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Diario Indiano: quattro giorni in Sri Lanka




Per sfuggire alle tonnellate di monnezza nelle quali brucano le vacche sacre a quattro gambe, il traffico angosciante di Bangalore, la capitale tecnologica dell'India con i suoi nove milioni di abitanti in continua crescita, beh: abbiamo deciso di farci quattro giorni in Sri Lanka. Poco, d'accordo, ma quanto basta per ossigenarci in maniera quasi civile.

La Sri Lanka Airlines e' una compagnia molto ben gestita con minuscole e graziose assistenti di volo in sari. Pensate che riescono a servire un pasto completo in un volo di un'ora.

Arrivati a Colombo, la capitale di questo stato che ha una popolazione di oltre venti milioni di abitanti prevalentemente residenti nella parte sud del  paese, il van con guida che abbiamo prenotato ci conduce al Grand Oriental Hotel il piu' antico della capitale. Letti a baldacchino e la tipica atmosfera coloniale. Dal quarto piano dove servono le colazioni si gode  una vista a 180 gradi del porto dove ogni giorno attraccano le navi dei crocieristi.

Ma quello che sorprende immediantamente il visitatore che arriva dall'India e' l'incredibile pulizia delle strade e dei luoghi pubblici. A cominciare dalla perfetta autostrada che congiunge l'aeroporto con Colombo.

Lo Sri Lanka e' una repubblica socialista semi presidenziale. Il presidente dal 2005 e' Mahinda Rajapaksa il cui merito principale e' stato quello di chiudere la sanguinosa guerra civile con il gruppo di estrema sinistra Tamil, finanziato ovviamente da quei paesi che avevano tutto l'interesse a mettere un piede dentro il 'cuore della terra' come sembra essere la traduzione di Sri Lanka, almeno secondo la nostra guida. La pace e' stata siglata nel 2009. Nel nostro precedente viaggio da queste parti oltre venti anni fa con il Club delle Relazioni Esterne, abbiamo vissuto qualche momento di tensione perche' proprio pochi giorni prima del nostro arrivo era scoppiata l'ennesima bomba dei Tamil con l'uccisione di decine di civili.

Adesso invece e' tutto tranquillo e pulito. 
Quando saro'  rientrato negli Stati Uniti faro' l'editing delle tante immagini girate. Qui dall'India non mi e' possibile.


Sembra, sempre secondo la guida, che il figlio del presidente sia un appassionato di auto da corsa. Questo spiegherebbe il fatto che le tasse di importazione sulle auto sportive piu' prestigiose siano state abbassate rispetto a quelle che gravano su altre marche che vengono a costare tre volte di piu' di quanto pagato in India.

Il primo appuntamento e' a Pinnawale, l'orfanotrofio degli elefanti. Creato nel 1975 con cinque animali oggi accoglie 88 elefanti tra maschi, femmine e piccoli.

Per raggiungere questo sito bisogna percorrere 160 chilometri da Colombo, facendo lo slalom nel traffico cittadino e dei sobborghi. Qui le regole occidentali che impongono a ogni auto di restare nella propria corsia non hanno senso. Tutti devono superare. E, siccome la circolazione e' sulla sinistra, i primi sorpassi al di la' della mezzeria mentre un camion viene incontro nella stessa direzione, ti danno una certa eccitazione. Dopo un po' ti rendi conto che la sfida all OK Corral si risolve con il ritiro in zona di sicurezza di chi ha meno arroganza ed alla fine diventa quasi un gioco. Si fa per dire.

Pinnawale accoglie gli elefanti da tutto lo Sri Lanka. All'inizio si trattava di piccoli che sarebbero morti di fame e di sete perche' abbandonati dalle madri in aree deserte, oppure perche' smarriti dopo che le femmine erano state trucidate dalle mine o dai bracconieri alla ricerca di avorio.

Negli anni successivi sono nati molti nuovi elefanti in cattivita'. Durante il giorno le femmine distinte dai maschi sono alloggiate nelle grandi stalle dove accudiscono anche  ai piccoli. Ogni giorno un animale adulto mangia circa 75 chilogrammi di palme e altre piante alle quali si aggiunge un cesto di due chilogrammi di riso.

Gli animali migliori vengono donati e  venduti. Ma e' sorta una forte organizzazione nello Sri Lanka che si oppone alle donazioni e vendite anche se ogni elefante viene seguito burocraticamente in ogni nuova destinazione.

Lo spettacolo che accoglie a Pinnawale migliaia di turisti da tutto il mondo e' il bagno quotidiano degli elefanti nel fiume. Vedere questi pachidermi semisommersi nell'acqua con i piccoli che li sfiorano delicatamente e li carezzano con la proboscide e' toccante. Senza parlare degli adolescenti che rivelano gia' temperamenti diversi e si prendono a capocciate per spingersi nell'acqua.

Isolati dal branco ti fanno vedere un paio di maschi incatenati. Uno ha ucciso dodici bracconieri che cercavano di eliminarli per l'avorio delle zanne. In una zampa porta i segni di quattro colpi di carabina pesante. Per loro l'uomo e' un animale da temere.