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Donald Trump è: “Domina o sottomettiti”

Alberto Pasolini Zanelli

Da un paio di giorni è l’ultimo scandalo politico di questa campagna elettorale. È improbabile che duri e ancor meno che decida l’esito. Riguarda un presidente e il suo papà. Donald Trump stava leggendo un articolo sul New York Times sugli ultimi sviluppi di Trump Place, ma anche la sua preoccupazione per l’economia. Parlando di se stesso e di suo padre, evitando di menzionare le vittime del virus e le vie per far riprendere l’economia e i posti di lavoro.

Definì gli autori degli incidenti nelle piazze “neofascisti di estrema sinistra”. La sola cosa di cui si occupa è la ripresa economica. Conseguenza del Covid e di altri errori e debolezze, di cui anche i repubblicani sono responsabili perché non riescono a mettersi nei panni degli altri e condividere il loro sconforto. Perché non vogliono oppure non sanno confortare l’ansia che ha investito molti critici, sbalordito altri e aggravato il compito dello staff della Casa Bianca.

Fred Trump aveva messo i suoi figli sulla strada giusta, tenendo conto della forza della frase “troppo e mai abbastanza”, soffrendo di una pericolosa incertezza che investe sia la signora Trump, moglie di Donald e anche sua nipote, autrice di un libro appena uscito in cui si raccolgono elementi critici. Una posizione fatta sua da uno dei più intimi amici di Trump, Roy Cohn, che porta questo titolo Troppo e mai abbastanza: come la mia famiglia ha creato l’uomo pericoloso del mondo. Dubbi espressi anche da Mary Anne Mac Leod Trump, originariamente la figlia di un pescatore da un villaggio scozzese nelle Ebridi, sbarcata a New York nel 1930 a 18 anni. Mary Anne trovò un posto di lavoro come cameriera nella casa di Andrew Carnegie, vedova, secondo i documenti del censo che la giornalista Nina Burleigh ha rilevato nel suo libro Golden Handcuffs: la storia segreta delle donne di Trump. La signora Burleigh scrisse che “quelle di Mary sono le antitesi delle tendenze germaniche di suo marito”.

Ma era Fred Trump a dirigere lo show. E i bambini imparavano ad essere stoici di fronte alla faccia, anche quando la loro mamma si ammalò di peritonite e dovette tornare all’ospedale per il suo quinto e ultimo bambino. “Mio padre rincasò e mi disse che prevedeva che non sarebbe sopravvissuta, ma io dovevo andare a scuola e di chiamarmi se fosse successo qualcosa”. Mary Anne Trump Barry, una delle sue figlie, disse in un’intervista con la signora Blair: “Giusto, vai a scuola come al solito”. Già allora la massima che anche oggi regola le scelte politiche di Donald Trump è: “Domina o sottomettiti”. La sfida che hanno finora affrontato contro la Casa Bianca i probabili e presunti candidati del Partito democratico. E che sembra diventare sempre più ardua.

Pasolini.zanelli@gmail.com

 


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