News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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Benedetto chi parla alla pancia della gente
Arrivati a Roma con perfetto volo della United Airlines senza scali intermedi, ci siamo fatti convincere dalla affettuosa insistenza di Marco a spendere un paio di ore in una ottima Taverna nelle vicinanze della Piramide Cestia.
Marco, un amico che conosciamo da tanti anni, ufficiale di alto grado, e' noto per le simpatiche provocazioni che introduce nei suoi dialoghi.
Ed infatti la conversazione è andata stingendo su Donald Trump, ti pareva possibile che non ne parlassimo?
Marco si è slanciato in affermazioni di consenso nei confronti di uno, come Donald Trump, che riesce a parlare un linguaggio che coincide esattamente con quello che la gente vuol sentirsi dire.
Franca, vuoi per la notte persa in viaggio, vuoi per il caldo di Roma, stava perdendo le staffe perché per lei il presidente degli Stati Uniti è persona intollerabile sul piano fisico che su quello di una accettabile preparazione culturale.
La simpatica provocazione di Marco in effetti ha poco di originale: sia negli Stati Uniti che in Italia una larga parte della cerchia delle nostre conoscenze amicali si esprime con lo stesso entusiasmo.
Donald Trump parla alla pancia della gente e si badi bene, molto spesso non si tratta di rednecks, ovvero di persone di scarsa preparazione culturale e di basso livello sociale.
Anche persone dotate di un alto livello di istruzione e di un patrimonio culturale significativo propendono ad apprezzare questo personaggio bizzarro che da oltre 200 giorni si muove in maniera sconclusionata mettendo a rischio l'immagine della superpotenza americana.
Marco e soci vari sono la migliore giustificazione del successo di altri politici populisti che si agitano sui palcoscenici del pianeta.
Un sintomo questo che dovrebbe far riflettere quanti ritengono che le nazioni debbano essere gestite garantendo le istituzioni democratiche.
Una dichiarata voglia di portare il cervello all'ammasso, premiando l'aspirante tecocrata del momento al quale affidare in toto quel delicato patrimonio esistenziale che risponde al nome di "libertà".
In un prezioso articolo di Federico Rampini su Repubblica si parla della mancanza di una seria opposizione da parte dei democratici americani che non riescono ad esprimere personaggi della qualità e talenti di un Bill Clinton e di Barack Obama.
Da qui l'interesse sui media americani per il tour di 30 Stati della federazione fatto da Mark Zuckerberg, il trentaduenne fondatore di Facebook, infinitamente più ricco di Donald Trump al punto che ha deciso insieme alla moglie Priscilla di cedere il 99% del suo patrimonio in attività di supporto sociale e beneficenza.
Ma, nonostante la giovane età e l'incredibile successo planetario, questo grande personaggio che e' riuscito a modificare i comportamenti sociali di 2 miliardi di persone nel mondo, sembra non riuscire a sfondare nell'immaginario collettivo dell'elettorato americano dato che le ricerche si attestano su un ristretto 24% di gradimento.
Una conferma questa che milioni di persone, indipendentemente dal grado sociale, si rifiutano di pensare con la propria testa.
In un mondo caratterizzato da una evidente e crescente impossibilità di dialogo perché si preferisce parlare per monologhi dato che pensare fa fatica, il giovane Zuckerberg, al termine del suo tour americano, avrà messo in scarsella migliaia di esempi dell'ovattamento democratico dei suoi connazionali.
Sarà per colpa del caldo di Roma o del jetleg, ma la situazione non è molto brillante.
Oscar
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Mitico Oscar, sono veramente onorato e contento di essere citato nel tuo articolo. lo vedi che li leggo i tuoi articoli ! "A me me piace Trump che t'ho da dì?" Molte persone, a mio modesto parere, sottovalutano il Presidente. Infatti ,sempre secondo me, i suoi modi espliciti e,talvolta simpaticamente informali ,lo fanno sentire vicino alla gente comune che non ama particolarmente i cosiddetti "radical chic" amanti del "politically correct" ad oltranza che alla fine limita di fatto la libertà di espressione (es anche se questo è vero non si può dire perché non è politically correct). Il Presidente Trump riesce a far passare il messaggio che" lui è uno di noi, che sente come noi ed è un estraneo alla casta intellettuale che fino ad oggi ha imperato nelle alte sfere ma rigorosamente "n.i.m.b.y" nelle loro ville o nei loro ambiti. Ti dirò di più, il Presidente ha fatto delle promesse in campagna elettorale (di cui talune difficili da porre in pratica) che ora "gli altri" (anche del suo stesso partito) gli impediscono di attuare. E' perfetto: "Non è colpa mia se gli altri non mi fanno fare quello che ho promesso". In conclusione il Presidente Trump ha vinto le lezioni, nella Nazione portabandiera della libertà nel mondo l'opinione degli elettori è sacra anche quando non è gradita
Rinnovandoti i miei complimenti per i sempre interessanti tuoi articoli ti ringrazio ancora di tutto e spero di rivederti prestissimo insieme alla pazientissima tua consorte in un locale a Roma degno anche dell'amato Texas.
Howdy e "se vedemo presto"
Marco