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Il disastro per le donne di troppo femminismo

da Invece Concita Repubblica
Grazie a Michela Giarrusso, Roma
“Mi chiamo Michela ho 38 anni sono siciliana (catanese) ma vivo a Roma da dodici anni ormai. Sono molto legata alla mia stupenda isola ma sono stata costretta a lasciarla perché solo a Roma ho trovato lavoro. Un bel lavoro, un buon lavoro - sono forse una delle poche fortunate – un luogo dove tra l'altro non ho mai né subito né visto situazioni di favoritismi verso uomini e/o problematiche verso donne durante maternità o altro. Anzi tutti i diritti rispettati secondo la legge. Nessuna differenza. Sono sposata da due anni ed ho una bimba meravigliosa di 5 anni. Vorrei qui fare una lode, forse controcorrente, alla figura della donna per così dire 'all'antica'".
"Ogni anno per la festa della donna posto sulla mia bacheca di Facebook una mia idea di donna che apparentemente sembra mettere su un piano inferiore il gentil sesso, ma invece la valorizza. Sì perché donne e uomini sono diversi tra loro. Non possiamo dire di essere uguali. Ma noi donne dobbiamo ricordarci di tirar fuori, mettere in evidenza e sfruttare le nostre qualità intrinseche e non desiderare per forza quelle che non abbiamo perché ‘così siamo come l'uomo e vinciamo’. Non è una gara. E’ un valorizzare ciascuno le proprie caratteristiche. Ecco quello che ho scritto quest’anno, e che vorrei condividere con te e aprire alla discussione".
"Lo so che sono l'unica a pensarla così ma questo è il mio pensiero. Il mio augurio per la festa della donna non è l'emancipazione femminile, ma al contrario, il ritorno al meraviglioso e importantissimo ruolo di Donna, di Madre e di Moglie. La società ci ha ‘costrette’ a lavorare perché con un solo stipendio si fa fatica a pagare un mutuo o un affitto, a comprare abbigliamento e libri per i figli, eccetera, e così chi è madre si ritrova a lasciare i propri ragazzi più di otto ore al giorno con sconosciuti e sconosciute in asili o, per chi è fortunato,  con i nonni che, di certo non sono estranei ma non possono sostituirsi alla madre e al padre. Io avrei voluto stare di più con la mia piccola, avrei voluto anche fare la casalinga, perché no!".
"Tenere la casa pulita, cucinare bei piattini. Non sono cose frustranti, non è sottomettersi a niente e nessuno: è dare amore alla famiglia e sapere che da grande tua figlia potrà dire ‘le lasagne di mamma, le torte di mamma quanto erano buone’. E’ vedere crescere i propri figli ed educarli più da vicino, insegnargli tante cose, aiutarli nei compiti. Tutto questo lo farei volentieri davvero, se avessi tempo e possibilità, se non dovessi lavorare fuori casa: ne sarei felice e non mi impedirebbe di essere me stessa, di curare comunque i miei interessi ed i miei hobby, non sminuirebbe il mio essere Donna, anzi lo valorizzerebbe!".
"Invece questo modello della società secondo me è una sconfitta. I figli non sono seguiti, spesso si perdono, spesso vanno in terapia già giovanissimi, ah... ma attenzione… noi donne lavoriamo, siamo indipendenti e abbiamo vinto. Che hai vinto? Indipendenza e denaro? E l'amore? E il tempo? Che tristezza. Viva le donne di una volta. Quanto avrei voluto essere stata una donna e una madre di 50 anni fa!"
"Grazie Concita per questa bellissima rubrica, spazio di storie autentiche e di libertà  che leggo volentieri ogni giorno".