fornitura di un massimo di due coupons per abitazione, ognuno del valore di 40 dollari per l’acquisto del box converter nei negozi specializzati che consente di ricevere anche su un vecchio televiore i nuovi programmi digitali.
Sono più di 1600 le stazioni che trasmettono già in digitale negli Stati Uniti a fronte di un programma di assegnazioni pari a 1800 canali.
No comments:
Post a Comment