Mancini ha vissuto questa sua esperienza professionale in un momento molto delicato caratterizzato dall'episodio della morte dei due pescatori del Kerala ad opera di non si sa ancora chi, nonostante le accuse fatte ai due fucilieri di marina italiani. Una storia calata per colmo di sfortuna nel mezzo di una arroventata campagna elettorale indiana sfruttata da alcuni partiti contro Sonia Gandhi per le sue origini italiane.
Mancini (non lo ammettera' mai) ha dovuto fronteggiare l'avvicendarsi di ministri degli esteri perche' i governi cambiavano. Senza parlare dei viaggi dei vari ministri della difesa e dei membri della commissione esteri fatti all'insegna di un buonismo futile quanto inutile ma gravoso per le spese addebitate al bilancio statale. Questo e' il nostro punto di vista di cui ci assumiamo la responsabilita'.
Adesso non resta che sperare in una positiva soluzione della vicenda grazie agli intensi contatti stabiliti con Narendra Modi il nuovo e molto capace premier indiano.
Poi pendeva su tutto e su tutti la storia dei due italiani da anni carcerati a Varanasi,Tomaso Bruno ed Elisabetta Buoncompagni, con l'accusa di avere ucciso un loro compagno di viaggio nel corso di un party. Finalmente i due connazionali sono stati liberati su sentenza della Corte Suprema che ha riconosciuto l'infondatezza della prima sentenza del tribunale indiano.
Inutile dire che anche questo dossier era in cima ai pensieri ed all'impegno del nostro rappresentante diplomatico.
Ma l'ambasciatore Mancini di fronte al montare delle accuse dei media italiani contro l'India doveva salvaguardare anche gli interessi delle migliaia di italiani che lavorano in quel paese, dirigendo con successo stabilimenti, aziende, dalla moda al settore degli arredi interni, dalla meccanica alla collaborazione tra le industrie della moto e dell'auto con quelle indiane.
Sono pochi a sapere che la presenza di imprenditori indiani in Italia si va facendo sempre piu' consistente garantendo posti di lavoro a centinaia di operai e tecnici.
E' il caso del mega gruppo Mahindra, duecento mila dipendenti divisi in piu' di un centinaio di aziende operanti in tutto il mondo.
Il conferimento della Croce di Grande Ufficiale della Repubblica italiana al presidente e CEO Anand Mahindra voluta dal Presidente Napolitano e' stato il riconoscimento della capacita' di un grande imprenditore innamorato dell'Italia. Ed anche questa e' India.
Di seguito trovate il video della semplice e significativa cerimonia presso l'Ambasciata Italiana di Delhi.
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