(The Financial Revierw) Ma la Mifid può funzionare? Se l'obiettivo della direttiva europea in vigore dall'ottobre 2007 era quello di garantire trasparenza ai risparmiatori, la riposta è negativa. L'Albo dei consulenti, rinviato di sei mesi a fine dicembre, è già fallito prima ancora della partenza. Tra gli addetti ai lavori (Assofinance sta conducendo una intensa battaglia) è ormai chiaro che l'Albo, anzichè facilitare l'accesso a chi esercita la consulenza finanziaria indipendente (dalle banche), costituisce un laccio oneroso che lascia campo libero alla potente lobby bancaria. Eppure dal workshop Ambrosetti di Cernobbio è emersa totale convergenza sulla responsabilità delle banche all'origine della crisi attuale, la più grave degli ultimi decenni. Bernheim, presidente di Generali, ha affermato che il "credito facile così come i fondi e la loro politica di investimento hanno contribuito alla crisi". Lo stesso direttore dell'Abi, Zadra, ha individuato nelle maglie troppo larghe della regolamentazione la causa scatenante della crisi. "In America, ha detto, i junk bond non sono oggetto di vigilanza e sulla scia del boom delle cartolarizzazioni molti titoli sono finiti sul mercato ". Il decano di Piazza Affari, Guido Vitale, è stato ancora più esplicito: "Bisogna separare l'attività creditizia dall'intermediazione". Ma era esattamente quello che aveva previsto nel 1991 la legge istitutiva delle società di intermediazione mobiliare (Sim). Purtroppo il decreto Draghi del 1996 ha stravolto quella impostazione a favore esclusivo delle banche. E la Banca d'Italia non ha certo brillato in questi ultimi anni di scandali finanziari. Ora, con la normativa Mifid, si sta ripetendo la stesso operazione che vuole eliminare quel poco di consulenza indipendente che potrebbe dare una mano ai risparmiatori divorati, come ha detto Vitale, dallo "sfrenato desiderio di guadagnare delle banche". I dati parlano chiaro. L'industria del risparmio in Italia ha perso oltre 50 miliardi di euro di asset ottenendo il peggior risultato del mondo occidentale. L'errore del governo Prodi è stato quello di rafforzare, anzichè controllare, lo strapotere del sistema bancario evidenziato dallo scandalo dei "derivati" venduti persino a Regioni, Province e Comuni. Ne sanno qualcosa i sindaci di Roma e Milano alle prese con perdite di oltre 600 milioni "ereditate" dai loro predecessori. Il "trucco"inventato dall'ex ministro del tesoro, Padoa Schioppa, nei confronti della Mifid è di impedire l'attività di consulenza indipendente alle società a responsabilità limitata vincolando tale attività alle società per azioni (sim). Ancora una volta, la manovra a tenaglia Tesoro-Banca d'Italia, anzichè mirare alla vigilanza effettiva e alla tutela dei risparmiatori, punta ai criteri patrimoniali per falcidiare, attraverso costi elevati e vincoli burocratici, i potenziali concorrenti delle banche. Questa volta però appare poco probabile che il governo Berlusconi sia disponibile ad avallare una simile politica.
(Guido Colomba)
Fonte: (R.F. N° 421, 8/9/2008 ore 17:26)
Fonte: (R.F. N° 421, 8/9/2008 ore 17:26)
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