Romano Prodi, allora presidente IRI, ad Ankara ha provato una mattina a uscire dall'albergo per fare i suoi dieci chilometri di corsa.
Dopo cinque minuti e' dovuto rientrare perche' era impossibile respirare a causa dell'inquinamento atmosferico.
Poi si e' trasferito a Istambul per presenziare ad un grande evento internazionale.
Nelle ore libere era stata organizzata una accurata visita a Aya Sofia, la cattedrale di Giustiniano che sara' di nuovo 'riconsacrata' all'islamismo dall'autocrate presidente turco.
Un professore, grande esperto e ottimo italiano impegnato nell'illustrare le bellezze della cattedrale, la distesa di tappeti e il gineceo, lassu' in alto per tenere divise le donne dagli uomini in preghiera.
Domanda di un incauto super presidente di una potente finanziaria dell'IRI: "Ma perche' le donne devono stare divise dagli uomini. Dopotutto si tratta di pregare..."
Il presidente Prodi, resosi conto dell'imbarazzo del professore che fungeva da guida, si rivolse al suo potente 'dipendente' e gli domando' col suo accento emiliano: "Perche' tu saresti capace di pregare avendo davanti a te ,inginocchiata, una bella signorina..?"
Per tutta la durata della tre giorni in Turchia il noto capo della finaniaria IRI si guardo' bene dal porre ai turchi ulteriori domande.
OB
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Caro Oscar,
A proposto di S. Sofia a Istanbul, Erdogan sta tradendo continuamente il laicismo di Atatürk nonostante mantengano i suoi ritratti dappertutto. È passato alla megalomania dopo la concretezza come sindaco di Istanbul e presidente nei primi tempi in cui dava la precedenza alla crescita del PIL. Atatürk probabilmente si rivolta nella tomba, a meno che tutto ciò (Libia compresa) non sia altro che un gioco di Erdogan per continuare ad avere soldi dagli arabi e da Putin oltreché dagli occidentali!
Un caro saluto
Lodovico Luciolli
F 75017 Paris
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Caro Oscar,nel 2013 ero in Turchia perché ero il referente scientifico-archeologico di una Missione della RAI-TV al sito preistorico di Göbekli Tepe dove da venti anni scavava l'amico e collega tedesco Prof. Klaus Schmidt, avendo messo in luce i primi e più antichi templi preistorici dell'Umanità. Eravamo nell'Alta Mesopotamia, tra il Tigri e l'Eufrate, nel Sud-Est della Turchia, in zona Curda, praticamente al confine con la Siria. Una zona, in Siria, che oggi è purtroppo teatro di guerra. Discutemmo a lungo con l'archeologo tedesco, sul sito archeologico tra i grandi ortostati litici posti in cerchi, scolpiti e pesanti anche 50 tonnellate; l'anno successivo Klaus fu fulminato da un attacco cardiaco. Il progetto per una grande mostra che avevamo deciso di fare in Italia su Göbekli Tepe (la Collina dell'Ombelico, in turco) fece nufragio.
Tornando in Italia, era il Primo Maggio, ci fermammo ad Istambul. Grandi cortei con striscioni e bandiere rosse sfilvano per la città. La musica ed i canti erano principalmente centrati con la canzone partigiana "Ciao Bella Ciao". Io, con Maurizio Menicucci, principale giornalista scientifico dei programmi televisivi "Leonardo" e "Teche RAI" con i tecnici della troupe, dopo aver pranzato nella zona Nord della Città ci avviammo per raggiungere la centralissima Piazza Taksim, sede di ogni manifestazione sia artistica che politica. Mentre ci avvicinavamo sentivamo un odore acre e ci lacrimavano gli occhi. La polizia in assetto da combattimento, con automezzi e idranti, aveva sbarrato le strade di accesso alla Piazza e bloccava la circolazione. Per fortuna, esibendo i nostri passaporti italiani, la polizia ci fece passare e raggiungemmo la Piazza Taksin, ma i previsti comizi per il Primo Maggio, festa dei Lavorarori, non ci furono. La RAI, così, oltre ai servizi scientifico-archeologici poté fare anche un servizio sul Primo Maggio ad Istambul. I tempi della modernizzazione della Turchia da parte di Mustafa Kemal Atatürk sono ormai solamente un debole ricordo lontano.
Dario Seglie, Italy
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