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Diane Rehem attivista della morte assistita








 
Si chiama Diane Rehem, ha 78 anni, conduce uno show radiofonico da 30 anni ospitato da WAMU-FM (la stazione della American University), che ha due milioni e seicentomila ascoltatori in tutta la Federazione ed anche all'estero grazie alla diffusione in digitale.

Diane e' conosciuta anche in Italia. A Urbino, per la precisione, perche' il premio al miglior giornalista americano che ha il nome di questa splendida citta' medievale e' stato assegnato a Diane alla sua prima edizione.

Diane Rehem e' molto nota per la sua sicura e decisa conduzione del suo show e per il fatto che ha una voce roca. Questo inconveniente, fondamentale per un giornalista che lavora in radio, si e' manifestato anni fa .

Dopo molti tormenti medici che non portavano a nulla, finalmente Diane trovo' un giovane dottore che le pratico' delle iniezioni di botulino nelle corde vocali consentendole di riprendere a condurre al microfono la sua trasmissione.

Il Washington Post dedica a Diane Rehem un articolo in prima pagina con la foto di questa giornalista con i suoi capelli candidi. Diane e' divenuta la punta di diamante dei sostenitori della morte assistita che attualmente e' legale solo in Vermont, Oregon e lo stato di Washington (da non confondere con la capitale degli Stati Uniti).

La decisione di Diane Rehem di divenire una convinta attivista di questo movimento civico è stata determinata dalla tragica e lenta morte del marito, avvenuta un anno fa.

John era ammalato di Parkinson e ormai incapace di assolvere alle sue più elementari funzioni. Ospitato in una struttura specializzata in gravi malati, John aveva chiesto più volte al suo medico curante di porre fine alla sua inutile esistenza.

Il medico si era sempre rifiutato, ma alla fine aveva detto che l'unico modo per accelerare la morte era quello di interrompere l'alimentazione e l'idratazione, metodica questa approvata anche dalla Suprema Corte.Lo stato del Maryland di cui John era cittadino impediva qualsiasi intervento medico in proposito.

John accettò questa prospettiva e dopo aver deciso di sospendere l'alimentazione e l'assunzione di acqua dopo 10 giorni riuscì a porre fine alle sue sofferenze.

Un matrimonio quello di John e di Diane sbocciato 57 anni prima con una grande passione (John era avvocato del Dipartimento di Stato e Diane  una segretaria intelligente e molto attraente.) L'unione andò avanti tra molte difficoltà per colpa dell'alcolismo di John. Nel frattempo Diane era riuscita a ritagliarsi una nuova professione, quella di giornalista grazie al suo talento.

C'era un punto su cui questa coppia, molte volte sull'orlo del divorzio, manifestava un pieno accordo: nel caso in cui fossero intervenute malattie che avrebbero sostanzialmente abbrutito la personalità del paziente il coniuge sano si sarebbe dovuto occupare del trattamento per la morte assistita.

Oggi Diane sostiene dai microfoni della sua trasmissione e nei molti interventi che fa invitata da istituzioni e università, che lei non vuol morire come suo marito, ma chiede che sia il suo medico a praticarle quelle droghe che le consentiranno di porre fine alla propria esistenza in maniera volontaria e sopprimendo il dolore.