Il ministro della giustizia (attorney general) della amministrazione Trump si chiama Jeff Sessions, un senatore gia' attorney General dell'Alabama, uno dei piu' grandi oppositori di Barack Obama.
Accusato di avere avuto dei contatti con l'ambasciatore russo per conto di Trump, in conferenza stampa si e' trincerato dietro una serie di "non ricordo" che ne hanno fatto una delle figure piu' grottesche del gia' variegato zoo del governo in carica.
Negli Stati Uniti il piu' grave errore per un politico e' quello di essere colto in fallo per avere mentito.
Tanto per restare ai fatti il 10 gennaio durante il suo 'confirmation hearings' al senato dichiaro' : "Non ho avuto comunicazioni con i russi."
Piu' tardi, lo stesso giorno, gli e' stato chiesto: "Lei e' stato in contatto con qualche parte del governo russo durante le Elezioni del 2016, prima o dopo il 9 novembre?"
La risposta di Jeff Sessions e' stata una sola parola: "No".
Il Washington Post ha pubblicato che Sessions ha incontrato l'ambasciatore russo negli USA due volte.
Uno di questi incontri e' avvenuto in settembre quando gli interventi illegali dei russi nella campagna elettorale sono stati evidenti e denunciati.
Queste rivelazioni dimostrano secondo i democratici che Sessions non e' piu' in grado di gestire al meglio il suo impegno quale ministro della giustizia, in quanto si tratta di un mentitore professionale.
Pertanto Jeff Sessions deve dare le dimissioni come chiedono i suoi ex colleghi al senato
Chuck Schumer, Elizabeth Warren, Bernie Sanders, Dianne Feinstein, Kamala Harris, and Chris Van Hollen.
Dimissioni che Trump non sollecitera' ma che dimostrano come la carica di ministro della giustizia sia inquinata da un comportamento mezognero.
Questo per quanto riguarda l'etica personale di Jeff Sessions.
Ma il tema incombente sull'amministrazione Trump e' la manipolazione fatta dagli interventi via Internet degli hackers russi sollecitati e supportati dalla banda del palazzinaro di New Yoork.