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I botti di Capodanno




Cari amici,

questa è una storia vera di Capodanno; io, i miei familiari ed i miei cani, passiamo da tanti anni il 31 Dicembre tappati in casa perché dobbiamo tenere compagnia e rasserenare i  nostri amici a quattro zampe che in giardino resterebbero sconvolti dai botti.
Un 31 Dicembre, tanto tempo fa, un nostro cucciolone di pastore tedesco, età 10 mesi, era uscito di casa in giardino e, poco dopo, era cominciato l'infernale fracasso dei botti di Capodanno; terrorizzato, aveva saltato la recinzione del nostro terreno ed era fuggito nel bosco confinante, scomparendo nel buio. Alle prime luci dell'alba del 1° Gennaio, riprendemmo le ricerche, ma i boschi ed i prati innevati di San Germano erano deserti. Eravamo afflitti e quasi rassegnati per la scomparsa di Raf quando ci telefonò un conoscente che -anche lui- era uscito di buon mattino per fotografare paesaggi innevati. Improvvisamente aveva visto un cane che, festoso, gli veniva incontro. Il nostro numero di telefono era inciso sul collare. Un'ora dopo, accompagnato a casa nostra, Raf rientrava felice, sano e salvo. Quel Capodanno era iniziato bene per tutti.  

Lo slogan "fuochi sì e botti no" l'avevo lanciato molto tempo fa, ma i Sindaci si erano sempre trincerati dietro pretesti vari per non proibire i botti nei territori dei Comuni di loro competenza.

Auspico che la decisione di Capodanno 2015-16  di Pinerolo di fare festa con "fuochi pirotecnici a basso impatto sonoro" (e spero anche col divieto per tutti i cittadini di sparare botti) sia mantenuta in futuro e che Eugenio Buttiero, che felicito per questo provvedimento, faccia scuola a tutti i suoi colleghi Sindaci del Pinerolese, per rispettare la quiete pubblica, la salute degli infermi e la vita degli animali.

Buon 2016,
Dario
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Dario Seglie
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