Guido Colomba
Con
il primo salvataggio della Grecia nel 2012, vi è stata una svolta storica nel
concetto di "risk aversion". Il collezionismo ha fatto un salto di
qualità favorito dalla abbondante liquidità (bloccata dal meccanismo della
"total austerity) e dai tassi decrescenti. Il contagio finanziario del
2012 (che ha colpito duramente anche l'Italia) è ancora fresco nella memoria
dei risparmiatori. E' molto indicativo che la
City nei cinque anni precedenti, dal gennaio 2008 alla fine del
2012, abbia preparato il terreno con una creatività (in termini di Gva) pari al
28% rispetto al 14% registrato dai servizi finanziari. Nel frattempo l'eccesso
di debito, aumentato di oltre 25mila miliardi di dollari (stime Mc Kinsey
2007-2014), è tale che i paesi debitori, se volessero ridurlo, si
condannerebbero ad una recessione ancora più grave di quella sperimentata in
questa crisi. Dunque, il debito globale continuerà ad aumentare, anche se a
ritmi meno veloci, dando ragione ai collezionisti nella ricerca di beni
rifugio. L'industria creativa è divenuta il punto di riferimento poichè riesce
a riunire imprese che operano in settori diversi: dal tech/info alle arti
figurative, architettura, design e moda, fotografia, musei e gallerie, arti
visive ecc. Il significato londinese della nuova "Silicon roundabout"
(750mila occupati) è proprio questo. Non a caso il Regno Unito ha registrato un
aumento del Pil del 3% nel 2014. Nel settore dell'art collection, il connubio tra
nuovi servizi finanziari ed esigenze di gallerie e collezionisti è stato
eccezonale. A tal punto che diversi Fondi hedge sono entrati massicciamente nel
settore finanziando soprattutto i servizi di "transizione" quelli
cioè che rappresentavano i tempi di immobilizzo tra la ricerca dell'opera, la
sua custodia, l'assicurazione, il trasporto, la presentazione nelle mostre, la
pubblicità e il feedback dei critici d'arte. Ad abbassare i costi di questa
lunga filiera sono sopraggiunte le piattaforme digitali specializzate che hanno
aperto un canale nuovo e diretto con la clientela. Tutto ciò ha prodotto un
effetto di dilatazione del mercato con due conseguenze: una forte tenuta dei
prezzi (si stima un rialzo medio del 24% all'anno) e l'acquisizione di un nuovo
pubblico di appassionati. New York, Miami, Hong Kong, Londra sono divenute le
start up di questo nuovo rinascimento del collezionismo d'arte. Per ora,
l'Italia ha tratto pochi vantaggi da questa situazione poichè è penalizzata da
una normativa fiscale ritenuta poco competitiva in questo nuovo scenario
internazionale. Tuttavia, vi sono segnali ncoraggianti di una nuova e diversa
mentalità nella valorizzazione della cultura artistica e museale, considerata
giustamente uno degli asset più importanti dell'Italia.