Translate

Lazzaroni (e non sono i biscotti)

Bottiglie molotov contro i vigili del fuoco e la polizia. Autobus incendiati. Cassonetti saldati gli uni agli altri per costituire barriere. Lancio di oggetti e pietre. Le immancabili donne con bambino al collo blateranti ingiurie in dialetto stretto. Agitatori professionali.
Ecco l'immagine televisiva di Napoli che ci arriva da settemila KM di distanza.
Cosi gli abitanti di Napoli esprimono il loro civile dissenso nei confronti dell'autorita' costituita.
Le generalizzzazioni peccano sempre per eccesso. E chi scrive ha sempre avuto un debole per gli abitanti della Capitale intellettuale d'Italia.
Ma, come si dice da queste parti dell'Atlantico, 'enough is enough!'.
Se qualcuno vuole protestare in America deve prima di tutto informare lo sheriffo che predispone un cordone di poliziotti.
Gli scioperanti, dimostranti, etc. non possono fermarsi, altrimenti l'atto viene considerato intralcio alla libera circolazione. Devono camminare con i loro cartelli e fischietti in una delimitata area loro assegnata.
Se ad uno stop di un incrocio non mi fermo con l'auto e vengo preso in castagna da una pattuglia della polizia, questa mi puo' seguire sin dentro al mio garage (come e' successo ieri ad un nostro amico), applicandomi una multa salata e inviandomi dal giudice il quale mi assegnera' qualche giorno di scuola di riconversione, oltre al pagamento della pena pecuniaria.
In questo lungo fine settimana del Memorial Day ci e' capitato di incontrare numerose auto della polizia che avevano bloccato (in Virginia e in Maryland) automobilisti che avevano superato il limite di velocita' o compiuto altre irregolarita'.
Obbligati (uomini e donne) a uscire dal veicolo, faccia alla carrozzeria, mani incrociate dietro la testa, palpati per assicurarsi che non avessero armi addosso. E nel caso di proteste vengono applicate le manette e il cittadino viene portato in guardina al piu' vicino commissariato.
Si dira' che questo non e' democratico, non e' tollerabile in una societa' evoluta. Ma, come scrive oggi Panebianco sul Corriere della Sera, lo stato democratico deve farsi rispettare.
Altrimenti prevale l'anarchia. Quel talento in cui tanti napoletani da secoli danno in ogni occasione grande dimostrazione di abilita' professionale.
L'assurdo e' che la monnezza non la vogliono diversificare, non vogliono le discariche vicino a casa, non vogliono i termovalorizzatori, vogliono mandare il 'trash' in Germania (e ci pensi lo stato a pagare), oppure vogliono che le discariche siano fatte in altre regioni.
Insomma: qui non e' una questione di Berlusconi o Veltroni, ma di avere, come si suol dire con termine accademico, 'i coglioni'.
___________________________________________________
Naples Lazzaroni
From Wikipedia, the free encyclopedia

The Naples Lazzaroni is used as a generic term to include various kinds of the lower class people in
Naples, Italy. Described as "street people under a chief", they were often depicted as "beggars"—which some actually were, while others subsisted partly by service as messengers, porters, etc.
No precise census of them was ever conducted, but contemporaries estimated their total number at around 50,000, and they had a significant role in the social and political life of the city (and of the kingdom of which Naples was the capital). They were prone to act collectively as crowds and mobs and follow the lead of demagogues, and proved formidable in periods of civil unrest and revolution.
At the time of the
French Revolution, the Naples Lazzaroni were staunchly monarchist in their political inclination—the diametrical opposite of the contemporary Parisian Sans-culottes—with their (sometimes lethal) mob violence being directed against supposed republican and Jacobin sympathisers. For that reason, republicans at the time and later dismissed them as "tools of the absolutist government".
The Lazzaroni were fiercely loyal to the
House of Bourbon and specifically to the person of King Ferdinand I who—unlike most monarchs of his and other times—did not keep an aristocratic distance but liked to mingle among the Lazzaroni and sport with them.
During the French military campaigns of the late 1790s, designed to export the Revolution to Italy (as to other parts of Europe), the regular Neapolitan troops did not particularly distinguish themselves against the French Army. The Lazzaroni, to the contrary, clamored to be armed and made a valiant effort to defend the city against the French—even though the royal family had already fled to Sicily. Some sources put as high as 2000 the number of Lazzaroni who were killed on a single bloody day.
Though unable to stand in face to face fighting with trained troops (a contemporary drawing shows Lazzaroni being mowed down by a volley from French guns), their resistance ensured that the
Parthenopaean Republic which was estalished in Naples had no popular base of support and could only rely on the repressive power of the French Army. Thus, it collapsed when the French needed to shift much of their troops elsewhere in Italy—whereupon the Lazzaroni exacted acts of retribution upon that republic's adherents.
Retrieved from "
http://en.wikipedia.org/wiki/Naples_Lazzaroni"

No comments:

Post a Comment