Il
‘Grande Architetto dell’Universo’ che campeggia nel GE Building del
Rockfeller Center di Manhattan, il suo compasso e la scritta “Wisdom and
knowledge shall be the stability of thy times” (La sapienza e la
conoscenza saranno la stabilità dei tempi) sono gli elementi distintivi
della locandina di una delle quattro mostre che il Palacongressi di
Rimini ospita dal 7 al 9 aprile nell’ambito della Gran Loggia 2017 del
Grande Oriente d’Italia. A curarla è Andrea Speziali, il giovane esperto
di Liberty che lo scorso anno ha realizzato, sempre per la Gran Loggia
al Palacongressi, una mostra sul massone Alphonse Mucha e la Libera
Muratoria.
“300
anni di Luce. Massoni celebri protagonisti del Novecento” è il titolo
della rassegna di questa edizione che con poco più di cento nomi svelerà
quali e quanti ambiti siano stati illuminati dalla luce massonica, in
Italia e nel mondo, in trecento anni di Massoneria moderna che
quest’anno si festeggiano ovunque. Dalla mostra sarà possibile capire
quali siano stati, negli ultimi tre secoli, i rivolgimenti che
l’apparire della Libera Muratoria abbia provocato nella società. Perché
il 2017 è l’anno degli anniversari importanti, proprio in questo senso, e
quello della Massoneria è uno di questi.
MASSONI
Il
24 giugno del 1717 a Londra, quattro logge inglesi segnarono lo
spartiacque tra Massoneria operativa e Massoneria speculativa
istituzionalizzando un fenomeno ormai diffuso da circa un secolo e
comunque da quando le confraternite di mestiere, ormai in crisi, avevano
cominciato ad ‘accettare’ al loro interno persone estranee alla
pratica, appunto, di mestiere. Uomini di cultura e di ricerca, ma anche
della religione, della politica e della economia, si trovarono così in
‘logge’, ispirate a principi etici e spirituali, che consentivano ai
loro aderenti di stare insieme in piena libertà di espressione e di
pensiero.
Logge
costituite da uomini che dialogavano tra loro e crescevano in spirito
alimentandosi della conoscenza reciproca. Pur nella diversità. Erano i
primordi del principio di tolleranza che proprio nelle antiche logge
massoniche fece la sua prima apparizione. Cosa non da poco, forse non
per tutti, ma che segnò l’inizio di una nuova epoca. Fu l’affacciarsi di
un nuovo modo di pensare – e di agire – che aprì la strada al mondo
moderno in termini di civiltà e progresso.
Nel
corso di trecento anni, i Liberi Muratori di tutti i continenti hanno
testimoniato con le loro opere, in ogni manifestazione della società, la
validità del loro metodo, quello del lavoro muratorio, della
costruzione del tempio interiore cercando di osservare con
responsabilità quei principi di libertà, uguaglianza, fratellanza,
tolleranza e solidarietà che oggi sono richiamati da più parti. Ma i
massoni furono i primi a individuarli in chiave moderna e a cercare di
metterli in pratica a servizio di tutti elaborando un concetto di
humanitas, come insieme di uomini, prima del Settecento sconosciuto.
Enzo Maiorca, insieme ad Arnoldo Foà, sarà ricordato al Palacongressi di Rimini
nel corso dell’apertura pubblica del Tempio nel pomeriggio del 7 aprile.
Maiorca apparteneva alla Loggia Archimede di Siracusa del Grande Oriente d’Italia
Sarebbe
qui esagerato fare l’elenco degli esponenti della Massoneria ai quali
attribuire lo sviluppo culturale, sociale e politico delle società
civili e democratiche. Questo spazio va lasciato ai tanti accademici che
studiano e raccontano la storia della Libera Muratoria e, in piccolo,
in questo frangente, alle mostre che il Grande Oriente d’Italia presenta
quest’anno nella Gran Loggia di Rimini.
E
sarà interessante scorrere i cento nomi della mostra curata da Speziali
dove – dalle arti allo sport, dalla scienza alla politica,
dall’industria all’esplorazione geografica, anche spaziale – si
riconosceranno tanti uomini che in tempi recenti hanno pensato e agito
in grande, talvolta anche contro corrente, per far sì che la dignità di
ogni uomo diventasse il principio cardine dell’esperienza umana. C’è
tanto lavoro ancora da fare e il Grande Oriente d’Italia vuole suggerire
una riflessione. Perché senza dignità non c’è libertà. Senza libertà
non c’è umanità.