Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Ha ragione Richard Painter, consigliere legale per le questioni etiche del presidente Bush figlio, a dire che il "Russiagate" «è una situazione molto peggiore della fase iniziale del Watergate»? Dopo la decisione del ministro della Giustizia Sessions di ritirarsi dall'inchiesta, polemiche e rivelazioni continuano.
Giovedì
sera si è saputo che lo stesso genero del presidente, Jared Kushner,
aveva incontrato l'ambasciatore russo Kislyak in dicembre alla Trump
Tower con Michael Flynn, il consigliere per la Sicurezza nazionale poi
costretto alle dimissioni. Uno sviluppo importante per due motivi:
primo, la Casa Bianca aveva negato che ci fossero stati contatti prima
di quello del 29 dicembre; secondo, è difficile che Kushner incontrasse
il rappresentante di Mosca nella casa del suocero, senza che lui lo
sapesse.
Nel
frattempo si è scoperto che Sessions era andato alla Convention di
Cleveland con i soldi della campagna elettorale, e durante la conferenza
in cui aveva visto Kislyak aveva discusso delle presidenziali. Questo è
importante perché smentisce la versione del ministro della Giustizia
secondo cui aveva partecipato all' incontro nella sua veste di senatore,
non di surrogato di Trump. Poi si è saputo che negli stessi giorni
altri due consiglieri del candidato repubblicano, Carter Page e J.
Gordon, avevano visto l' ambasciatore russo sempre a Cleveland.
Se
tutto questo non bastava, ieri l'«Indianapolis Star» ha rivelato che
Mike Pence aveva usato un indirizzo di mail privato, quando era
governatore, per inviare messaggi relativi alle sue funzioni pubbliche.
Questo non ha niente a che vedere con il «Russiagate», ma siccome
durante la campagna elettorale l' uso delle mail private era stato usato
da Trump per sostenere che Hillary Clinton doveva essere in prigione,
invece di correre per la Casa Bianca, la tendenza ai due pesi e due
misure dei repubblicani diventa evidente.
Dunque
siamo davanti ad una situazione potenzialmente peggiore del Watergate?
Il presidente risponde che dietro allo scandalo non c' è nulla, e twitta
una foto del senatore democratico Schumer con Putin, accusandolo di
ipocrisia. Il problema - risponde Schumer - è che quella foto era stata
scattata nel 2003, cioè durante un' altra era politica, e l' incontro
era pubblico e documentato.
Trump
e i suoi surrogati, invece, fanno tutto il possibile per nascondere i
loro contatti con i russi, avvenuti in un clima di forte tensione tra
Washington e Mosca, che secondo l' intelligence americana ha poi
incaricato i propri hacker di rubare documenti imbarazzanti ai
democratici per deragliare la candidatura di Hillary. Donald aveva
promesso più disponibilità a Vladimir, che in cambio lo aveva aiutato a
vincere?
Secondo
Painter la gravità dei fatti scoperti finora sta soprattutto qui. Il
Watergate al principio era solo un piccolo furto condotto da funzionari
di basso livello, e aveva distrutto Nixon perché aveva cercato di
nasconderlo. Il Russiagate invece tocca già i leader della nuova
amministrazione, da Flynn a Sessions, e anche Trump sta cercando di
nasconderlo, invece di chiarire cosa è successo per distanziarsi da
eventuali atti compromettenti e scagionarsi. I fatti, che continueranno a
pencolare anche attraverso funzionari legati ai democratici, dovranno
chiarire la verità e le dimensioni dello scandalo.