Il Presidente Berlusconi e' sicuro di riuscire a formare una cordata di imprenditori per rilevare e salvare Alitalia dal fallimento.
In campagna elettorale questa 'trovata' del Cavaliere e' stata giudicata una delle tante invenzioni mediatiche del Silvio nazionale che e' riuscito a concentrare l'interesse patriottardo anche di quelli che non volano mai.
Da parte imprenditoriale le poche adesioni sono state fatte a mezza bocca e con l'aggiunta che: "Prima bisogna guardare bene i conti."
Ma dopo la forte affermazione del PDL e' facile ipotizzare che molti imprenditori andranno in soccorso del vincitore secondo la migliore tradizione italiana.
Il problema Alitalia non e' solo quello di trovare capitali ma di cambiare drasticamente la cultura di questa compagnia.
La cultura dell'impunita' all'insegna del : "Che mi frega di lavorare bene tanto sono stata/o raccomandata/o dal politico X, dal vescovo Y. E poi c'e' sempre il sindacato che mi protegge."
L'arroganza, per esempio, delle assistenti di volo Alitalia e' proverbiale e coinvolge anche quelle che il loro lavoro lo sanno fare con professionalita'.
Scrivo questa nota mentre volo su un aereo della Alaska Airlines, una delle tante compagnie americane con il fiato grosso.
Washington-Los Angeles, cinque ore e mezzo senza scali intermedi.
Le assistenti non solo servono la colazione (a pagamento) ma si premurano di accontentare i i passeggeri piu' esigenti, quelli con bambini, i disabili, o i rompicoglioni che non mancano mai.
E lo stanno facendo con il sorriso sulle labbra, anche se magari hanno qualche inconveniente fisico periodico o qualche grana familiare.
Come la maggior parte del personale viaggiante delle altre compagnie americane, vanno all'aeroporto con la propria auto, si pagano le spese della tintoria per la pulitura dell'uniforme e mangiano un sandwchich insieme al capitano in un fast food del terminal.
Ci sono delle persone che si sono alzate mentre venivano servite le bevande. Le assistenti si fanno in quattro per cercare di farle filtrare verso le toilettes nonostante i carrelli di servizio nel corridoio.
Nel nostro ultimo volo Alitalia (Cairo-Roma, 21 marzo) ci e' successo di avere un problema idraulico e ci siamo portati vicino alle hostesses che stavano servendo le bibite alle ultime tre file prima delle toilettes.
"Che vuole?", mi ha chiesto con cipiglio una delle due lavoratrici.
"Devo andare la' ", ho detto con un sorriso quasi accattivante.
La cipigliosa non ha fatto una piega ed ha continuato insieme alla collega a servire i passeggeri delle ultime file mentre il sottoscritto saltellava per l'urgenza. Esempio di 'customer satisfaction'.
Anni fa siamo stati aggrediti da un addetto Alitalia di Fiumicino in evidente stato di confusione mentale e sovraeccitazione al quale avevamo contestato civilmente una informazione sballata dell'arrivo di un volo nazionale. Un carabiniere ci ha soccorso.
Trattandosi, appunto, di un addetto alle informazioni abbiamo scritto alla compagnia suggerendone il trasferimento ad una funzione non a contatto con il pubblico.
Lo hanno spostato ad altro incarico. Ed infatti ce lo siamo ritrovato, bello e pimpante, dietro il banco della Sala Freccia Alata.
Ergo: il Presidente Berlusconi non ha certo bisogno di suggerimenti essendo uomo d'azienda e sapendo bene che un'impresa ha un futuro se e' animata da una cultura sana e condivisa, quanto a obiettivi, da chi ci lavora.
La cosiddetta 'affectio societatis'.
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